Di Maria, minacce di morte dall'Argentina: "Se torni a Rosario uccidiamo un tuo parente"

Calcio

La famiglia dell'ex centrocampista della Juve ha ricevuto nella propria casa di Rosario un cartello minatorio nel quale si annunciano provvedimenti nel caso in cui El Fideo torni a giocare nel Rosario Central, come recentemente ammesso dallo stesso giocatore: "Di' a tuo figlio Ángel di non tornare più a Rosario perché altrimenti faremo un pasticcio uccidendo un membro della famiglia", il messaggio indirizzato al padre di Di Maria

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Angel di Maria e la sua famiglia minacciata di morte dai narcotrafficanti argentini. L’ex giocatore della Juve, attualmente al Benfica, ha ricevuto direttamente nella sua casa di famiglia alla periferia di Rosario. Da quanto riferiscono i media argentini, infatti, nella giornata di ieri una macchina si sarebbe fermata davanti al complesso privato Funes Hills Miraflores e avrebbe lasciato un cartello nel quale avvisava il calciatore di non tornare a giocare al Rosario Central, come proprio lo stesso Di Maria ha recentemente ammesso di voler fare: "Di' a tuo figlio Ángel di non tornare più a Rosario perché altrimenti faremo un pasticcio uccidendo un membro della famiglia. Nemmeno Pullaro (il governatore provinciale, ndr) ti salverà. Noi non buttiamo piccole carte. Buttiamo piombo e morti," è il messaggio che hanno lasciato al padre di Di María, riferisce 'Infobae', citando fonti della polizia. 

Gabriel López, capo della sicurezza dell'urbanizzazione, ha precisato che si sono sentite "quattro esplosioni" prima che una Renault Megane si allontanasse a tutta velocità dopo aver lanciato il pacco di nylon nero. Negli ultimi tempi la città di Rosario ha registrato un intenso aumento della violenza, di cui sono responsabili gruppi definiti "narcoterroristi". Poche ore dopo l’accaduto, Il Rosario Central ha emesso un comunicato nel quale condanna fortemente le minacce contro Di María: "Ci sentiamo offesi, danneggiati e feriti perché questo tipo di azioni violente attaccano direttamente l'economia e il successo sportivo dei club. No, non si può permettere che vogliano intimidire calciatori o aggrediscano loro e/o le loro famiglie che sono i principali protagonisti di eventi sportivi, né può essere consentita la violenza contro qualsiasi attore della famiglia del calcio".