Rimpianto nerazzurro, l'Inter disse no a C. Ronaldo

Calcio
Cristiano Ronaldo, vincitore del Pallone d'Oro il prestigioso riconoscimento assegnato dalla rivista France Football
ronaldo_france_football_pallone_oro

Come Ronaldinho, il vincitore del Pallone d'Oro fu vicinissimo al club di via Durini quando era giovanissimo: consigliato da Suarez, ci fu chi non volle fare il "sacrificio" di prelevarlo dallo Sporting Lisbona per pochi milioni di euro

di AUGUSTO DE BARTOLO

Facile parlare con il senno di poi, quando le valutazioni risultano più semplici e gli errori macroscopici. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, lo sa l'Inter, a sue spese, lo sa il Milan a proprio ma ritardato beneficio. Così fu con Ronaldinho (ora tra i migliori rossoneri), la stessa cosa è accaduta con Cristiano Ronaldo. Una maglia nerazzurra appena sfiorata da giovanissimo, la lungimiranza di un talent scout come Luisito Suarez, la negligenza di chi, all'epoca, non volle investire sul portoghese. Non che l'Inter sia rimasta con un pugno di mosche in mano, sia chiaro, l'organico è certamente tra i migliori d'Europa, ma a voler proprio affondare il coltello nella piaga, portoghese per portoghese, Ronaldo sarebbe stato preferibile a Quaresma.

Facile dirlo ora, certo, anche se, a suo tempo, Suarez cercò di convincere i dirigenti nerazzurri a fare il sacrificio. Correva l'anno 2002 e sarebbero bastati poco più di qualche milione di euro per prelevarlo da uno Sporting Lisbona non certo in buone condizioni economiche. Talento acerbo si disse, tutti d'accordo a lasciarlo lì a maturare in Portogallo, tempo sprecato inutilmente trascorso a vantaggio del Manchester United e all'occhio attento di Sir Alex Ferguson che non attese oltre per consegnargli quella maglia numero 7 che fu della leggenda George Best, ben consapevole che quel cognome, riferito a Cristiano Ronaldo, un giorno, sarebbe stato a significare semplicemente "il migliore".