Derby Primavera, Galliani-Seedorf tifosi. E via col selfie
CalcioIn tribuna, a sostenere la squadra allenata da Inzaghi, anche l'ad e il tecnico rossonero, che si fanno immortalare volentieri in autoscatti secondo la moda del momento. Sul campo finisce 1-1, con la coppia Botta-Polo che risponde al vantaggio di Pinato
Il ritratto della continuità rossonera si può ammirare per un pomeriggio sulla tribuna del campo Vismara, periferia sud di Milano, dove la Primavera del Milan gioca le proprie partite casalinghe. Arrigo Sacchi e Clarence Seedorf, rispettivamente primo ed ultimo amore calcistico di Silvio Berlusconi, siedono uno alla sinistra e l’altro alla destra di Adriano Galliani. Dal Milan dei tre olandesi a quello dell’olandese, con l’ad in cravatta gialla nel mezzo a rappresentare il testimone. Sia in senso “staffettistico” che in senso stretto: testimone dei tempi che furono e di quelli che sono.
L’occasione speciale è rappresentata dal derby di campionato con i cugini nerazzurri e, nonostante si giochi di mercoledì (a causa di un recupero), si fatica a trovare posto a sedere sugli spalti. Per la cronaca, la gara – che potremmo definire “partitaccia” senza timore di offendere nessuno – è finita 1-1 (vantaggio Milan sul finire del primo tempo di Pinato, figlio dell’ex portiere rossonero; pari nerazzurro del talentino Andy Polo), ma non è certo il risultato il primo argomento di discussione dei tifosi al Vismara.
#MilanPrimavera's Pinato celebrating his goal vs Inter pic.twitter.com/sF20ZpB4Rj
— ACMilan Youth Sector (@acmilanyouth) 9 Aprile 2014
Il boato che ha accolto l’arrivo di Galliani e Seedorf in tribuna, con immediato passaparola che ha animato gli spalti, rende bene l’idea di quale sia stato il vero “centro di gravità” per tutti i 90’ della sfida. Non è bastata la presenza di Gabriel tra i pali del Milan o quella del 10 interista Ruben Botta, entrambi in prestito dalla prima squadra: lo spettacolo offerto dai ventidue in campo non è mai stato un granché e così ben presto le teste dei tifosi hanno iniziato a girare in direzione della tribunetta “vip”.
Ad ogni azione degna di nota si scrutano le espressioni di Galliani, che si accende e si rammarica con lo stesso entusiasmo che riserva a Kakà e Balotelli, oppure si aspetta un cenno da parte di Seedorf, per il quale vengono intonati cori come fosse ancora in campo. E Clarence, compiaciuto, allarga il sorrisone e saluta con la mano, prima di sparire verso la mezz’ora. L’intervallo è l’occasione, per i tifosi, per lanciarsi nella nuova moda, quella del selfie con Galliani. Cellulare rivolto verso di sé, collo reclinato all’indietro per entrare nell’inquadratura e clic: adulti e bambini in pellegrinaggio si danno il cambio così, con l’ad rossonero che si presta pazientemente e accontenta tutti.
Intanto, pochi metri più sotto, Pippo Inzaghi non si distrae un attimo. Dopo 30 secondi si è già tolto la giacca, rimanendo in maniche di camicia arrotolate. Si sbraccia, sbuffa, non riesce a stare fermo: sembra ancora in campo. E in effetti lo è, perché, da sempre allergico alle linee, è perennemente un passo oltre quella che delimita l’area tecnica. Quando i suoi ricominciano l’azione esibendosi in un giropalla troppo lento per i suoi gusti, Pippo soffia e mima un gesto scuotendo le mani come a far intendere che il giropalla l’ha sentito anche sulla sua pelle. Galliani se lo coccola con gli occhi: e chissà che un giorno non ci possa essere lui, alla sua destra.