Balotelli capro espiatorio. E il razzismo corre sul web

Calcio
Mario Balotelli con Costanza Caracciolo: le urla razziste contro SuperMario sono ormai una patologia del calcio
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Blog e siti internet diventano il preciso termometro di una situazione calda, apparentemente fuori controllo. Contro il fuoriclasse dell'Inter è in atto una campagna delirante: ecco i precedenti più infami. GUARDA GLI HIGHLIGHTS DELLA SERIE A

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di ALFREDO ALBERICO

“Se saltelli, muore Balotelli”, parole e musica degli ultrà della Juventus. Durante la partita di domenica sera contro l’Udinese è il coro che risuona con insistenza all’Olimpico di Torino. In campo l’avversario è la squadra friulana, ma i supporters della Vecchia Signora, che hanno in testa la sfida con l’Inter, ancora una volta prendono di mira l’attaccante nerazzurro. Era già accaduto nell’ultimo derby d’Italia della scorsa stagione. E poi, come se non bastasse, c’è la vetrina europea, mercoledì sera a casa del Bordeaux, per sferrare il colpo. Nel pre-partita di Champions League riecheggia lo stesso coro, Buffon e il ds Secco intervengono per provare a far tacere i circa 300 sostenitori.

Come spesso avviene, blog e siti internet diventano il preciso termometro di una situazione assai calda, apparentemente fuori controllo. Sul web in molti si chiedono se un coro come “se saltelli, muore balotelli” può essere considerato un insulto razzista. Pensieri e parole che in alcuni casi sono vero e proprio delirio xenofobo.

Non c’è multa o gara a porte chiuse che tenga, oramai quella contro Balotelli è una campagna avviata da mesi e coinvolge diverse curve italiane, non solo quella bianconera. Si pensi a quanto accaduto a Cagliari lo scorso settembre. Per Moratti, presidente dell’Inter, quella partita andava sospesa.La regola c’è, tocca all’arbitro applicarla.

Ma perché molte tifoserie sono contro Balotelli? SuperMario è quello che i manuali del calcio definirebbero genio e sregolatezza. Quando il carattere impulsivo ha il sopravvento sulle grandi doti atletiche e tecniche, il giovane attaccante provoca o cede alle provocazioni degli avversari, in campo e sugli spalti. E si accende la miccia. E questo, per alcuni, giustificherebbe tanto odio nei sui confronti.

La storia del calcio è piena di episodi di intolleranza. Lo sa bene, senza andare troppo indietro con la memoria, Zoro, ex difensore del Messina. Nel 2005 il giocatore ivoriano mise in atto una vera rivoluzione fermando una partita perché dagli spalti gli piovevano addosso offese del tipo “negro di merda” . I cori infami provenivano dal settore occupato dai tifosi dell’Inter. Ma altre volte non è il colore della pelle a mettere in moto l’onda razzista. Tutto può nascere anche da un fatto di cronaca, come l’omicidio di Giovanna Reggiani da parte di un rom nel 2007. Ne fece le spese Adrian Mutu, attaccante rumeno della Fiorentina, pesantemente insultato all’Olimpico contro la Lazio.

I fischi dei tifosi della Juventus contro Balotelli hanno lasciato il segno in Francia. La Licra (associazione che lotta contro il razzismo) ha annunciato l'intenzione di sporgere querela ed ha chiesto all'Uefa di "reagire fermamente "contro chi ha insultato l'attaccante dell'Inter e di adempiere agli impegni presi dal suo presidente, Michel Platini, di non trascurare queste derive razziste”.  Sacrosanto, ma nessuno dimentichi che il razzismo è un fenomeno assai radicato nel calcio europeo. Francia compresa, dove anche il nostro Fabio Grosso, nel corso della sua avventura a Lione, è stato oggetto di insulti perché italiano.