Arma, Bruno, Calil: l'ABC del gol sulle orme dei più grandi
CalcioAMARCORD. I cecchini di Pisa, Real Vicenza e Salernitana comandano fra i capocannonieri nei tre gironi: puntano ad un trono che è stato di bomber celebri e tante leggende di provincia
Arma, Bruno, Calil: il gol in Lega Pro riparte dall'ABC, considerando che proprio gli attaccanti di Pisa, Real Vicenza e Salernitana comandano le classifiche marcatori dei tre gironi. 13 gol per Bruno nel gruppo A, altrettanti per Arma nel B, appena uno in meno per Calil nel C: tutti a +2 sui rispettivi avversari in graduatoria, nessuno primo anche a livello di squadra. Ma c'è tempo, e a tutti gli effetti anche i vari Momenté, Fischnaller, Bocalon, Eusepi e Moscardelli hanno tempo per riprendersi i fuggitivi. Obiettivo? Il trono dei marcatori, tre posti per restare nella storia della Lega Pro.
Grandi firme. Storia, già. Quella che hanno scritto i tanti capocannonieri della terza serie italiana, dalle grandi firme ai bomber... per intenditori. Nella prima categoria s'inseriscono goleador come Marco Simone, capocannoniere con la Virescit 1987-88 (girone A) prima di vincere tutto con il Milan, Igor Protti (due volte a Livorno, nel 2001 e 2002), già re dei bomber in A assieme a Signori e poi nel 2003 anche in B, Massimo Palanca che non era ancora o Rey di Catanzaro quando primeggiò nel 1974 con il Frosinone, ma aveva il posto più alto del pantheon giallorosso quando in Calabria bissò il titolo di re dei bomber 13 anni più tardi. Massimo Margiotta, poi nazionale venezuelano, fu goleador con il Cosenza, Sau l'ultimo a vestire l'azzurro. E prim'ancora tanti ragazzi finiti, in seguito, in grandi squadre: Gastone Bean (Piacenza 1955-56), Lucio Mujesan (Avellino 1964-65 e Bari 1966-67). Nico Penzo (Bari 1976-77), Fausto Pizzi (Vicenza 1988-89). E Dario Hubner (Fano 1991-92), che in una grande non finì mai, ma accidenti, che bomber è stato, unico assieme a Protti ad avere primeggiato ovunque, dalla C alla A.
Bomber di provincia. Ci sono poi nomi che, da soli, valgono una storia, e pazienza se non sono mai arrivati alla Serie A. Pensate a Gioacchino Prisciandaro alias "Jack lo squartaporte", una vita a segnare in tutta Italia e capocannoniere del girone A (18 reti, assieme a Ciullo e Guidetti) con la Cremonese, ad anni 35, e furono interviste e titoloni, lui che era sempre rimasto nell'ombra. O Max Guidetti appunto, che mai arrivò in A a differenza del padre Mario, ma per due anni di fila comandò i marcatori del girone A con lo Spezia, sempre primo ma sempre in coabitazione con altri, o Luca Amoruso, che alla Torres nel 2001 si riscattò dall'essere "solo" il fratello di Nicola. La A l'hanno appena assaggiata invece quelli come Mino Bizzarri, che fra il 1991 e il 1993 fu re a Siracusa e Ferrara, ma anche Giacomo Ferrari (Alzano 1998 e 1999), che nella massima serie - era il 2003 - tardò sei mesi ad esordire perché il Modena non ne voleva sapere di estrarre dalle casse il premio di valorizzazione che, se avesse fatto debuttare in A quel giovanotto di 35 anni, avrebbe dovuto pagare ai club dilettantistici che lo avevano lanciato una vita prima. E che dire di Riganò, che fece tombola guadagnandosi la Fiorentina grazie alle 27 reti che lo avevano reso capocannoniere a Taranto nel 2002?
Poker e cinquina. Renato Campanini, classe 1938, vinse il titolo 4 volte in 12 anni con quattro squadre diverse (Mestrina 1959-60, Cosenza 1965-66, Brindisi 1968-69, Ascoli 1971-72) e in tutti e tre i gironi, il record però è ancora di Giovanni Cornacchini, una fugace apparizione al Milan negli anni Novanta e oggi allenatore dell'Ancona, capace di vincere la classifica cannonieri in categoria per ben 5 volte: nel 1987 col Fano (girone A), nel 1990 e nel 1991 con il Piacenza (A), nel 1993 e nel 1994 con il Perugia (B). A Perugia peraltro lo avevano chiamato per sostituire Claudio Fermanelli, che era stato capocannoniere del girone B nel 1990 e nel 1987 era salito sul trono del girone A - giocava nella Spal - proprio con Cornacchini. Una vita prima, sempre in Umbria, sul trono dei bomber era finito Ilario Castagner: era il 1964. E come dimenticare gli... oldies goldies: i fratelli Francesco e Vito Chimenti (Samb il primo, Taranto il secondo), Marulla, Pino Lorenzo, Barbuti, poi Cecconi, Clementi, Mirabelli, Deflorio, Cancellato, Eupremio Carruezzo con quel nome un po' così. O Montenegro, Rondon, Zannoni, Francioso, De Falco, Borneo, Aglietti, Soncin, Paulinho, Evacuo, i due volte capocannonieri Pulitelli, Pezzato, Frutti, Motta, Ginestra: tanti, e tutti hanno lasciato il segno. Segnando, appunto.
Grandi firme. Storia, già. Quella che hanno scritto i tanti capocannonieri della terza serie italiana, dalle grandi firme ai bomber... per intenditori. Nella prima categoria s'inseriscono goleador come Marco Simone, capocannoniere con la Virescit 1987-88 (girone A) prima di vincere tutto con il Milan, Igor Protti (due volte a Livorno, nel 2001 e 2002), già re dei bomber in A assieme a Signori e poi nel 2003 anche in B, Massimo Palanca che non era ancora o Rey di Catanzaro quando primeggiò nel 1974 con il Frosinone, ma aveva il posto più alto del pantheon giallorosso quando in Calabria bissò il titolo di re dei bomber 13 anni più tardi. Massimo Margiotta, poi nazionale venezuelano, fu goleador con il Cosenza, Sau l'ultimo a vestire l'azzurro. E prim'ancora tanti ragazzi finiti, in seguito, in grandi squadre: Gastone Bean (Piacenza 1955-56), Lucio Mujesan (Avellino 1964-65 e Bari 1966-67). Nico Penzo (Bari 1976-77), Fausto Pizzi (Vicenza 1988-89). E Dario Hubner (Fano 1991-92), che in una grande non finì mai, ma accidenti, che bomber è stato, unico assieme a Protti ad avere primeggiato ovunque, dalla C alla A.
Bomber di provincia. Ci sono poi nomi che, da soli, valgono una storia, e pazienza se non sono mai arrivati alla Serie A. Pensate a Gioacchino Prisciandaro alias "Jack lo squartaporte", una vita a segnare in tutta Italia e capocannoniere del girone A (18 reti, assieme a Ciullo e Guidetti) con la Cremonese, ad anni 35, e furono interviste e titoloni, lui che era sempre rimasto nell'ombra. O Max Guidetti appunto, che mai arrivò in A a differenza del padre Mario, ma per due anni di fila comandò i marcatori del girone A con lo Spezia, sempre primo ma sempre in coabitazione con altri, o Luca Amoruso, che alla Torres nel 2001 si riscattò dall'essere "solo" il fratello di Nicola. La A l'hanno appena assaggiata invece quelli come Mino Bizzarri, che fra il 1991 e il 1993 fu re a Siracusa e Ferrara, ma anche Giacomo Ferrari (Alzano 1998 e 1999), che nella massima serie - era il 2003 - tardò sei mesi ad esordire perché il Modena non ne voleva sapere di estrarre dalle casse il premio di valorizzazione che, se avesse fatto debuttare in A quel giovanotto di 35 anni, avrebbe dovuto pagare ai club dilettantistici che lo avevano lanciato una vita prima. E che dire di Riganò, che fece tombola guadagnandosi la Fiorentina grazie alle 27 reti che lo avevano reso capocannoniere a Taranto nel 2002?
Poker e cinquina. Renato Campanini, classe 1938, vinse il titolo 4 volte in 12 anni con quattro squadre diverse (Mestrina 1959-60, Cosenza 1965-66, Brindisi 1968-69, Ascoli 1971-72) e in tutti e tre i gironi, il record però è ancora di Giovanni Cornacchini, una fugace apparizione al Milan negli anni Novanta e oggi allenatore dell'Ancona, capace di vincere la classifica cannonieri in categoria per ben 5 volte: nel 1987 col Fano (girone A), nel 1990 e nel 1991 con il Piacenza (A), nel 1993 e nel 1994 con il Perugia (B). A Perugia peraltro lo avevano chiamato per sostituire Claudio Fermanelli, che era stato capocannoniere del girone B nel 1990 e nel 1987 era salito sul trono del girone A - giocava nella Spal - proprio con Cornacchini. Una vita prima, sempre in Umbria, sul trono dei bomber era finito Ilario Castagner: era il 1964. E come dimenticare gli... oldies goldies: i fratelli Francesco e Vito Chimenti (Samb il primo, Taranto il secondo), Marulla, Pino Lorenzo, Barbuti, poi Cecconi, Clementi, Mirabelli, Deflorio, Cancellato, Eupremio Carruezzo con quel nome un po' così. O Montenegro, Rondon, Zannoni, Francioso, De Falco, Borneo, Aglietti, Soncin, Paulinho, Evacuo, i due volte capocannonieri Pulitelli, Pezzato, Frutti, Motta, Ginestra: tanti, e tutti hanno lasciato il segno. Segnando, appunto.