Vujadin Boskov, le frasi celebri del leggendario allenatore scomparso 8 anni fa
Ironico, pungente e mai banale: Vujadin Boskov ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del calcio sia per i risultati ottenuti in panchina sia per le sue massime che sono rimaste nella storia. Da “Rigore è quando arbitro fischia” a Gullit descritto come un “cervo che esce foresta”, ecco le citazioni indimenticabili
Moriva esattamente 8 anni fa il leggendario Vujadin Boskov, l’allenatore capace di portare a Genova lo scudetto nel 1991 sulla panchina della Sampdoria. Per lui una carriera ricca di successi con squadre prestigiose come la nazionale jugoslava, Real Madrid, Napoli, Roma e appunto Sampdoria, ma a renderlo immortale non sono soltanto i trofei
Indimenticabili e indelebili sono anche le sue frasi e le sue espressioni che l’hanno reso ancor più celebre in tutto il mondo del calcio. Alcune di queste sono talmente famose da essere diventate veri e propri marchi. Vediamo di seguito le citazioni più belle
“Rigore è quando arbitro fischia”
- Era la frase con cui Boskov risolveva le questioni arbitrali: una vera e propria lezione di filosofia e di stile applicati al calcio
“Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra”
- Ed effettivamente sono in tutto 14 le squadre diverse allenate dal tecnico serbo
“Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda mini, l’anno dopo le metti nell’armadio”
- Grazie a frasi come questa, spontanee e allo stesso tempo ricercate, Vujadin Boskov è riuscito a farsi amare in tutte le piazze dove è stato, senza mai prendersi troppo sul serio
“Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0”
- Il calcio, in fondo, è un gioco pratico dove alla fine grande importanza ha soprattutto il risultato. Una delle caratteristiche di Boskov era proprio quella di rendere semplice lo sport più seguito al mondo
“Gullit è come cervo che esce di foresta”
- È proprio di Boskov una delle più belle descrizioni mai fatte di Ruud Gullit, un talento selvaggio, che il tecnico definì così nel 1993, quando dal Milan si trasferì alla Sampdoria. Tornato in rossonero dopo un anno, Boskov aggiunse: “È tornato nella foresta”
“Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili”
- Inossidabile e assolutamente ricambiato il suo rapporto con la Sampdoria, con la città di Genova e la tifoseria blucerchiata
“La zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona. Dov’è lo spettacolo?”
- Altra frase celebre e assolutamente incontrovertibile: quando la difesa a zona iniziava a soppiantare quella a uomo, ecco una verità di Vujadin Boskov
“Se sciolgo io mio cane, lui gioca meglio di Perdomo…io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa, con mio cane”
- L’allenatore serbo si è sempre contraddistinto per la sua correttezza, raramente insultava o inveiva contro gli avversari, ma quando voleva essere tagliente – come nel caso del riferimento a José Perdomo, centrocampista uruguagio del Genoa – Boskov sapeva sempre come lasciare il segno
“Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello”
- Ecco come Boskov, in una delle rare volte in cui perse la pazienza con la stampa, si rivolse a un giornalista che pronosticava la retrocessione del suo Napoli. Che infatti a fine stagione non arrivò
“Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono”
- Non soltanto lo scudetto a Genova, tra i successi di Boskov anche un campionato spagnolo e due coppe del Re con il Real Madrid, due coppe Italia, una Coppa delle Coppe con la Samp. Per lui anche due finali di Coppa Campioni, perse entrambe 1-0