Italia-Serbia: rigiochiamo. La Figc: no, sarebbe un regalo
CalcioLa Federcalcio serba va da Platini, ma il direttore generale della Figc Valentini non ci sta. L'ordinamento sportivo di tutto il mondo prevede il criterio della responsabilità oggettiva. Il verdetto della Uefa è atteso per il 29 ottobre. FOTO E VIDEO
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Una delegazione della Federcalcio serba (Fss), guidata dal presidente Tomislav Karadzic, si è recata oggi alla sede della Uefa a Nyon (Svizzera) per chiedere al presidente Michel Platini la ripetizione della partita Italia-Serbia, sospesa il 12 ottobre scorso a Genova per le violenze e gli incidenti provocati dagli hooligan serbi. "Dopo gli incidenti, la situazione della nostra Federcalcio è un po' migliorata, e non è impossibile una ripetizione della partita", ha detto il vicepresidente della Federcalcio, Dragan Djordjevic. Una riunione alla Uefa sui fatti di Genova si terrà il 25 ottobre con la presenza dei rappresentanti di Serbia e Italia e del delegato Uefa della gara di Marassi. Il verdetto della Uefa è atteso per venerdì 29 ottobre.
Il no della Federcalcio - "Rigiocare la partita, magari anche a porte chiuse, sarebbe il miglior regalo che si potrebbe fare alla Federazione serba. L'ordinamento sportivo di tutto il mondo prevede il criterio della responsabilità oggettiva, è uno dei capisaldi. Non c'è dubbio che anche l'Italia subirà conseguenze". Antonello Valentini, direttore generale della Figc, si esprime così ad una settimana dai disordini che martedì scorso hanno provocato la sospensione del match Italia-Serbia. "E' stata una delle esperienze più tristi in tutti gli anni passati nel calcio. La decisione di sospendere la gara è stata presa dall'arbitro nella piena titolarità delle sue competenze. Ha ritenuto che non potesse essere garantita la sicurezza dei calciatori e degli ufficiali di gara. Credo che il comportamento, l'equilibrio, la saldezza di nervi delle forze dell'ordine abbiano limitato i danni e attutito i rischi di una situazione che poteva esplodere. Tenere la teppaglia serba in quel settore, secondo me, è stato il male minore. Penso che l'arrivo allo stadio sia stato accelerato ed è possibile che ci sia stata qualche smagliatura nei controlli: questi mascalzoni, molti dei quali ubriachi, avevano già creato danni in citta"', prosegue Valentini ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport.
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Il no della Federcalcio - "Rigiocare la partita, magari anche a porte chiuse, sarebbe il miglior regalo che si potrebbe fare alla Federazione serba. L'ordinamento sportivo di tutto il mondo prevede il criterio della responsabilità oggettiva, è uno dei capisaldi. Non c'è dubbio che anche l'Italia subirà conseguenze". Antonello Valentini, direttore generale della Figc, si esprime così ad una settimana dai disordini che martedì scorso hanno provocato la sospensione del match Italia-Serbia. "E' stata una delle esperienze più tristi in tutti gli anni passati nel calcio. La decisione di sospendere la gara è stata presa dall'arbitro nella piena titolarità delle sue competenze. Ha ritenuto che non potesse essere garantita la sicurezza dei calciatori e degli ufficiali di gara. Credo che il comportamento, l'equilibrio, la saldezza di nervi delle forze dell'ordine abbiano limitato i danni e attutito i rischi di una situazione che poteva esplodere. Tenere la teppaglia serba in quel settore, secondo me, è stato il male minore. Penso che l'arrivo allo stadio sia stato accelerato ed è possibile che ci sia stata qualche smagliatura nei controlli: questi mascalzoni, molti dei quali ubriachi, avevano già creato danni in citta"', prosegue Valentini ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport.