Icardi raggiunge Toni, la Fiorentina chiude 4°, Sampdoria 7°

Calcio
Icardi diventa il capocannoniere della Serie A 2014-2015 insieme a Toni con 22 gol (foto getty)
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L'argentino segna due gol contro l'Empoli e eguaglia l'attaccante del Verona a quota 22 gol. I viola salutano Montella con una vittoria 3-0 sul Chievo. Mihajlovic lascia i blucerchiati con un pari 2-2 con il Parma. La Roma cade in casa con il Palermo 1-2

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L’Inter batte l’Empoli 4-3 e riesce nell’obiettivo di far segnare due gol a Icardi: l’argentino raggiunge Toni in testa alla classifica marcatori a quota 22 reti (l’ultimo nerazzurro a diventare capocannoniere è stato Ibrahimovic). La vittoria, che evidenzia comunque i limiti difensivi dell’Inter, non basta agli uomini di Mancini per raggiungere il settimo posto: la vittoria della Samp mantiene avanti i blucerchiati in classifica. Nella notte di San Siro brilla la stella di Kovacic, che ispira tutte le azioni nerazzurre. Alla Sampdoria bastava un punto contro il già retrocesso Parma per aggiudicarsi il settimo posto, che potrebbe valere l’Europa League qualora i cugini del Genoa non dovessero ottenere la licenza Uefa. I blucerchiati salutano Mihajlovic con un pareggio 2-2: gol di Romagnoli e De Silvestri per la Samp, reti di Palladino e Varela per i ducali. Mauri colpisce una clamorosa traversa nel primo tempo.

Fiorentina al 4° posto - Il Torino passeggia 5-0 sul Cesena già mentalmente in Serie B, a giudicare dalle disattenzioni difensive in occasione dei gol granata: all’11’ Martinez segna da due passi dopo la parata di Bressan su Vives, dopo cinque minuti Maxi Lopez la mette dentro a porta vuota, Benassi chiude già il match al 31’ con un gran tiro dalla distanza. Moretti e Maxi Lopez sanciscono il 5-0 finale. La Fiorentina regala l’ultima gioia viola a Montella battendo il Chievo: al 12’ Salah trova Ilicic al centro, che di piatto segna il suo ottavo gol stagionale. Bernardeschi e Badelj confezionano il 3-0 finale: la Fiorentina chiude il campionato al quarto posto. La Roma, imbottita di riserve (esordi stagionali per Spolli e Balzaretti), chiude il campionato con una sconfitta 1-2: segnano Vazquez su rigore e Belotti per i rosanero, cucchiaio magico di Totti per i giallorossi.

Sassuolo, la gara degli addii - A Reggio Emilia è la giornata degli addii. La magica coppia Berardi-Zaza, che ha fatto sognare i tifosi del Sassuolo, saluta la propria tifoseria con la gioia del gol. Dopo appena tre minuti Berardi brucia la difesa del Genoa con un grande scatto e dall’interno dell’area segna probabilmente il suo ultimo gol con la maglia del Sassuolo. Al 18’ arriva l’altro gol d’addio: assist di Berardi per Zaza, che salta Roncaglia e batte Lamanna. Ma la vera perla del prossimo attaccante della Juve (accordo vicinissimo tra il procuratore di Zaza e i bianconeri) arriva al 32’: mezza rovesciata da attaccante vero, acrobazia che vale il 3-0. Prima del riposo Pavoletti accorcia mettendo dentro da due passi. Nel secondo tempo Zaza sbaglia un rigore, ma l’errore non rovina la giornata degli addii del Sassuolo.

Rabbia e malinconia - Il Cagliari lascia la Serie A con una vittoria convincente: successo per 4-3 contro l’Udinese che genera molti rimpianti tra i tifosi sardi, convinti che la stagione avrebbe potuto prendere una piega diversa con un pizzico di impegno in più (e magari con l’arrivo anticipato di Gianluca Festa in panchina). Tuttavia il Cagliari torna in Serie B dopo 11 stagioni in Serie A e perde anche il suo capitano: Daniele Conti, arrivato in rossoblù nel 1999, lascia la Sardegna dopo 16 stagioni. Uno striscione campeggia nella curva del Sant’Elia: “Daniele Conti: per sempre il nostro capitano”. Il centrocampista, escluso dalla gara contro l’Udinese (ha assistito al match da bordocampo), è l’unico giocatore sardo non contestato: la tifoseria del Cagliari fischia per tutta la partita la propria squadra con cori come “Mercenari non ne vogliamo” e “Serie B, Serie B!”. Stramaccioni lascia l’Udinese con una sconfitta (al suo posto arriva Colantuono), il Cagliari abbandona la Serie A dopo 11 stagioni: vincono i sardi, ma nessuno esulta.