La rivincita di Kakà: "Sapevo di non essere finito"

Calcio
Ricardo Kakà (Getty)
kaka_ricardo_milan_getty

Dopo aver segnato il gol numero 100 e il successivo, il brasiliano spiega le sue sensazioni al termine della gara con l'Atalanta: "Pensavo di potere tornare a certi livelli, non c'era modo migliore per iniziare il nuovo anno. Mondiali? Non so se ci andrò"

"Non so come spiegare i 101 gol con il Milan. Se penso a quello che ho fatto sono davvero tanti, e' tutto davvero molto bello. Sono contento di fare parte della storia di questo club, poi sentire il nome di Gianni Rivera accostato al mio...". Ricardo Kakà racconta così, in conferenza stampa, il suo stato d'animo dopo la doppietta rifilata all'Atalanta che gli ha permesso di arrivare a quota 101 reti.

"Ogni gol è emozionante, ha una sua storia, aspettavo questo gol da qualche partita ed è arrivato nella prima partita di quest'anno. Sono emozioni speciali, oggi è stato pazzesco. Ogni volta che sento il coro dei tifosi, è una grande emozione perché sento che viene dal cuore della gente - spiega il brasiliano - Sentirlo oggi per due volte è stato il modo migliore per iniziare il 2014".

Kakà sta dimostrando che può tornare ai livelli di qualche anno fa, magari anche facendo un grande Mondiale: "Non so se ci andrò o no, non ho mai pensato di essere un giocatore finito, a Madrid sono stato sotto il mio livello, ma ho sempre lavorato per cercare di ritornare me stesso. Anche al Real possono confermare che sono stato sempre un grande professionista, ero fiducioso di poter tornare a questi livelli".

L'entusiasmo non gli manca, tanto da pensare in grande: "Io come nuovo traguardo penserei subito al 200, ma meglio pensare prima ai 110, 120. Non pensavo di lasciare questo segno nella storia del Milan, voglio essere un esempio per quelli che arrivano in questa squadra. Avevo preparato la maglia per il 100esimo gol, l'avevo già preparata da qualche partita, era in panchina"