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Calcio
Mannini e Possanzini, protagonisti dell'ultima protesta propiziata da una loro denuncia al Tas
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Il primo si verificò il 16 e il 17 marzo 1996. Ma per trovare la prima minaccia bisogna risalire all'11 maggio 1969. L'ultima protesta è datata 30 gennaio 2009, quando l'Aic solidarizzò con i calciatori Daniele Mannini e Davide Possanzini. VIDEO

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Tante minacce, tante proteste ma un solo sciopero nella storia della Serie A. Quello minacciato dall'Aic (Associazione italiana calciatori) per la quinta giornata del massimo  campionato di 2010-2011 sarebbe solamente il secondo nella storia del calcio italiano. Il primo si verificò il 16 e il 17 marzo 1996, quando i calciatori si rifiutarono di scendere in campo per protestare contro la mancata soluzione di una serie di questioni: il Fondo di Garanzia, la modifica della Legge 91, il rinnovo dell'Accordo Collettivo, la previdenza, i parametri dopo l'entrata in vigore della  Legge Bosman, la ristrutturazione dei campionati, le situazioni di  morosità, le aggressioni ai calciatori e la richiesta del diritto di  elettorato attivo e passivo.

Per trovare il primo sciopero solo minacciato, invece, bisogna tornare all'11 maggio 1969, quando gli assi del pallone chiesero l'abrogazione della norma che permetteva alle società di serie A  e B di ridurre gli emolumenti del 40% se i giocatori in questione non avessero raggiunto un determinato numero di presenze. La diatriba si risolse con l'accettazione delle richieste dell'Aic e l'annullamento della norma.

Il 14 aprile 1974 invece le  partite iniziarono con 10 minuti di ritardo in segno di solidarietà con il giocatore Augusto Scala, che rifiutò il trasferimento dal Bologna all'Avellino. Negli anni successivi furono poi numerose le agitazioni prospettate ma mai attuate fino in fondo.

Fino almeno al maggio 1986, quando l'Aic proclamò un altro inizio ritardato dei match, questa volta di 15 minuti, per gli atteggiamenti tenuti dai presidenti del Pisa, Romeo Anconetani e del Catania, Angelo Massimino.

Un altro ritardo, questa volta di 45 minuti, si verificò il 18 dicembre 1994, 12esima giornata di A: in quell'occasione le motivazioni furono prevalentemente economiche e riguardarono il mancato pagamento degli stipendi dei giocatori appartenenti alle società non ammesse ai campionati. Dopo il 1996, si sono verificati altri inizi ritardati dei match.

Il 22 e il 23 dicembre 2000 le squadre scesero in campo 15 minuti dopo rispetto all'orario di inizio. Nell'iniziativa l'Aic fu affiancata da Figc, Leghe, Aiac e Aia per protestare contro la  violenza nel calcio e le numerose aggressioni subìte dai calciatori, culminate con la bomba molotov lanciata contro il pullman dell'Inter il 14 dicembre.

Motivazioni simili nel ritardo dell'8 dicembre 2002, quando l'Aic si mosse contro le aggressioni ai danni dei calciatori Emanuele Manitta del Messina e Francesco Baldini del Napoli. L'ultima protesta è datata 30 gennaio 2009, quando l'Aic solidarizzò con i calciatori Daniele Mannini e Davide Possanzini, sospesi dal Tas di  Losanna per essersi presentati in ritardo ad un controllo antidoping, anche quel giorno furono decretati e attuati 15 minuti di ritardo.