Moggi: altri erano peggio della Juve. Ascolta gli audio

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L'ex dg bianconero, ospite di Maurizio Belpietro a "Mattino Cinque", dice la sua sulle nuove telefonate rese note e accusa: "John Elkann non ci ha difesi. Chi ha vinto quello scudetto è in quelle intercettazioni. Era lo scudetto degli onesti?"

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“Ci sono altri che facevano peggio della Juventus”, ha detto Luciano Moggi intervistato da Maurizio Belpietro a Mattino Cinque, parlando di Calciopoli. Un’affermazione scaturita dalla domanda se vi siano nella vicenda altri responsabili, a livello di dirigenti, anche di Federcalcio. “E’ un punto interrogativo sul quale devono riflettere in parecchi. Perché queste cose non c’erano nel processo, non so se sono state messe da una parte volutamente. Comunque qualcuno ne dovrà rispondere dovrà chiarire queste cose perché sicuramente è un qualcosa che ha portato alla luce in maniera decisamente negativa la Juventus, mentre ci sono altri che facevano peggio della Juventus”.

Il ruolo della Telecom - Moggi ha qui precisato: “Non reati, lo ripeto, ma facevano gli interessi della propria società e andavano avanti come treni. Io mi ero accorto di queste cose ed è per questo che sorvegliavo. E’ per questo che nel primo interrogatorio che ho fatto ho detto che c’era lo spionaggio industriale”. E a questo punto Moggi ha introdotto anche un altro risvolto: “Di Telecom ancora non si parlava, e poi è venuto fuori Telecom e poi è venuto fuori Tavaroli...”. Alla domanda di Belpietro su cosa c’entri Tavaroli in questa vicenda, l’ex dirigente bianconero ha risposto: “Esiste un interrogatorio di Tavaroli in cui lui dice al pm ‘mi ha chiamato Moratti in ufficio alla Saras, c’era Facchetti e mi hanno detto che Facchetti era un referente mio per queste determinate cose, abbiamo chiamato Cipriani ed è andata avanti la cosa. Quindi è tutto un insieme che ha fatto sì che la Juventus fosse la strega di un qualcosa, mentre facendo così qualcuno ha pensato si tolgono loro e noi facciamo quello che vogliamo. E in effetti tutto quello che è successo da quel momento ad oggi sta a testimoniarlo”.

L'attacco a John Elkann - Ma ce n'è anche per la proprietà della Juventus.  “Io a Elkann ho detto quello che pensavo: che non ci ha difeso, ci ha messo all’indice di fronte a tutti non difendendoci”. Ha affermato poi Luciano Moggi, riferendosi alla lettera che nei giorni scorsi ha scritto al vicepresidente della Fiat. “Sapevo già che non ci poteva difendere e non ci doveva difendere, perché nel 2004 aveva parlato con Blanc, in Africa, per dire che si sostituiva sia me sia Giraudo. Quindi nel 2004 sapeva già quello che doveva fare. L’ha fatto, beato lui. I risultati non gli danno ragione. In pratica i tifosi, e fanno male in certi casi a esagerare, certamente erano abituati a una squadra vincente. Adesso non c’è più quella squadra. E’ una squadra tutta da ricostruire grazie a John Elkann”, ha concluso.

E quello all'Inter - “Quelli che hanno vinto quello scudetto sono in quelle intercettazioni. Era lo scudetto degli onesti? Mi trovino le intercettazioni di quando io ho parlato con gli arbitri. Venivano loro negli spogliatoi...”. Moggi ha definito tutta la vicenda “una cortina fumogena”. “Volevano far fuori una società che dava fastidio a tutti con i propri dirigenti. Poi si è mischiata la morte dell’avvocato Agnelli e del dottor Agnelli (Umberto, ndr). Ergo, se non succedeva questa cosa qua...”. ha detto Moggi. L'ex direttore generale bianconero ha ribadito che i suoi difensori “non vanno alla ricerca di imputazioni diverse” e ha aggiunto: “Tutti parlano di tutto e con tutti, anche quelli che stanno nelle 75 nuove intercettazioni”. E ancora: “Non c’è alcun colpevole, perché non sono reati quelli di interessarsi della propria società per fare in modo, senza denaro, anche perché noi non ne avevamo...”. Moggi ha parlato anche di Facchetti: “Ha telefonato prima della partita dell’Inter per parlare non di donne o di film, ma di un qualcosa che riguardava la partita, la griglia e gli arbitri da mandare. E ha detto precisamente ‘mandatemi il numero uno’, e il numero uno era Collina”.