Accadde oggi, Francia '98: quasi-gol di Baggio. Cosa sarebbe successo?

Calcio

Vanni Spinella

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3 luglio 1998, durante i tempi supplementari di Italia-Francia assistiamo al più famoso quasi-gol della storia Azzurra. Abbiamo provato a immaginare come sarebbero cambiati gli eventi se quella palla fosse entrata in rete

Di quanto sarà uscita quella palla? Dieci centimetri? Forse anche meno. Ecco: 10 centimetri bastarono a cambiare radicalmente il corso degli eventi, quel 3 luglio del 1998, giorno del più famoso e doloroso quasi-gol della storia azzurra.

Italia-Francia, quarti di finale del Mondiale che si gioca in casa loro. Dopo 90’ di 0-0 ci si è spinti ai supplementari, dove vige la legge del golden gol o, come dicono gli inglesi, “sudden death”, morte istantanea. Più macabro, ma rende meglio l’idea: chi segna vince, e resta in piedi, l’altro piange.

Dal 20’ del secondo tempo c’è in campo anche Roberto Baggio, entrato al posto di Del Piero in accordo all’ennesima staffetta del nostro calcio: Cesare Maldini spera in un suo lampo di genio, sarà accontentato. Al 12’ del primo tempo supplementare Baggio dà un’occhiata ad Albertini, poi scatta nel cuore dell’area francese, leggermente decentrato sul versante destro, dettando il passaggio. La palla scodellata da Albertini scende, Baggio la segue con lo sguardo e poi la colpisce al volo, a incrociare, con tecnica superiore e con una coordinazione così perfetta da rendere il gesto bello in assoluto. Inutile cercare altri sinonimi: la bellezza si può nascondere anche in una girata di Baggio. La palla così dolcemente accarezzata sorprende Barthez, gelato a metà strada tra l’uscita e la riga di porta, gli sibila sopra alla pelata baciata da Blanc e si dirige verso il palo alla sua destra. Poi il tempo si ferma.

È un attimo, ma pare un tempo infinito. Quando le lancette tornano a girare, la palla è uscita di 10 centimetri, Baggio sospira con lo sguardo al cielo, Barthez si sbrina invecchiato di 10 anni, e per fortuna che non ha i capelli perché gli sarebbero diventati bianchi d’un colpo. Nel cuore dell’area francese Thuram si porta le mani sulla testa, come fosse uno di noi. È la reazione di un avversario, ma è quella che più di tutte rende l’idea perché così istintiva e genuina.

In quel momento, infatti, Thuram realizza di averla scampata davvero per un soffio: è come se gli scorresse davanti agli occhi il film di ciò che sarà e di quello che sarebbe stato se invece Baggio avesse segnato. Non è un caso che nella partita successiva, la semifinale contro la Croazia che 10 centimetri più a destra e non avrebbe mai giocato, Thuram sia l’uomo decisivo con una doppietta, gli unici due gol della sua lunghissima carriera in nazionale (142 partite). Come se quel giorno, al cospetto di Baggio, avesse veramente visto qualcosa. E allora eccola, la visione di Thuram: ovvero 5 cose che sarebbero cambiate totalmente se quella palla fosse entrata in rete.

Massimo rispetto per "l'addetto a guardare il pubblico", a bordocampo in giacca rossa, che si gira nel momento giusto e, a differenza dei colleghi scrupolosi, non si perde l'attimo che (non) farà la Storia

 

1. La prima, la più scontata: l’Italia avrebbe vinto quel Mondiale. Dite che non era una finale? Certo, ma dopo aver eliminato i padroni di casa con un gol del genere avremmo affrontato in totale fiducia la Croazia in semifinale e il Brasile del fantasma di Ronaldo in finale, nella rivincita di 4 anni prima. Vogliamo renderla più avvincente? Va bene: diciamo che allora la finale con il Brasile la vinciamo ai rigori. Ma con gol decisivo di Baggio.

 

2. Ovviamente cambia anche la storia personale di Baggio, che dopo quel Mondiale andrà all’Inter, ma da campione del mondo. A gennaio il secondo Pallone d’Oro, ma quel che più conta è che anni dopo non sarà quello del rigore sbagliato a Pasadena (come ogni tanto viene ingiustamente ricordato), ma l’eroe del golden-gol alla Francia.

 

3. Reazione a catena, tenetevi forte: perché se l’Italia vince ai supplementari, non c’è bisogno dei rigori. Niente traversa di Di Biagio, che due anni dopo, nella semifinale con l’Olanda a Euro2000, si presenta sul dischetto spavaldo, senza la giusta paura di chi viene da un rigore decisivo sbagliato. Non confessa più i suoi timori a Totti, che così non si vede costretto a rispondergli, per rassicurarlo, “mo je faccio er cucchiaio”. Cioè, in cambio del gol di Baggio magari ci saremmo persi il cucchiaio di Totti. Questa è dura da mandare giù.

 

4. Oltre a Roberto Baggio avrebbero vinto un Mondiale, tra gli altri: Maldini, Costacurta, Vieri. Gente che l’avrebbe meritato eccome. Ne avrebbero vinti due, invece (perché l’effetto a cascata non ha effetti sul 2006): Cannavaro, Del Piero, Nesta, Inzaghi e Buffon (che nella spedizione azzurra del 1998 era il terzo portiere della Nazionale). E lo zio Bergomi, campione del mondo a 18 anni (1982) e a 34 (1998).

 

5. Cancellata la doppietta di Zidane in finale, per lui niente Mondiale né Pallone d’oro. La Francia ha perso la sua grande occasione e anche all’Europeo del 2000 non fa la stessa paura. Il tiro di Wiltord in finale, al 93°, viene facilmente bloccato da Toldo. E comunque sarebbe stato solo il gol della bandiera francese, visto che la partita l'abbiamo già chiusa quando Zoff ha ideato il "modulo a 5 stelle" schierando contemporaneamente Totti, Del Piero, Fiore, Montella e Baggio (ovviamente convocato), lasciando Pessotto in marcatura su Zidane (mossa lungimirante che riscuote consensi da parte di tutta la critica). Insomma, possiamo dire con una certa sicurezza che per 10 centimetri non abbiamo fatto l’accoppiata Mondiale-Europeo.