Roma e Milan, ecco perché si può battere (o no) l'Inter
CalcioA sei giornate dal termine del campionato le inseguitrici non mollano i nerazzurri e la lotta si fa avvincente. I giallorossi hanno un calendario migliore e una condizione invidiabile. I rossoneri puntano su entusiasmo e orgoglio. GLI HIGHLIGHTS SU SKY.it
Una volata che si fa sempre più intensa e se l'Inter resta la favorita per la vittoria finale le inseguitrici non mollano. Ecco tutti i perché Roma e Milan possono vincere, o non, il Tricolore.
INTER
Perché sì
Juventus, Atalanta, Chievo: sono queste le prossime avversarie che l'Inter affronterà a San Siro dove nelle ultime 6 partite non ha subito neppure un gol. 3-0: questo il risultato delle ultime tre vittorie casalinghe. Contro il Bologna mancavano due uomini fondamentali come Maicon e Lucio, non c'era il sempre presente capitan Zanetti, Mourinho ha proposto sulla destra Santon, alle prese con un ginocchio sofferente eppure l'Inter non ha sofferto a dimostrazione di un'organizzazione complessiva collaudata e vincente. Stankovic sta attraversando un ottimo momento e non ha fatto avvertire l'assenza di Sneijder. Thiago Motta è in crescita costante e non solo per la sua prima doppietta. Forze nuove per il centrocampo dove regna la certezza Cambiasso. Il fatto che non tutti siano entrati in forma nello stesso momento, consente a Mourinho di avere sempre un organico all'altezza e di affrontare il triplice sprint finale con maggiori garanzie. La compattezza del gruppo è stata premiata dal perfetto reinserimento di Balotelli subito titolare, subito in gol. E' il talento in più e le sei esclusioni mostrano ora il loro lato positivo: ha riposato, si è caricato, può raccogliere il testimone del gol da Milito. Per un attacco che può contare anche su Eto'o, ormai sbloccato sia in Champions, sia in campionato.
Perché no
Lontano da San Siro l'Inter potrebbe perdere punti importanti e ne resta solo uno da proteggere ancora per altre sei partite dalla voglia di rimonta delle inseguitrici, la Roma soprattutto. Le difficoltà fuori casa sono evidenziate dall'unica vittoria nelle ultime sette trasferte. 5 sono quelle giocate dal 20 marzo: una ogni 3,5 giorni. Ritmo che l'Inter, unica squadra ancora in gara in tutte e tre le competizioni, dovrà sostenere almeno fino alla sfida contro la Juventus del 17 aprile. L'importanza della Champions e le aspettative possono condizionare il campionato. Il 20 ci sarà l'eventuale semifinale contro la vincente tra Arsenal e Barcellona, e per due volte, a Catania e Roma, l'Inter è caduta in Italia prima di affrontare l'Europa.
ROMA
Perché sì
22 risultati utili consecutivi, terza vittoria di fila, e soprattutto l'Inter ancora lì, a un passo. Sono soprattutto questi numeri, impensabili ad inizio stagione, ad alimentare il sogno della Roma. Ma non solo. La squadra sta bene, non ci sono infortunati. A Bari ha sofferto un po' il primo caldo di stagione, ma ha comunque gestito bene la partita rischiando pochissimo dopo il vantaggio. Un gol che è il riassunto di un altro punto di forza della Roma: da Totti a Toni a Vucinic, il tridente ha funzionato e può essere l'arma in più nel finale di stagione. Fra gli altri, va segnalato lo straripante momento di Pizarro e la crescita continua di Cassetti. Infine c'è la spinta dei tifosi e un calendario che, derby a parte, va in discesa. Basti pensare alle ultime 3 giornate contro Parma, Cagliari e Chievo, potenzialmente prive di motivazioni concrete.
Perché no
Il derby, appunto. La Lazio è uscita dal suo momento peggiore, ma non è ancora fuori dalla lotta salvezza: due buoni motivi, se mai ne servissero, per giocare alla morte la sfida con la Roma e rovinare i sogni di gloria di Totti e compagni, prendendosi anche una rivincita della sconfitta dell'andata. La squadra di Ranieri, molto romana a cominciare dal suo allenatore, potrebbe soffrire la pressione della sfida. Per il resto è difficile trovare ostacoli consistenti sul cammino dei giallorossi, anche se l'Atalanta assetata di punti salvezza non va sottovalutata. Gli altri dati negativi restano gli stessi di prima: la disabitudine a lottare per il titolo, l'eccesso di euforia e, naturalmente, il vantaggio che l'Inter conserva in classifica.
MILAN
Perché sì
Il Borriello ritrovato ha inventato l'1-0, prima di mangiarsi due gol quasi fatti con il Cagliari. Huntelaar, per un pomeriggio, è tornato quello dell'Ajax e visto solo a sprazzi più a Madrid che in Italia. E con gol così, il mondiale è sicuro. Ronaldinho va a corrente alternata. Ma nella ripresa è una sua punizione l'unico lampo rossonero. Leonardo ha il coraggio della gioventù. Il suo 4-2-fantasia non può prescindere da Seedorf e spinge la squadra oltre i limiti di una rosa magari da svecchiare ma che ha ancora intatto l'orgoglio dei campioni. Come il rinato Dida, che nel giorno della sua 200esima in A ha salvato i sogni scudetto prima su Matri e poi su Larrivey. Su Cossu, invece, lo ha salvato Antonini.
Perché no
La difesa prende troppi gol, lo ha sottolineato pure Borriello, subito bacchettato da Leo, che prima delle critiche vorrebbe magari una squadra capace di chiudere le partite. Mission forse meno impossible se Leo non dovesse inventarsi ogni volta la formazione, a causa degli infortuni. Anche perché la panchina non è certo quella dei tempi d'oro. E il calendario non aiuta. Da qui alla fine, è il più difficile fra le tre in corsa per il titolo: Catania in casa, Sampdoria e Palermo fuori, Fiorentina a San Siro, Genoa a Marassi e chiusura a Milano con la Juventus. Non necessariamente un male, per la squadra col miglior rendimento esterno del torneo: 8 vittorie, una in più di Inter e Juventus. Ma sicuramente un handicap in più.