Un re per la Regia: novembre 1993, quando arrivò Paulo Futre

Calcio
La Reggiana in campo il 21 novembre 1993 con la Cremonese. In piedi da sinistra: Taffarel, Sgarbossa, Zanutta, Parlato, Futre, Accardi. Accosciati: Padovano, Morello, Mateut, Scienza, De Agostini
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LA STORIA. La Reggiana di Marchioro, esordiente in A, ancora non aveva vinto una partita quando la società annunciò il colpo di mercato. Il portoghese venne subito travolto dall'affetto della gente. Poi esordì, segnò e...

di Lorenzo Longhi

Quella mattina di metà novembre i registri scolastici degli istituti secondari superiori di Reggio Emilia annotarono diverse decine di assenze. Quasi tutti maschi che, sino al giorno prima, erano in buonissima salute. Non si trattò di un'epidemia, ma di una focaccia generalizzata, come si dice da queste parti marinare la scuola. Non ci fu nemmeno bisogno di andare a scovare i disertori fra i bar della città. Erano tutti all'hotel Astoria. Quella mattina, proprio lì, si presentava Paulo Futre, nuovo numero 10 della Reggiana. Un quèl ed cl' êter mònd...

La giustificazione. Futre, che poche ore prima aveva guidato il Portogallo contro l'Italia a San Siro, adesso aveva una sciarpa granata al collo. Lui che avava vinto una Coppa dei Campioni con il Porto, che era stato secondo nella classifica del Pallone d'Oro 1987, che veniva dal Marsiglia di Tapie e non aveva ancora 29 anni, aveva davvero firmato per una società debuttante in A e per giunta ancora senza vittorie in quei primi due mesi di campionato. Ma Futre era lì, sul serio. Dal Cin se lo coccolava, tronfio del colpaccio; l'allenatore Pippo Marchioro aveva già liberato la numero 10 per lui e il bomber Michele Padovano gongolava immaginandone gli assist. La giustificazione dei disertori, per il giorno successivo, era già pronta: motivo, "lezione Paulo Futre", segue firma - vera, perché la Regia qui è una passione - del genitore o di chi ne fa le veci. I professori, per una volta, non infierirono.

La volta buona.
Il fuoriclasse dei fuori classe avrebbe esordito subito contro la Cremonese, quella stessa domenica, in un Mirabello stracolmo. C'erano tutti, e chi non era allo stadio era ai balconi e alle finestre dei condomini che si affacciavano sulle tribune. In curva la coreografia consisteva di cinque quadrati che, da destra verso sinistra, santificavano la Regia internazionalista: blu, giallo, rosso, verde e ancora rosso, a formare i colori delle bandiere rumena e portoghese per omaggiare i nuovi arrivati, Futre appunto e Dorin Mateut. Dall'1 all'11: Taffarel, Parlato, Zanutta, Accardi, Sgarbossa, De Agostini, Morello, Scienza, Padovano, Futre, Mateut. L'arbitro Baldas fischia l'inizio. Lo si sente nell'aria anche se il cielo è grigio topo: forza Reggiana, questo è il giorno buono.

(Domenica 21 novembre 1993 la Reggiana vinse la sua prima partita in Serie A. L'1-0 lo segnò proprio Futre, nella ripresa, sotto la curva granata. Ma quando Mateut raddoppiò, nel finale, il portoghese era già in ospedale: un fallo del grigiorosso Pedroni gli aveva procurato la rottura del tendine rotuleo. Fu l'unica presenza del portoghese in quella stagione. La Reggiana si salvò all'ultima giornata).