
Compie 30 anni Federico Macheda: nel 2009 il suo debutto con gol in Premier a soli 17 anni incantava il mondo, poi l’attaccante si è trasformato in una delle grandi “promesse mancate” del calcio italiano. Dall’esordio da urlo alla parabola discendente, storie di giocatori esplosi forse troppo presto

FEDERICO MACHEDA
È il 5 aprile 2009, e lui ha appena 17 anni, quando Sir Alex Ferguson gli dà una pacca sulla spalla e lo manda in campo nei minuti finali della partita tra Manchester United (che lo aveva prelevato sedicenne dalle giovanili della Lazio) e Aston Villa. L’esordio in Premier così giovane è già un sogno, che diventa favola quando nei minuti di recupero segna il gol della vittoria (3-2) per i Red Devils

Sembra nata una stella, sarà solo una meteora. Prestiti a Samp, Qpr, Stoccarda, Doncaster e Birmingham nel tentativo di ritrovare la scintilla, poi una discreta carriera tra Cardiff, Nottingham, Novara e Panathinaikos

MARIO BALOTELLI
Nel suo curriculum tanti grandi club, specie quando la carta d’identità giocava ancora a suo favore e si pensava fosse solo una questione di testa “da mettere a posto”. Dopo Inter, Manchester City, Milan e Liverpool, l’inizio della parabola discendente con le esperienza tra Nizza, Marsiglia, Brescia e Monza, prima dell’ennesima ripartenza in Turchia

FREDDY ADU
Fenomeno del calcio americano, uomo-simbolo (forse più ragazzo-simbolo) del boom statunitense che doveva essere, brucia le tappe fin da bambino: a 13 anni guadagna già un milione di dollari all’anno grazie agli sponsor che investono sulle sue doti, a 14 diventa il più giovane di sempre a esordire in Mls, a 16 il più giovane a debuttare con la nazionale degli Stati Uniti. Lo porta in Europa il Benfica, ma non sfonderà mai. Oggi, a 32 anni, è svincolato

RAVEL MORRISON
Quando gioca nelle giovanili del Manchester United persino Ferguson si espone: “È il sedicenne più forte del mondo”. Anche nel suo caso la testa fa la differenza, in negativo. Tra il 2015 e il gennaio 2017 la Lazio gli concede una chance in A, ma non va oltre le 4 presenze. Ancora Premier in club minori ed esperienze in Svezia e Olanda, sempre a caccia del rilancio

SEBASTIAN DEISLER
In Germania erano certi fosse il campione del futuro. Esordio a 18 anni nel Borussia Monchengladbach, poi la scalata fino al Bayern Monaco, nel 2002. Carriera minata da infortuni e depressione che gli fanno saltare tutti gli appuntamenti più importanti, dai Mondiali agli Europei. Fino alla decisione di ritirarsi a 27 anni

ANDRES D’ALESSANDRO
Tra i tanti “nuovi Maradona” spuntati negli anni in ogni angolo del globo, lui è quello che lo stesso Diego battezza così: “È il giocatore che più mi assomiglia, l'unico che mi fa divertire guardando una partita di calcio”. Se lo contendono tutti i grandi club d’Europa, alla fine la spunta il Wolfsburg. Ma la sua carriera non decolla mai, finché non si ritrova all’Internacional di Porto Alegre. Quando però ha ormai già 27 anni

FRANCESCO GRANDOLFO
A 18 anni esordio da urlo in A con una tripletta nell'ultimo turno di campionato con la maglia del Bari. Sembra nata una stella, ma non si ripeterà più, finendo a rimbalzare tra squadre di C e LegaPro

YOANN GOURCUFF
Doveva essere il “nuovo Zidane”, alla fine in A passerà, con la maglia del Milan, senza lasciare il segno. Ritorno in patria tra Bordeaux, Lione, Rennes, Digione, e anche in nazionale non raggiungerà mai i livelli “previsti” a inizio carriera

MIDO
Era quello “meglio di Ibrahimovic”, quando facevano coppia all’Ajax. Mentre Zlatan si trasferisce alla Juventus, dove Capello gli cambierà la vita rendendolo anche bomber, lui passa alla Roma diventando una delle meteore del calcio italiano. Tra bravate e colpi di testa, è lentamente sparito

HACHIM MASTOUR
Quando lo vedono palleggiare da bambino, esibendosi in numeri da circo, sono in tanti a predirgli un futuro da campione. Sul campo di calcio le difficoltà aumentano, tanto che anche il Milan smette di credere nel suo gioiellino e lo libera: Malaga e PEC Zwolle dove però non si impone, torna in Italia alla Reggina in Serie C, poi Carpi, sempre in C

HUGO ENYINNAYA
“Gemello” di Cassano, anche lui in gol in quella partita contro l’Inter in cui Fantantonio si rivela al mondo. Al contrario di Cassano, però, la sua carriera ha un’immediata parabola discendente, tra serie C e campionati europei minori

CORRADO GRABBI
Nel giro di 5 giorni debutta in Europa e poi in A, a 19 anni, andando subito in gol contro la Lazio. La Juventus si pregusta un nuovo campione in casa dopo Del Piero, ma quella resterà la sua unica rete nel campionato italiano e lui si perderà lentamente

ALBERTO PALOSCHI
Esordio in A con gol-lampo: entra in campo e 18 secondi dopo ha già segnato la rete decisiva in Milan-Siena (1-0). Sembra “il nuovo Inzaghi”, ma la sua carriera in A – buona ma non straordinaria – non lo vedrà più vestire la maglia di una big. Parma, Genoa, Chievo, Atalanta, Spal e Cagliari in Italia; oggi è ripartito dal Siena, in C

MICHELANGELO ALBERTAZZI
Nelle giovanili del Milan è l’erede di Maldini: quando si tratta di imporsi nel grande calcio, però, non mantiene le promesse, complici gli infortuni che lo frenano. Dopo il Verona fa ritorno al Milan, ma in una stagione colleziona una sola presenza in Coppa Italia

MICHELE PAOLUCCI
Miglior bomber di sempre nel settore giovanile della Juventus, debutta in A solo a 20 anni, e con il bianconero dell’Ascoli. Poi Udinese, Atalanta, Catania, Siena, Palermo, Vicenza, Latina, Ancona… oltre a esperienze in Romania, Malta a Canada

BOJAN KRKIC
Nella cantera del Barça nessuno segna quanto lui, con medie-gol spaventose. Arrivato in prima squadra, al fianco di Messi e degli altri fenomeni, sembra trovarsi a proprio agio e potersi confermare. Guardiola lo preferisce a Ibrahimovic, poi pian piano gli spazi si riducono anche per lui e cerca fortuna, senza trovarla, altrove: Roma, Milan, Ajax, Stoke City, Mainz, Alaves, Montreal Impact, Vissel Kobe…

JAVIER PORTILLO
Sponda Real, il campione annunciato è Javier Portillo, fenomenale nelle giovanili ma non altrettanto in prima squadra. Prova a ritrovarsi anche in Serie A, alla Fiorentina, ma in Italia lo ricordiamo come un flop