
Maicon, dal Triplete alla D: chi sono e che lavoro fanno i suoi compagni di squadra. FOTO
Dal calciatore-ingegnere a quello che produce l’olio nell’azienda di famiglia, ma c’è anche chi vende birre e chi, giocando con la nazionale del Lussemburgo, riuscì a fermare l’Italia di Buffon e Pirlo. È la nuova realtà in cui è approdato Maicon, al suo esordio in Serie D con la maglia del Sona

Dai grandi duelli in Serie A e in Champions League alla Serie D. È arrivato il giorno dell’esordio di Maicon con la maglia del Sona, settimo nel gruppo B, contro il Pontisola ultimo. L’ex interista, riportato in Italia con un gran colpo di mercato del ds Claudio Ferrarese, a 39 anni riparte dunque dai campi di provincia, in una squadra in cui c’è chi si divide tra calcio e lavoro. Scopriamo chi sono e cosa fanno

Finché non lo si è visto sbarcare a Roma, in tanti non hanno creduto alla "favola" del Sona, capace di ingaggiare il brasiliano. Un affare nato quasi per scherzo, come confidato da Ferrarese, che da giocatore, con la maglia del Torino, lo aveva anche affrontato. "E vi dirò, convincerlo è stato più semplice di quanto mi aspettassi"

Visite mediche di rito e primo allenamento, anche se il brasiliano non aveva mai smesso di giocare. Fino a dicembre militava nella quarta serie brasiliana, nel Villa Nova, allenato dall'ex Roma e Inter, Amantino Mancini

L'effetto Maicon? Sona, paese di 17mila abitanti in provincia di Verona, si è ritrovato all'improvviso al centro dell'attenzione. E se non fosse per il Covid, la tribuna dello "stadio" sarebbe stata riempita anche di tifosi disposti a muoversi da Milano, per assistere alla prima dell'ex interista

GABRIELE CARLETTI. Il portiere-impiegato, lavora come consulente e nel pomeriggio si unisce alla squadra per gli allenamenti. Classe ’99, non un gigante tra i pali, ma sopperisce con la reattività, la sua dote migliore. Partito dalla Primavera del Verona, qualche settimana fa nel 4-0 al Villa Valle ha vissuto la sua giornata di gloria, parando due calci di rigore

PAOLO HERNAN DELLAFIORE. 36 anni a febbraio, dalla Champions al Sona. Non l’ha vinta come Maicon, ma sempre con la maglia dell’Inter l’ha giocata, con l’unica presenza in maglia nerazzurra – lui che, nato a Buenos Aires, è cresciuto nel vivaio interista – coincide con una gara di Champions. 7 dicembre 2004, aveva 19 anni, Inter-Anderlecht 3-0: ultima gara del girone con i nerazzurri già qualificati, Roberto Mancini lo manda in campo al 71’ al posto di Martins, autore di una doppietta. Poi tanta Serie A con Treviso, Palermo, Torino, Parma, Cesena, Novara, Siena

LUCAS BELEM. Con gli occhiali da studente modello e il viso da bravo ragazzo ricorda il primo Kakà. Brasiliano come lui, agisce sulla fascia opposta rispetto a Maicon, per un Sona dalle corsie verdeoro. Classe 2002, quando a 5 anni il suo primo allenatore gli chiese in che ruolo giocasse, lui che conosceva solo quello del papà rispose “terzino sinistro”, e terzino sinistro fu. Oggi papà Mazinho e mamma Aline li porta tatuati sui polsi, nella speranza di sfondare in Italia come calciatore. Altrimenti farà il giornalista: a scuola eccelleva nelle materie letterarie

MARCO ZAMBONI. L’esordio in A nel 1997 con la maglia della Juventus, per quella che resta la sua unica presenza con i bianconeri. Si “vendicherà” anni dopo, nel 2004, quando un suo gol consentirà alla Reggina di battere la Juve di Ibrahimovic, l’attaccante che marcava quel giorno. Poi anche Napoli, Chievo, Lecce, Udinese, Modena, Verona, Sampdoria, Spezia, Crotone, per quello che con i suoi 43 anni è il veterano del gruppo

ANDREA BOCCALARI. Il “tattico” del centrocampo, il regista della squadra. Giocatore di qualità e specialista delle palle inattive, non disdegna cercare il gol (3 in questa prima parte di stagione)

EDOARDO BELFANTI. Centrocampista di grande corsa, si divide tra il Sona e il lavoro nell’impresa di famiglia, con cui monta condizionatori e si occupa di idraulica

GIANMARCO GEREVINI. Il capitano della squadra, è lui il giocatore di maggior personalità del gruppo. Classe ’93, è cresciuto nelle giovanili del Brescia, poi Bologna e, nel 2015, l’esperienza in Portogallo, con le maglie di Atletico Club de Portugal e Olhanense. Calciatore professionista, è anche proprietario di un’aziendina a conduzione familiare con cui produce l’olio

DANIEL DA MOTA. 35 anni, nazionale lussemburghese: tra le sue 99 presenze (con 7 gol) con il Lussemburgo ne vanta anche una contro l’Italia di Prandelli, fermata sull’1-1 nel 2014. Ala sinistra, è il maggiore di tre fratelli che vivono di calcio: Patrick fa l’allenatore, David è calciatore come lui

THOMAS VALBUSA. Attaccante esterno, anche lui coniuga lavoro e pallone, dato che dà una mano al papà nell’azienda di famiglia che si occupa di edilizia. Una famiglia legatissima al Sona, con il padre che ne fu dirigente e che nell’ambiente ancora oggi tutti chiamano “presidente”

MARCO TOMMASONI. Tre anni più giovane di Maicon, l’allenatore della squadra non dovrebbe avere problemi nell’inserimento del brasiliano, vista la sua abilità nel variare i moduli, passando dalla difesa a 3 al 4-4-2, fino allo schema con tre trequartisti. Con lui, uno staff degno di una big: oltre al vice (Salvatore Piccinato), al preparatore atletico (Corrado Merighi) e a quello dei portieri (Corrado Alban) ci sono anche un collaboratore tecnico (Luca Bozzini), il fisioterapista (Enrico Chioetto) e il responsabile del recupero dagli infortuni (Erik Baietta)

PAOLO PRADELLA. Il presidente parla del Sona come di una “famiglia”, dove ognuno dà una mano come può. Per lui che lavora nel mondo della ristorazione l’ospitalità è tra i valori irrinunciabili. Tenendo sempre i piedi ben saldi a terra, nonostante l’arrivo di Maicon permetta di sognare: “Obiettivo? Resta la salvezza”

CLAUDIO FERRARESE. Verona, Napoli, Salernitana, Torino alcune tra le maglie vestite in carriera, da giocatore. Oggi è il ds della squadra e si diverte a collezionare “botti di mercato” mica da ridere. “Maicon sta oscurando l’arrivo di Dellafiore – dice – che per me è stato motivo di grande orgoglio. Ci avevo giocato contro, si è fidato di me e di questo progetto e oggi è un punto di riferimento per la squadra”. Nello staff dirigenziale anche il team manager Avesani e il responsabile dell’ufficio stampa Giurgevich

E se il presidente parla di "famiglia Sona", profuma di calcio dilettantistico allo stato puro l'iniziativa dei giocatori che hanno organizzato un'asta per assegnarsi i numeri di maglia, in modo da raccogliere fondi per la cassa di squadra...

La numero 13? Quella, ovviamente, non si tocca...