
La top 10 dei talenti sprecati secondo France Football. CLASSIFICA
"Promettevano il meglio ma finivano per dare il loro peggio". È la tesi adottata da France Football, rivista francese che assegna il Pallone d'Oro ma che stavolta l’ha riservato 'al contrario': ecco i dieci calciatori che hanno dilapidato il loro talento, genio e sregolatezza con diverse vecchie conoscenze della Serie A. E davanti a tutti c'è proprio un italiano

10) ADRIANO
Non mancano ex protagonisti in Italia a partire dall'Imperatore, attaccante devastante per profilo e qualità. In carriera ha vinto 15 titoli, la maggior parte all’Inter tra il 2004 e il 2009. Brasiliano come Ronaldo il Fenomeno, tanti i gol in nerazzurro (74 in 177 partite) ma anche le difficoltà fuori dal campo che l’hanno frenato nella carriera. Tutto iniziò dalla povertà nell’infanzia e dalla tragica scomparsa del padre, lutto che non l’ha mai abbandonato. Si è ritirato a 34 anni nel 2016

9) ANDY VAN DER MEYDE
Altro ex interista e compagno di Adriano, jolly offensivo olandese per due anni (2003-2005) in nerazzurro. Emerso nell’Ajax, travolto dai vizi che lui stesso ha raccontato in più di un’occasione. Sposato due volte, alla prima moglie Diana risale l’aneddoto del "cammello in garage" sorpreso dallo stesso Andy. Tanti, troppi eccessi extra-calcio per Van Der Meyde che ha detto basta col pallone a 33 anni nemmeno compiuti

8) NICOLAS ANELKA
Montagne russe in carriera per l’ex centravanti francese, lui che a 21 anni aveva già giocato con Psg, Arsenal e Real. Enfant prodige ma insufficiente altrove, vedi alla Juve nel 2013 (3 gare senza gol). Ben 13 maglie diverse indossate prima di dire basta in India. La classe non si discute, tantomeno il carattere: tante volte incompreso, ne sa qualcosa l’ex Ct francese Domenech contro il quale guidò la rivolta della spedizione dei Bleus ai Mondiali del 2010

7) MARIO BASLER
Oggi 52enne e allenatore, lui che si è ritirato definitivamente un anno fa dopo diverse pause, è ricordato per il calcio di punizione vincente contro il Manchester United nella finale di Champions del 1999. Peccato che il Bayern perse quella partita dopo una rimonta folle nel recupero. Era andata meglio nel 1996 con la Germania, campione d'Europa senza però mai scendere in campo. Forse una metafora di chi prometteva molto, ma ha raccolto poco complici le innumerevoli liti con compagni e allenatori

6) RASHIDI YEKINI
Storia tragica quella del Pallone d’Oro africano nel 1993, scomparso nel 2012 all’età di 48 anni. Idolo in patria dopo il primo gol della Nigeria nella storia dei Mondiali, lui che è il recordman di reti (37) in Nazionale, Yekini non trovò fortuna proprio dopo Usa 1994. Tornato a casa e ritirato a 41 anni, è morto in povertà e in circostanze misteriose: recentemente è emerso come soffrisse di disturbo bipolare e problemi di natura neurologica

5) DIMITAR BERBATOV
Chi lo ricorda nell’estate 2012 quando fece litigare Fiorentina e Juventus? Entrambe lo trattarono e lo aspettarono invano: lui fece dietrofront e si trasferì al Fulham. Centravanti dal talento indiscusso (oltre 300 reti in carriera) ma "solo" 9 trofei in bacheca, eleganza innata ma non 'cattivo': "Sono un ragazzo tranquillo, gioco così e non posso cambiare il mio stile", ripeteva. Insomma, un esteta applicato al calcio e poco votato alla fatica. Ecco spiegato quel freno al salto in carriera

4) ANTONIO ANGELILLO
C’è spazio anche per l’ex giocatore argentino naturalizzato azzurro, una vita in Italia e una stagione da urlo con l’Inter (capocannoniere con 33 gol). E poi? Nel 1961 si guastò il rapporto con il club a causa dei contrasti con Helenio Herrera, allenatore che lo accusava di essere eccessivamente distratto dalla "dolce vita" milanese. Un rapporto irrecuperabile tra le parti: venne ceduto alla Roma, dove smarrì il fuoco sacro secondo France Football

3) STAN BOWLES
La rivista parigina non ha inserito George Best nella top 10, ma sul podio trova posto l’ex centrocampista inglese che condivise con il fuoriclasse gallese gli eccessi fuori dal campo. Idolo al Queen’s Park Rangers, flop al Manchester City dove avrebbe dovuto essere la replica a Best dei "cugini". Istrionico a 360 gradi, mancino talentuoso come pochi ma protagonista di uno stile vita sopra le righe. Difficile sfondare veramente nel calcio

2) PAUL GASCOIGNE
Non poteva mancare un altro inglese, stella che ha fatto parlare di sé più per le vicende extra-calcio che per le imprese in campo. Se lo ricordano i tifosi della Lazio e tutti gli appassionati in Inghilterra, più sregolatezza che genio: il vizio dell’alcol e le difficoltà psicologiche non l’hanno abbandonato nemmeno dopo il ritiro, demoni difficili da combattere per "Gazza" dai tantissimi aneddoti raccontati prima e dopo il calcio. Dove avrebbe potuto essere un vero campione

1) ANTONIO CASSANO
"Si può parlare di talento sprecato per chi ha vinto Scudetto, Liga e ha segnato 150 gol? Sì, se si tratta di Antonio Cassano". Ecco la motivazione di France Football per la vetta di "FantAntonio", maglie prestigiose indossate in carriera e lampi di classe abbagliante. Ma anche errori e leggerezze, quelle "Cassanate" che abbiamo imparato a conoscere nella parabola del talento di Bari Vecchia. Si è ritirato a 36 anni dopo il doppio dietrofront con Verona ed Entella, suo ultimo colpo di scena. "Una carriera come un ottovolante", dice la rivista