Seleccion in finale al Mondiale: le origini dei soprannomi argentini
L'Argentina è stata trascinata in finale al Mondiale da Messi detto "La Pulce", ma anche dal "Toro" Lautaro e dal "Dibu" Martinez. Non si tratta però degli unici casi in cui un giocatore argentino viene ribattezzato con un particolare nomignolo. Dal "Fideo", alla "Joya", dal "General" al "Pitbull", ecco i più particolari e le loro origini. E anche il CT Scaloni ha un soprannome...
- Il fuoriclasse ex Barça, che ha trascinato l'Argentina in finale, ha il suo apodo ed è "la Pulga", ovvero "la pulce" che deriva dal suo fisico minuto ma scattante fin da bambino
- I suoi voli sui rigori di van Dijk e Berghuis, e le successive esultanze provocatorie, lo hanno trasformato in uno degli indiscussi protagonisti del quarto di finale vinto contro l'Olanda
- Ma quando Emiliano Martinez è diventato "Dibu"? Da ragazzo, quando si presentò nel settore giovanile dell'Independiente. "Ero un po' rosso, con le lentiggini, e hanno cominciato a dirmi che assomigliavo al cartone animato", ha raccontato tempo fa
- Nello spagnolo parlato in Argentina un “fideo” è uno spaghetto: il campione ormai ex Paris Saint Germain è stato così soprannominato da bambino per via della sua magrezza che tutt’oggi lo caratterizza
- Nulla di più semplice: in spagnolo “joya” vuol dire gioiello. Evidentemente fin da bambino Paulo Dybala ha dimostrato di essere una gemma preziosa dal talento straordinario
- Non ha bisogno di traduzioni il soprannome del centravanti nerazzurro. Ancor meno serve spiegare perché viene chiamato così fin dalle giovanili: il suo fisico e il suo stile di gioco sono rimasti intatti
- L'ex terzino dell'Udinese è il leviero, ovvero un cane velocissimo. Basta guardare come ara la fascia per capire che il soprannome è davvero azzeccato
- Il difensore dell'albiceleste è il pompiere, perchè spegne ogni principio di incendi da parte dell'attacco rivale...
- Il lenzuolo, immagine condivisa dalla sorella, che l'ha visto per la prima volta avvolto, appunto, in un panno bianco. Soprannome che non si addice alla sua grinta...
- Non servono spiegazioni per questo soprannome, in passato affibiato anche a Edgar Davids
- Il generale, non a caso capo supremo di una delle difese più impenetrabili del Mondiale
- E' doppia la versione di questo soprannome. C'è chi sostiene che sia legato all'appunto di un osservatore che lo vide giocare da bambino e gli predisse di essere un crack, come un uovo. Ma anche chi pensa che il mastino lisci le caviglie avversarie, proprio come un uovo...
- Grazie alla sua potente progressione, suo marchio di fabbrica fin da giovane, l'ex centrocampista dell'Udinese per i connazionali è il bulldozer
- Più che un semplice musicista, il centrocampista in questi Mondiali è il vero e proprio direttore d'orchestra dell'Argentina finalista
- Il suo apodo deriva dal nomignolo affettuoso con cui lo chiamava la mamma da bambino, ovvero “Papuchi”. Dal diminutivo nasce “Papu”
- Il centrocampista della Juve non ha particolarmente brillato finora, ma Scaloni può contare su un vero e proprio mago...
- E' questo il classico apodo per chi ha i capelli rossi. "Il roscio" o "il rosso", si direbbe da noi. Soprannome nemmeno troppo gradito al centrocampista del Brighton
- L'eroe della semifinale con la Croazia è soprannominato il Ragno: non a caso, quando giocava con il River, festeggiava lanciando ragnatele come Spiderman
- Con Lautaro Martinez, c'è un altro toro nell'arena ed è il CT dell'albiceleste: un soprannome guadagnato nella carriera di calciatore, quando era un terzino tignoso e difficile da superare, come sanno bene all'Atalanta e alla Lazio, sue squadre in Serie A. Perchè sono tanti gli argentini transitati in Italia che hanno un soprannome: eccoli di seguito.
- Compagno di squadra di Lautaro Martinez è il connazionale Joaquin Correa, nel suo caso però il soprannome è “geografico” visto che “tucu” è un diminutivo che a sua volta deriva dalla regione di provenienza quella di Tucumán
- Stesso soprannome e stessa motivazione per il centrocampista dell’Udinese, Roberto Pereyra, nato a San Miguel de Tucumán
- Giovanni Simeone deve il suo soprannome a suo padre Diego. L’attuale allenatore dell’Atlético Madrid è infatti universalmente conosciuto come “el Cholo”, che a sua volta deriva dalla parola di origine azteca Xoloitzcuintli, che significa "incrocio di razze". Per via dei suoi tratti somatici piuttosto particolari, a Simeone venne affibbiato l’apodo “Cholo”, di conseguenza il figlio è… “Cholito”
- Non servono traduzioni né particolari spiegazioni per il soprannome di Franco Vazquez: il trequartista ex Palermo è noto per il suo carattere piuttosto schivo e taciturno. Proprio come quello del più famoso “Mudo” Juan Roman Riquelme
- Anche nel caso di Ansaldi il soprannome deriva da una specifica caratteristica fisica: in questo caso i suoi capelli rossi. In Argentina, infatti, è molto comune chiamare “colorados” chi ha questa peculiarità, da lì il diminutivo “colo”
- Come nel caso di Simeone, anche il soprannome di Diego Perotti è in realtà un’eredità paterna: il padre era infatti chiamato “el Mono”, ovvero la scimmia, allora ecco che per lui arriva il vezzeggiativo “monito”, traducibile con “scimmietta”
- Celebre e facile da spiegare è il soprannome di Rodrigo Palacio, chiamato “el Trenza”, per via della treccina che fin da giovane ha lasciato crescere nella parte posteriore del capo
- Prima di diventare “el Comandante” per via della sua leadership in campo, Federico Fazio era semplicemente “el Flaco”, ovvero il magro. Un apodo che deriva evidentemente dalle sue caratteristiche fisiche
- Esattamente come Fazio, la magrezza di Javier Pastore ha portato in dote all’ex di Palermo e Roma il soprannome de “el Flaco”
- Come nei casi di Simeone e Perotti, anche Higuain deve a suo padre il soprannome di “Pipita”. Infatti, l’ex di Juve e Napoli è figlio del “Pipa” Higuain, così chiamato per via del suo naso piuttosto pronunciato
- Tra i soprannomi più curiosi e ricercati affibbiati ai calciatori argentini c’è sicuramente quello di Maxi Moralez, ex attaccante dell’Atalanta chiamato “el Frasquito”. La spiegazione è però piuttosto contorta: il “frasquito” è infatti il barattolino di marmellata il cui rumore del tappo all’apertura sarebbe uguale a quello del pallone quando calcia Moralez
- Molto meno ricercata è la spiegazione del soprannome di German Denis (e di tanti altri centravanti argentini possenti e strutturati). Lui è per tutti “el Tanque” ovvero il carrarmato
- Il soprannome di Carlos Tevez deriva proprio dal barrio dov'è cresciuto, chiamato Fuerte Apache
- A spiegare il soprannome di Esteban Cambiasso è stato lo stesso ex centrocampista dell’Inter: “Era un personaggio della televisione argentina. Un tipo simpatico, famoso per le sue battute”. era popolarissimo nel mio Paese, ero un ragazzino, avevo cinque-sei anni, quindi lo ricordo appena. Più tardi sono stati i compagni di squadra argentini ad affibbiarmi questo soprannome”
- In Italia sono stati i tifosi dell’Inter a ribattezzarlo “el Tractor” per via del suo stile di gioco travolgente, ma in realtà il primo apodo di Javier Zanetti è “Pupi”, affibbiatogli da bambino e che adesso è anche il nome della sua fondazione, nonché acronimo di Por un piberío integrado, cioè Per un'infanzia integrata
- Per quanto riguarda il celebre soprannome di Diego Milito, “el Principe”, questo deriva dalla sua incredibile somiglianza con un altro grande sudamericano, ovvero l’uruguagio Enzo Francescoli, soprannominato a sua volta proprio “el Principe”
- "Quando avevo 17 anni, quando ho iniziato al Banfield, sono salito su un trattore per scherzare e un giornalista mi ha visto. Siccome in Argentina siamo abituati ad avere dei soprannomi, io sono diventato El Jardinero". Questa la spiegazione del celebre apodo dell’ex attaccante nerazzurro Julio Cruz
- Non ha un apodo che deriva da caratteristiche fisiche o da qualche episodio dell’infanzia ma un inglesissimo “The wall” ovvero "il muro". Per Walter Samuel il soprannome più azzeccato arriva in Italia quando veste la maglia della Roma
- Come Samuel, anche Gabriel Batistuta ha un soprannome che nasce in Italia: non c’è alcun bisogno di spiegarne la motivazione o l’etimologia…
- Altrettanto famoso è il soprannome di un altro ex del nostro campionato: Claudio “el Piojo” Lopez, ovvero “il pidocchio” proprio perché era un attaccante piccolo e agile, sempre pronto a dare fastidio alle difese avversarie
- Il soprannome di “Brujita” ovvero “la streghetta” che ha reso famoso Juan Sebastian Veron è in realtà un vezzeggiativo dell’apodo del padre Ramon, un vero e proprio idolo all’Estudiantes (così come poi lo sarà suo figlio) e da tutti viene chiamato “la Bruja”
- Particolare e alquanto paradossale il soprannome di Matias Almeyda: da sempre in Italia conosciuto con una lunga e folta chioma, in realtà da bambino era solito portare i capelli cortissimi: da lì arriva “el Pelado”, apodo che porterà per tutta la carriera
- Anche Ortega, ex trequartista di Samp e Parma, ha ereditato il soprannome dal padre. L’apodo originale è infatti “el Burro”, ovvero “l’asino” affibbiato a José Ortega per via del suo calcio talmente forte da sembrare una scalciata di un asino. Il figlio Ariel sarà dunque “l’asinello”
- Il soprannome di Hernan Crespo deriva dalla sua somiglianza con un’altra grande stella argentina del passato: Jorge Valdano, campione del mondo con l’Albiceleste nel 1986
- A Napoli arriverà e confermerà di essere “El pibe de oro” ovvero “Il ragazzino d’oro” ma il primo soprannome di Diego Armando Maradona è in realtà “el Pelusa” per via della folta chioma che l’ha caratterizzato fin dalla nascita
- Non è mai approdato in Serie A ma ha un apodo piuttosto particolare, ecco "el Kun" Aguero che deve il suo soprannome proprio al Kun, un personaggio dei cartoni animati che somigliava tantissimo al classe '88 ex City