Ritorno in campo a oltre nove mesi dall'ultima volta per la nazionale statunitense: McKennie e soci entrano al Liberty Stadium di Swansea contro il Galles con messaggi speciali sulla maglia. Appelli alla pace e contro il razzismo fino alla richiesta di uguaglianza sociale. 0-0 il finale. States con un undici titolare dall'età media di 22 anni
Una giornata storica per la Nazionale degli Stati Uniti, tornata in campo al Liberty Stadium di Swansea per sfidare in amichevole il Galles a nove mesi dall'ultimo impegno ufficiale (1-0 contro Costa Rica l'1 febbraio 2020). I calciatori allenati da Gregg Berhalter hanno lanciato durante l'ingresso in campo e l'esecuzione dell'inno nazionale dei messaggi sociali forti, legati agli eventi avvenuti negli Usa negli scorsi mesi. Tutti mostravano lo slogan "Be the Change" ("Sii il cambiamento") sul petto. "Ogni persona ha la capacità, l'opportunità e la responsabilità di fare la differenza a modo nostro" come spiega una nota della federcalcio statunitense. Sul retro della giacca, ogni giocatore ha avuto l'opportunità di includere un messaggio personalizzato che rappresentava qualcosa di significativo: tra i temi più battuti la giustizia sociale, la ricerca della verità e la lotta al razzismo. 0-0 il finale dell'amichevole, in una gara affrontata dagli States con un undici titolare dall'età media di 22 anni e un attacco formato da soli Under 20, con il 2001 Konrad de la Fuente, supportato dai 2002 Reyna e Musah.
I messaggi dei calciatori degli Usa
Tanti appelli, tutti strettamente legati all'attualità. Weston McKennie della Juventus indossava una maglia con la scritta "For social injustice", un messaggio a favore dell'eguaglianza sociale, mentre "Believe to achieve" ("Credi di raggiungere un obiettivo") era il messaggio mostrato da Sergino Dest del Barcellona. Il testo "Black lives matter" ("le vite dei neri contano"), nato all'interno della comunità afroamericana nella lotta contro il razzismo, tornato di forte attualità dopo le proteste per la morte di George Floyd il 25 maggio 2020 a Minneapolis, compariva sulle spalle di Sebastian Lletget, centrocampista dei Los Angeles Galaxy. "Stop racism" è la richiesta esposta sulla divisa di John Brooks, difensore del Wolfsburg. Timothy Weah, figlio d'arte dell'ex attaccante del Milan George, invece indossava un messaggio inneggiante alla pace mondiale. Di estrema attualità, in tempi di emergenza sanitaria, la richiesta di Giovanni Reyna, stellina 18enne del Borussia Dortmund: "Spread love not hate". Ovvero "diffondi l'amore e non l'odio".