Galliani, fiducia ad Allegri: "Mangerà panettone e colomba"
Calcio"Il vento è cambiato", commenta l'ad rossonero dopo la vittoria sulla Juventus. Parole di stima per l'allenatore e conferme per Pato: "Vuole solo giocare. Cassano invece era un martello, ha chiesto di andare via con tutte le sue forze"
Adriano Galliani a ruota libera, sulle ali dell’entusiasmo scatenato dalla vittoria contro la Juventus. "Fino alla trasferta di Napoli abbiamo sofferto molto, l'inizio di stagione è stato molto, molto difficile, con mille critiche, problemi e preoccupazioni - ha osservato l’ad del Milan -. Poi in quattro giorni è cambiato il vento: siamo arrivati agli ottavi di Champions League e abbiamo battuto la capolista. Speriamo che duri".
Cassano il martello - In un momento in cui le cose iniziano a girare, l’unico in crisi sembra essere Pato, che sembrerebbe allontanarsi dal Milan, ma Galliani non vede analogie con la vicenda di Cassano: "Pato, come quasi tutti i giocatori, ha chiesto di giocare. Non ha mai chiesto di essere trasferito. Cassano ha voluto andare via con tutte le sue forze: era un martello continuo, chiedeva con sms a me e all'allenatore di andare via", la spiegazione di Galliani a RadioMonteCarlo.
Rinforzi a gennaio? "Abbiamo 30 giocatori più ragazzi come Valoti e Carmona. Braida - ha raccontato l’ad - continua a dirmi di nuovi giocatori. Ieri sera l'ho cacciato dall'ufficio: prima vendiamo e poi pensiamo al resto".
Panettone e colomba - Intanto è più salda la posizione in panchina di Allegri. "Non solo mangerà il panettone, ma anche la colomba - ha sorriso Galliani - Ho sempre visto che aveva in pugno la situazione, a maggior ragione oggi. Ideologicamente sono contrario ai cambi in corsa. Sono legato ad Allegri e l'ho difeso con tutte le energie che avevo: ha fatto due anni buonissimi con uno scudetto, un secondo posto, supercoppe, un quarto di finale, un ottavo di finale in Champions, quindi è stato un buon allenatore per due annate”.
Caviale e champagne - Tra le differenze che saltano all’occhio, una su tutte: “quell’Allegri” aveva un Ibrahimovic in più, ma come sottolinea Galliani "probabilmente, tenuto conto di molte cose, se ci fosse stato Ibra, El Shaarawy non avrebbe fatto quello che ha fatto questa stagione. Chi lo sa? Non ci sono controprove, ma io la penso così”.
Finale con ringraziamenti per Berlusconi, che “per 26 anni mi ha fatto vivere a caviale e champagne. Adesso magari non c'è lo champagne millesimato, ma si vive ancora bene. No, non lascerei il Milan. Assolutamente no. Ho un legame con il presidente Berlusconi che spero sia indissolubile".
Cassano il martello - In un momento in cui le cose iniziano a girare, l’unico in crisi sembra essere Pato, che sembrerebbe allontanarsi dal Milan, ma Galliani non vede analogie con la vicenda di Cassano: "Pato, come quasi tutti i giocatori, ha chiesto di giocare. Non ha mai chiesto di essere trasferito. Cassano ha voluto andare via con tutte le sue forze: era un martello continuo, chiedeva con sms a me e all'allenatore di andare via", la spiegazione di Galliani a RadioMonteCarlo.
Rinforzi a gennaio? "Abbiamo 30 giocatori più ragazzi come Valoti e Carmona. Braida - ha raccontato l’ad - continua a dirmi di nuovi giocatori. Ieri sera l'ho cacciato dall'ufficio: prima vendiamo e poi pensiamo al resto".
Panettone e colomba - Intanto è più salda la posizione in panchina di Allegri. "Non solo mangerà il panettone, ma anche la colomba - ha sorriso Galliani - Ho sempre visto che aveva in pugno la situazione, a maggior ragione oggi. Ideologicamente sono contrario ai cambi in corsa. Sono legato ad Allegri e l'ho difeso con tutte le energie che avevo: ha fatto due anni buonissimi con uno scudetto, un secondo posto, supercoppe, un quarto di finale, un ottavo di finale in Champions, quindi è stato un buon allenatore per due annate”.
Caviale e champagne - Tra le differenze che saltano all’occhio, una su tutte: “quell’Allegri” aveva un Ibrahimovic in più, ma come sottolinea Galliani "probabilmente, tenuto conto di molte cose, se ci fosse stato Ibra, El Shaarawy non avrebbe fatto quello che ha fatto questa stagione. Chi lo sa? Non ci sono controprove, ma io la penso così”.
Finale con ringraziamenti per Berlusconi, che “per 26 anni mi ha fatto vivere a caviale e champagne. Adesso magari non c'è lo champagne millesimato, ma si vive ancora bene. No, non lascerei il Milan. Assolutamente no. Ho un legame con il presidente Berlusconi che spero sia indissolubile".