Rinascimento fiorentino: l'estasi del popolo viola

Calcio
L'esultanza dei giocatori viola: la Fiorentina è terza in classifica (Getty)
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Un tecnico coraggioso, un mercato perfetto ed alcuni... rottamandi che non cedono all'anagrafe: ecco come la Fiorentina di Montella, che sfida il Torino, è diventata la squadra copertina della Serie A fra bel gioco, entusiasmo e uomini cult

di Lorenzo Longhi

Programmazione, talento, entusiasmo. Ora anche ambizioni: guardate la Fiorentina appena sei mesi fa, confrontatela con quella di oggi. La squadra, certo, ma anche e soprattutto ciò che vi sta attorno, un ambiente in estasi. Gode Firenze, terza in classifica dopo cinque vittorie consecutive, gode e fa godere chi ama il pallone, a prescindere dalle bandiere. Perché gioca a calcio, non specula, ci prova: è il calcio di Vincenzo Montella, già applaudito a Catania, gradevole eppure redditizio, d'attacco ma con intelligenza. Come Prandelli nel 2005-06 e appena meno di Trapattoni (almeno prima delle bizze di Edmundo e dell'infortunio di Batistuta, annata 1998-99), ma in fondo anche meglio. Se non in classifica, nell'immagine proiettata, se è vero che la classifica sorride, i giornali le dedicano pagine su pagine, il sito dell'Uefa l'ha messa in copertina e i tifosi l'hanno adottata.

Lo staff - Per non lasciare nulla al caso, Montella si avvale di dieci collaboratori, e già questo è un aspetto di notevole interesse. Uno staff allargato che i Della Valle hanno accettato senza problemi. Fra di loro c'è anche Nicola Caccia, altro bomber notissimo negli anni '90, compagno di Montella all'Empoli (1990-91) ma anche suo amico di vecchia data, perché da bambini vivevano a pochi metri di distanza, a Castello di Cisterna, e i loro padri lavoravano entrambi all'Alfasud di Pomigliano. Cura la tecnica, Caccia. Poi ci sono anche un analista tattico (Montanaro) ed un preparatore per le palle inattive (Vio).

Il gioco - Palla a terra, possesso e un'idea precisa di ciò che ognuno deve fare. 3-5-2 seguendo la moda tattica attuale, ma senza integralismi. La Fiorentina montelliana riesce anche a fare a meno di Jovetic senza problemi - se ne sono accorte Milan e Atalanta - ed è riuscita ad andare in rete in totale con 11 giocatori. Dietro c'è la programmazione, perché non c'è alcun giocatore fuori posto. Gonzalo Rodriguez e Borja Valero non sono scoperte, ma si sono calati nel calcio italiano con una naturalezza formidabile e questo non era scontato. Denaro speso bene, come anche nel caso di Cuadrado. Poi il fiesolano Viviano, Fernandez, El Hamadoui.

Rottamazione
- Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha fatto del termine "rottamazione" un brand. In casa viola, invece, l'anagrafe non più verdissima è diventata un'arma in più. Aquilani, a 28 anni e dopo Roma, Torino e Milano, sembra avere trovato una continuità di rendimento che gli mancava da anni, mentre Pizarro di anni ne ha 33 e sta alla Fiorentina più o meno come Pirlo sta alla Juventus. Poi c'è Luca Toni, classe 1977, sei mesi a Dubai, per certificare il suo essere un ex giocatore. Invece no: 10 presenze e 4 gol sinora. Chi ha estratto dal baule dei ricordi la maglietta "Toni e furmini" ci ha visto lungo.

Cult - Borja Valero è già un idolo della tifoseria, ma il calciatore cult per il pubblico viola è Facundo Roncaglia. Un Passarella ipertatuato e grintoso, preso a zero euro, che a Firenze si è ambientato immediatamente. Minima spesa, massima resa. Sul campo e fuori...