Giù la maschera, i figli d'arte nella Coppa Carnevale

Calcio
Filippo Boniperti porta un cognome pesante, quelo del nonno Giampiero vero pezzo di storia della Juventus (Foto LP)
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Non solo future promesse, il Torneo di Viareggio porta con sé diversi cognomi noti. Boniperti, Ballardini, Mancini, Giovinco, Comi sono i ragazzi che devono sopportare un'eredità pesante: resisteranno alle pressioni? TUTTE LE CURIOSITA' SUL TORNEO

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di AUGUSTO DE BARTOLO

Dicono che abbia la stessa fantasia del padre, solo il tempo sarà giudice. Di certo porta lo stesso cognome del 14enne che nel lontanissimo 1978 arrivò a Bologna e che due anni e mezzo più tardi esordì in serie A sugellando con la città un amore intenso ma breve. Andrea Mancini, un cognome che pesa, una passione infinita per il rossoblù, oggi ha 18 anni e si affaccia al grande calcio sul palcoscenico più importante per un giovane calciatore. E' uno dei figli d'arte che il Torneo di Viareggio presenta ai nastri di partenza. Trequartista, come papà Roberto, anche se, si dice, sia più rapido e più che un 10 sembra un 9 e mezzo. Fatto sta che il destino, da calciatore, lo ha scritto nella data di nascita: il 13 settembre, lo stesso giorno in cui Mancio Senior mise per la prima volta piede su un campo di serie A.

Da Bologna a Cesena la distanza è breve, la storia diversa, il nome sulla maglia ha tre lettere in più ma il peso specifico è sicuramente inferiore. Non lo saranno, certo, le pressioni per Elia Ballardini, professione centrocampista, altro figlio d'arte di un allenatore salito alla ribalta da qualche anno a questa parte. Classe '91, Elia spera in una carriera migliore di quella del papà che, sempre in bianconero, non ebbe grande fortuna da calciatore. Gli addetti ai lavori dicono sia uno dei più promettenti. L'influenza, sul piano tattico, di mister Davide deve averlo in qualche modo forgiato: corsa, ritmo e buona tecnica sono alla base di un centrocampista completo.

Di bianconero in bianconero, prestigio differente però, specie se la squadra chiamata in causa è la Juventus. In questo caso, uno strappo alla regola, il cognome non è quello di papà, o meglio, è anche quello di papà, ma soprattutto di nonno Giampiero. Il “Marisa” è un pezzo vivente di storia della Signora e con Filippo (classe '92) non ama parlare dei suoi trascorsi, preferisce che il giovane nipote non sia pressato dall'invadenza del suo passato. Nella Primavera bianconera il Boniperti junior è tra i più bravi ed è stato convocato, di recente, anche in prima squadra. Il consiglio del nonno è sempre lo stesso: vedi la palla prima che ti arriva, dribbla rapido e tira in porta. Seguirlo resta un obbligo.

Fare gol può essere più semplice grazie anche agli assist che potrebbe garantire Giuseppe Giovinco. Sebastian è uno dei talenti più puri della Juventus e del calcio italiano e il quasi identico fratellino ha tutta l'intenzione di ripercorrere le sue orme. Stessi capelli (rapati a zero), identico ruolo, ma Giuseppe ci tiene a precisare: "Io sono più alto", di quanto? Due centimetri, ma magari faranno la differenza.

E sempre per restare sulle rive del Po ed accendere un possibile derby, sponda granata tocca a Gianmario Comi (classe '92) tenere alto il nome di famiglia. Papà Antonio è responsabile del settore giovanile del Toro ed è stato un arcigno difensore. Gianmario ha carpito i segreti dal babbo e li ha trasformati in un'arma da contrappasso. Fa l'attaccante e conosce i trucchi per battere i difensori. Alla Juve ne sanno qualcosa...

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