Prandelli: ecco cosa penso del calcio italiano, vizi e virtù

Calcio
Cassano e Pazzini in campo la sera drammatica di Italia-Serbia a Genova
Gara di Qualificazione al Campionato Europeo 2012. Italia-Serbia. Cassano e Pazzini
-ANSA/LUCA ZENNARO-

Il ct della nazionale a tutto campo. Cassano? Devastante quando giocherà per vincere. Seguo anche Ledesma, spero che Buffon torni presto, Aquilani fortissimo. Ferrara all'U21? un grande. Mutu? Lo prenderei a calci... GUARDA LE FOTO

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Commenta nel forum degli azzurri

Cesare Prandelli torna a parlare dei principali temi d'attualità del calcio. In un forum con la redazione del quotidiano Tuttosport, il commissario tecnico della Nazionale italiana, impegnata nelle gare di qualificazione al prossimo Europeo, ha elogiato il rendimento in azzurro di Cassano: "Antonio sarà devastante quando imparerà a giocare anche per la vittoria e non solo per la prestazione. Lui in questo deve diventare un po' più italiano. Ha riconosciuto gli errori del passato, perché non dovrebbe essere pronto per una grande?".

Buffon, Aquilani, Ledesma - Il rientro di Buffon è un problema per la crescita dei giovani portieri? "Lo dico senza imbarazzo -prosegue l'ex allenatore della Fiorentina- non vedo l'ora che Gigi torni a essere disponibile. Aquilani è uno dei centrocampisti più forti d'Italia e infatti è già stato in Nazionale e ne è uscito solo per problemi fisici. Se ha continuità sarà sicuramente importante. Seguiamo anche Ledesma, ha caratteristiche importanti di qualità e duttilità. A Montolivo non do consigli per il futuro, deve essere lui a decidere quello che vuole fare ascoltando se stesso. Antognoni restò a Firenze, vinse di meno ma conquistò l'affetto di tutti. Gilardino è come Inzaghi - spiega ancora Prandelli nel corso del forum - perché entrambi vivono per il gol: è un dono prezioso e Alberto lo deve coltivare. A fine carriera sarà uno degli attaccanti più prolifici. Il calcio italiano sarebbe meglio senza l'Italia? Ci vorrebbero più equilibrio e pazienza. I risultati del lavoro arrivano con il tempo e non si può pensare di insegnare tutto in una settimana".

La Primavera del calcio -
Prandelli interviene anche sul valore dei calciatori Primavera. "Non è vero che la Primavera non serve, pensate quanti sono quelli che giocano ad alto livello e arrivano dal vivaio bianconero. In Spagna c'è un'altra cultura - sottolinea il ct azzurro - non non dobbiamo rinnegare la nostra ma migliorarla tornando a investire sugli allenatori che puntano a fare crescere i giovani. La Germania è un esempio: ha allargato la base di reclutamento ai figli degli immigrati senza perdere le sue caratteristiche e guadagnando in freschezza e fantasia".

Quella sera a Genova -
Si torna a commentare anche la serata di follia a Genoa per Italia-Serbia: "E' un ricordo ancora avvilente, c'erano le premesse per una festa e invece hanno vinto i violenti. Mi è rimasto un senso di impotenza. L'unico modo per uscirne è fare in modo che le regole, a cominciare dalla Tessera del tifoso, vengano accettate. Spiegandole a fondo degli ultras per primi. Giusto che Uefa chieda sanzioni anche per l'Italia? C'è una riunione Uefa tra tre giorni, ne parleranno là".

"Mutu? Un calcio nel sedere" -
Sull'aggressione di un cameriere da parte dell'attaccante romeno Mutu. il ct ha detto: "Ad Adrian darei un bel calcio nel sedere. Quando eravamo insieme a Firenze credevo che avesse trovato l'equilibrio giusto, invece mi rendo conto che non è ancora così. Se Mutu avesse anche altre doti oltre a quelle tecniche avrebbe di sicuro fatto ben altra carriera. Purtroppo ogni tanto gli partono i nervi. Vedo che succede ancora. Ecco perché dico che gli servirebbe prendere qualche calcio nel sedere".

Ferrara all'U21: un grande - Prandelli commenta anche l'arrivo di Ciro Ferrara sulla panchina della Nazionale Under 21, al posto di Gigi Casiraghi. "E' uno dei grandi della storia azzurra. L'ho chiamato dopo la nomina e l'ho trovato molto motivato per questa nuova avventura alla guida della Under 21. Tanti bianconeri in Nazionale? Non scelgo in base alla maglia, la società fa una politica sugli italiani, sono giocatori bravi e hanno anche il vantaggio di conoscersi bene. Sono stato molto vicino alla Juve, questa ipotesi gira da quando ho iniziato ad allenare le giovanili. Ma ora parlarne mi provoca imbarazzo perché stimo molto Del Neri e il suo lavoro".