Volata scudetto, l'Inter alla prova dei nervi distesi
CalcioDopo la vittoria a Parma la Roma ha riconquistato il primato, ma oggi i nerazzurri possono chiudere i conti contro la Lazio. A patto che non mostrino il "braccino", come Gulbis con Nadal. E se l'Atalanta vince col Bologna... I GOL DELL'INTER E LE FOTO
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VOLATA SCUDETTO, LO SPECIALE
di Luca Tommasini
Quando la lotta scudetto diventa come l'ultimo scambio di una partita di tennis, la differenza la fanno i nervi. Quelli che hanno trasformato il braccio di Gulbis nel braccino incapace di mettere a segno un solo punto nel game decisivo al servizio contro Nadal, e quelli che hanno frenato la Roma in casa con la Sampdoria una settimana fa.
Ora la palla che scotta, colpita da Parma con un pallonetto di Totti in stile calcio-tennis, è nella metà campo dell'Inter, che deve battere la Lazio per buttarla oltre la rete e riportarsi in testa alla classifica. Una Lazio che nel pomeriggio saprà se dovrà ancora palleggiare rischiosamente per la salvezza con l'Atalanta (che battendo il Bologna andrebbe a soli 3 punti), o se potrà permettersi di essere solo un arbitro della partita scudetto. Una partita arrivata praticamente al match-point per l'Inter, dato che, dopo la gara dell'Olimpico, avrà il Chievo a San Siro e il Siena all'ultima giornata.
E se l'ambiente annunciato dovrebbe essere a favore dei nerazzurri, visto che i tifosi laziali vogliono paradossalmente la sconfitta per negare lo scudetto alla Roma, l'Inter dovrà però fare i conti con la pressione. Quella che ha avuto addosso la Roma nelle ultime tre partite giocate dopo l'Inter, e che ora è tutta sulle spalle degli uomini di Mourinho, ormai abituati e vaccinati però a fronteggiare situazioni come questa. Chi è uscito vivo dal Camp Nou in dieci contro undici, non può certo avere paura di uno stadio amico, né di se stesso. Il braccino del 5 maggio 2002 ora è molto, molto più robusto.
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Quando la lotta scudetto diventa come l'ultimo scambio di una partita di tennis, la differenza la fanno i nervi. Quelli che hanno trasformato il braccio di Gulbis nel braccino incapace di mettere a segno un solo punto nel game decisivo al servizio contro Nadal, e quelli che hanno frenato la Roma in casa con la Sampdoria una settimana fa.
Ora la palla che scotta, colpita da Parma con un pallonetto di Totti in stile calcio-tennis, è nella metà campo dell'Inter, che deve battere la Lazio per buttarla oltre la rete e riportarsi in testa alla classifica. Una Lazio che nel pomeriggio saprà se dovrà ancora palleggiare rischiosamente per la salvezza con l'Atalanta (che battendo il Bologna andrebbe a soli 3 punti), o se potrà permettersi di essere solo un arbitro della partita scudetto. Una partita arrivata praticamente al match-point per l'Inter, dato che, dopo la gara dell'Olimpico, avrà il Chievo a San Siro e il Siena all'ultima giornata.
E se l'ambiente annunciato dovrebbe essere a favore dei nerazzurri, visto che i tifosi laziali vogliono paradossalmente la sconfitta per negare lo scudetto alla Roma, l'Inter dovrà però fare i conti con la pressione. Quella che ha avuto addosso la Roma nelle ultime tre partite giocate dopo l'Inter, e che ora è tutta sulle spalle degli uomini di Mourinho, ormai abituati e vaccinati però a fronteggiare situazioni come questa. Chi è uscito vivo dal Camp Nou in dieci contro undici, non può certo avere paura di uno stadio amico, né di se stesso. Il braccino del 5 maggio 2002 ora è molto, molto più robusto.