Marino: ho pagato prima dell'allenatore, unico caso al mondo

Calcio
Tris d'assi. Marino ha portato a Napoli Marek Hamsik ed Ezequiel Lavezzi
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L'ex dg ripercorre i suoi 5 anni al Napoli e torna sul suo divorzio dagli azzurri: "L'infallibilità non esiste, ho fatto certamente alcuni errori. Avevo preso Di Natale. Un giornale mi inquinò la trattativa con il Saragozza per Milito". I GOL DEL NAPOLI

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"Non mi aspettavo l'Udinese così in basso, il Napoli invece per me non è una sorpresa. De Laurentiis voleva fare il massimo, l'obiettivo iniziale era l'Europa League ma da uomo ambizioso vorrà, in futuro, anche lo scudetto, al di là di investimenti di Milan o Inter". Così l'ex direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, a 'Radio Kiss Kiss Napoli' parla della squadra partenopea, cui resta sempre molto legato. "Inler? Giocatore di caratura internazionale, darebbe più forza muscolare al centrocampo del Napoli. L'operazione sarebbe ideale, poi bisognerebbe vedere i tempi di ambientamento del calciatore. Il mio divorzio dal Napoli? Ho pagato prima dell'allenatore, unico caso credo al mondo. L'infallibilità non esiste, ho fatto certamente alcuni errori".

Nel calcio, ha continuato, "però contano i parametri economici e credo di aver centrato i miei obiettivi, nel primo quinquennio. Le casse sociali scoppiano di salute e spero che questo si ricorderà, in futuro. Ho sbagliato uno o due giocatori, in ogni campagna acquisti. Avevo preso Di Natale, per impegni familiari non sì è concretizzato il suo trasferimento al Napoli. Sarebbe stato un tridente da sogno, con Lavezzi e Quagliarella. Antonio avrebbe dato quel contributo necessario, in termini di fantasia e soprattutto gol, che forse ora sta mancando alla squadra". Milito? "Un giornale di Napoli mi inquinò la trattativa con il Saragozza per una soffiata che aveva avuto dal gestore del ristorante con cui ero a cena per prendere il calciatore", ha risposto Marino, "le basi per prendere Milito c'erano tutte, poi dopo quella notizia il presidente del Saragozza, forte della mancata retrocessione, sparò qualcosa come 30 milioni di euro, una cifra improponibile. Dunque decidemmo di prendere Denis, acquistammo comunque il capocannoniere del campionato argentino e con il restante denaro facemmo altre operazioni. Milito poi non credo sarebbe stato venduto all'Inter, perché De Laurentiis non lascia partire certi campioni". 

Su Blasi e Mannini Ha chiarito: "Ne parlammo anche con Donadoni, non ho deciso da solo. A lungo andare, comunque, non credo di dover rimpiangere le loro partenze da Napoli. Mannini, comunque, non credo avrebbe avuto molto spazio, con un Maggio in forma Mondiale. La Champions? Mi guarderei bene dalla Roma e da un eventuale ritorno del Genoa, che con i campi asciutti può fare grandi cose. La Juventus, poi, sarà sicuramente una grande antagonista, per la caratura di organico che ha e per Zaccheroni". Il mercato di gennaio ha portato a Napoli solo Dossena? "Sono d'accordo con Mazzarri che vuole preservare certi equilibri, ma non concordo sul fatto di avere una rosa così ristretta", ha osservato Marino, "ad esempio Datolo e Contini potevano far comodo. Dossena, comunque è un calciatore che se recuperato sul piano fisico può fare benissimo. Hoffer? Ho preso questo calciatore in una squadra dove ci sono attaccanti di valore. L'austriaco è stata un'operazione in prospettiva, un giocatore che deve sentire la fiducia della società per crescere. Il Napoli deve fare operazioni in prospettiva, anche sbagliando, ma le deve fare". E ha concluso con una battuta sul Mondiale: "Chi andrà? De Sanctis sicuramente, poi in pole metterei anche Maggio e Quagliarella. Per Dossena invece l'unica perplessità è data dalla sua condizione fisica".