Mancini: "Ho rescisso con l'Inter perché voglio allenare"

Calcio
Disoccupato illustre. Robero Mancini non vede di tornare in panchina
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Il tecnico di Jesi, disoccupato da oltre un anno, vuota il sacco alle Iene: "Preferirei lavorare in Premier. Ho ricevuto tre-quattro proposte ma non è vero che non alleno perché chiedo troppi soldi, il denaro non è mai stata la cosa principale"

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“Ho rescisso con l'Inter perché ho voglia di tornare ad allenare. Dove? Preferirei in Premier". Roberto Mancini si confessa, in un'intervista esclusiva realizzata da "Le Iene Show" che andrà in onda domani. "Non alleno da un anno e qualche mese, in questo periodo ho ricevuto tre-quattro proposte ma non è vero che non alleno perché chiedo troppi soldi, il denaro non è mai stata la cosa principale, né da giocatore, né da allenatore", spiega l'ex tecnico di Inter, Lazio e Fiorentina ("in viola ho vissuto la peggiore esperienza da allenatore, ci sono stati grandissimi problemi economici", ricorda), che nel suo palmares vanta 3 scudetti, 4 coppe Italia e 2 Supercoppe italiane.

Non gli piaceva la discoteca da calciatore, dice che Adriano all'Inter ha vissuto "un momento difficile" e che con Balotelli non ha mai fatto un giro in Ferrari: "Ci sarei andato se mi avesse invitato, ma non aveva la Ferrari". Scherza, il Mancio. Ma poi spiega: "Mario non è cattivo. Se diventerà come Ibra? Magari... In Nazionale non è mai stato chiamato, però secondo me era un giocatore che poteva essere molto utile".

Quando era all'Inter "abbiamo vinto quasi tutto, dopo vent'anni che l'Inter non vinceva. Cosa non ha funzionato? Il presidente - racconta l'ex fuoriclasse jesino - ha deciso di cambiare, mi ha spiegato che era per quella cosa che ho detto dopo Liverpool, ma secondo me non è così". Si dichiara "non pentito" per quella conferenza stampa post-Liverpool, ma ammette di aver chiesto a Moratti di comprare Antonio Cassano. "E' un fenomeno, fa le cassanate perché é un fuoriclasse ma Lippi non lo convoca perché non gli piacerà come giocatore". "Mi piacerebbe allenare gli azzurri", dice ancora Mancini, che disegna anche la sua formazione ideale: "Buffon, Zambrotta, Nesta, Barzagli, Grosso, Pirlo, De Rossi, Gattuso, Cassano, Toni, Totti".

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