La Serbia contro la Figc: pressioni per il 3-0 a tavolino

Calcio
Gli adesivi degli ultrà serbi dopo gli scontri all'interno dello stadio di Genova
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Intanto il capo della Polizia sugli scontri durante Italia-Serbia: "E' mancata la fase di filtraggio degli ultrà serbi, la decisione di giocare a Marassi poi non ci ha di certo aiutato. Era l'impianto meno adatto per affrontare la situazione". LE FOTO

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La Federcalcio serba ha duramente attaccato oggi la Figc, accusata di fare "pressioni" sul procedimento disciplinare dell'Uefa per ottenere il 3-0 a tavolino a favore gli azzurri dopo la sospensione di Italia-Serbia.  "La Federcalcio serba è rimasta sorpresa in maniera estremamente spiacevole dal fatto che il rapporto dell"ispettore disciplinare della Uefa sulla partita Italia-Serbia sia andato a finire ai media, cosa questa che influisce sulla regolarità del procedimento avviato", si legge in un comunicato della Federcalcio diffuso a Belgrado.

"Siamo inoltre sorpresi ancora di più - prosegue il comunicato della FSS - per il fatto che l'ispettore disciplinare della Uefa si sia manifestato prima che la Federcalcio serba abbia presentato la propria documentazione, per la quale ci è stato concesso il termine fino al 25 ottobre. La Federcalcio serba constata che i responsabili calcistici italiani sono ovviamente molto impazienti e nervosi, poiché vi sono sempre più prove di errori compiuti nell'organizzazione della partita Italia-Serbia". Il comunicato, secondo l'agenzia Tanjug, lancia il sospetto che la Figc abbia avuto un ruolo nella pubblicazione del "rapporto", riferendosi evidentemente alle richieste del procuratore Uefa. Fonti della Figc smentiscono peraltro di aver diffuso alcunche'. "'Tutte le mosse della Federcalcio italiana - afferma  Belgrado - mostrano che loro fanno pressioni affinché la partita sospesa a Genova venga registrata con il 3-0 a tavolino a loro favore. E su questa strada non si astengono neanche dal fare mosse scorrette e non sportive, cosa questa che porta a concludere che loro vogliono sopratutto nascondere le numerose mancanze e errori nell'organizzazione della partita. Nella Federcalcio serba si sta completando un'ampia documentazione nella quale saranno dimostrati tutti gli errori dei padroni di casa nell'organizzazione della gara di Genova, sopratutto da parte della polizia", si afferma nel comunicato.

Le parole del capo della Polizia - Il tema degli incidenti in occasione di Italia-Serbia dello scorso 12 ottobre è stato "il mancato filtraggio" che ha portato ad ammassarsi nello stadio di Genova di tifosi violenti, con oggetti contundenti e petardi. Ma ciò è avvenuto perchè la Serbia non ha fornito all'Italia informazioni adeguate sui tifosi in partenza". Lo ha detto il capo della polizia, Antonio Manganelli, nelle comunicazioni del Governo alle commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione del Senato sui fatti di Genova in occasione di Italia-Serbia.

Il filtraggio, ha ricordato Manganelli, "comincia da lontano. Se si gioca Roma-Bari è da Bari che cominciano le operazioni, dalle informazioni su chi partirà, sulla rotta prescelta, sui mezzi in arrivo. I pullman dei tifosi vengono quindi fermati ai caselli autostradali, controllati negli autogrill e perquisiti prima dell'arrivo nella città della partita. Le questure mandano personale per accompagnarli e controllarli. C'è infine il prefiltraggio ed il filtraggio per campione nella zona dello stadio".

"La scelta dello stadio di Genova per Italia-Serbia, pur essendo a norma, non ci ha aiutato". Lo ha detto il capo della polizia, Antonio Manganelli, nelle comunicazioni del Governo alle commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione del Senato sui fatti di Genova in occasione di Italia-Serbia. Gli elementi critici dello stadio, per Manganelli, sono "la vicinanza degli spettatori al campo di gioco e la conformazione esterna che riduce la possibilità di filtraggio e prefiltraggio".

Mantovano: la colpa è dei serbi - Il paragone che viene in mente quando si considera cosa sarebbe potuto accadere a Genova il 12 ottobre è quello dell'Heysel. Ma il sottosegretario all'interno, Alfredo Mantovano, evoca un incubo più recente: "Abbiamo tutti negli occhi le immagini della love parade di Duisburg...". Mantovano parla durante un'audizione al Senato e spiega che "una simile tragedia è stata evitata soprattutto grazie alla competenza, generosità e professionalità delle forze di polizia italiane". I disordini di Genova sono, quindi, imputabili alle scarse informazioni arrivate dalle autorità serbe, come riconosciuto anche dal ministro dell'Interno del paese balcanico. "L'11 ottobre, poichè le autorità serbe non avevano provveduto a compilare la scheda del National Football International Point, abbiamo provveduto con vari tentativi a istituire un contatto con quelle autorità. Ci è stato comunicato che erano in arrivo solo 80 persone su 2 pullman alle quali se ne aggiungevano 13 che viaggiavano su un minivan. Questo l'11 ottobre. Il giorno dopo le stesse autorità serbe ci comunicavano che, per la partita di Genova, erano stati venduti 1800 biglietti. Nelle ore successive ci è stato riferito che gli autobus in arrivo non erano più 2 più un minvan, ma 9 e che i tifosi serbi avevano l'abitudine di partecipare alle partite di calcio con una dotazione di petardi. Un sistema come quello approntato funziona solo se ciascuno fa fino in fondo la propria parte", ha concluso Mantovano.