Ulivieri: se li tolleriamo, è la fine della civiltà

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Il presidente dell'Assoallenatori sulla notte brava a suon di svastiche e cori inneggianti al fascismo dei 150 ultras italiani a Sofia in occasione della partita della Nazionale. ''Sento una forte repulsione. Mi cadono le braccia''. GUARDA IL VIDEO

Una "deriva" pericolosa che bisogna arginare, perché "in un periodo di tolleranza zero, essere tolleranti su episodi del genere è davvero grave". Renzo Ulivieri preferisce non fare la voce grossa, non vuole rispondere mostrando i muscoli a chi lo ha insultato mentre era in tribuna ad assistere a Bulgaria-Italia. Ma certo il tecnico toscano, presidente dell'Assoallenatori, non ha remore a condannare senza appello lo show a suon di svastiche e cori inneggianti al fascismo degli ultras al seguito della nazionale, a Sofia. E più che vergogna ha provato "dispiacere. Quando vedo le svastiche e tutte le altre cose sento una forte repulsione. Mi cadono le braccia".

Difficile indicare una ricetta per impedire che certe recrudescenze prendano piede, ma Ulivieri confida che l'insegnamento della "strada giusta" sia ancora possibile. "Ognuno di noi si deve impegnare, bisogna parlare altrimenti vengono meno i valori della Costituzione - prosegue l'allenatore - e per fortuna persone come il Presidente della Repubblica ce lo ricordano". Per Ulivieri dietro al riaccendersi di certe manifestazioni comunque c'è un clima generale che necessita di una inversione di tendenza. "Il clima è questo - ammette il tecnico - e c'è bisogno di rinsavire, di riappropriarsi di un modo di pensare civile e umano. Ripensare a modelli del passato è grave. Prendere le distanze anche per noi che operiamo nel calcio non basta in più: ci sono situazioni in cui bisogna avere anche il coraggio di andare in controtendenza. Il calcio, a dispetto di quello che a volte vediamo, è un grande mezzo di integrazione. Si tratta di vedere da quale parte stare e per me si deve scegliere la parte della società giusta, altrimenti l'imbarbarimento è garantito".

E non se la prende nemmeno con Abbiati, e l'intervista in cui ha manifestato la sua simpatia per l'ideologia fascista. "Lui è padrone di dire le scemenze che vuole, ne rende conto a se stesso". Quanto all'episodio che lo ha visto, suo malgrado, protagonista ieri, Ulivieri non minimizza. "Ho preferito non parlarne, perchè così si dà solo importanza facendo pubblicità a certa gente" conclude Ulivieri.