Branca senza paura: "Sorpasso? Non ci preoccupa"

Calcio
Cambiasso e Lucio, le facce dello sconforto nerazzurro dopo il pareggio di Firenze
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Al termine della gara con la Fiorentina, il direttore dell'area tecnica dell'Inter analizza la classifica: "La Roma può superarci, ma c'è ancora una partita da giocare". Sul silenzio di Mourinho: "E' una sua scelta, parlare non è un suo dovere"

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Domani l'Inter rischia di non trovarsi più in testa alla classifica. Il pareggio di Firenze potrebbe costare il primato ai nerazzurri, a +2 sulla Roma che domani, battendo l'Atalanta, completerebbe la rimonta, portandosi davanti alla formazione di Mourinho. "Non siamo preoccupati", ha detto Marco Branca, direttore dell'area tecnica nerazzurra, "Non pensiamo a quello che farà la Roma, noi abbiamo giocato oggi contro un'ottima squadra, potevamo anche vincere ma abbiamo fatto quello che dovevamo. Non abbiamo paura, siamo consapevoli che c'è questa possibilità matematica del sorpasso ma c'è una partita ancora da giocare".

Quello contro i viola era il primo di una mini-serie di impegni importanti e ravvicinati ma forse qualcuno aveva già la testa al Barcellona. "Noi tentiamo di fare tutte le partite al massimo delle nostre possibilità", ha replicato, "Può darsi che inconsciamente sia vero ma come professionisti dobbiamo combattere questa situazione inconscia". Del resto, "nel primo tempo abbiamo sempre tenuto la palla e abbiamo cercato sempre di essere pericolosi, anche se qualche volta in contropiede può darsi che la Fiorentina sia stata un po' più pericolosa".
Branca non nasconde qualche rimpianto per la vittoria sfuggita: "Sull'azione che ha portato al calcio d'angolo da cui è nato il pari della Fiorentina non siamo stati concentrati come tutte le altre volte. Abbiamo forse pensato che dopo il vantaggio fosse finita".

Sull'infortunio nella fase di riscaldamento di Stankovic, il dirigente nerazzurro spiega: "Si è trattato di un indurimento muscolare e abbiamo preferito non rischiare". Infine una battuta sul silenzio di Mourinho: "Credo abbia scelto di rinunciare a parlare, per lui non è un dovere".

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