Sneijder guarda già indietro: Inter, quanto eravamo forti...
CalcioMentre il tecnico Benitez dà ragione a Moratti per gli scarsi risultati, intervista all'insegna della nostalgia quella concessa da Wesley al quotidiano L'Equipe: Mou mi disse che dovevo lasciare Madrid per diventare uno dei suoi giocatori più importanti
Benitez fa mea culpa: Moratti ha ragione
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Intervista all'insegna della nostalgia quella concessa da Wesley Sneijder al quotidiano sportivo francese L'Equipe, che titola, appunto, "Quanto eravamo forti!" citando il forte rimpianto dell'olandese per l'anno scorso e i tre titoli vinti dall'Inter con José Mourinho in panchina.
Ricorda, Sneijder, di essere arrivato a Milano da Madrid giovedì e di essere sceso in campo il sabato successivo nel derby contro il Milan: "Al di là del risultato (4-0) - dice - giocammo benissimo. Sentii subito che organizzazione aveva l'Inter in tutti i reparti. Ognuno giocava per gli altri. Quanto eravamo forti! Dopo una settimana, ho detto a mia moglie: 'questa è una squadra'. E alla fine, abbiamo vinto tutto".
Al primo posto, l'olandese mette Mourinho: "Non lo conoscevo per niente - dice - credo che avesse avuto il mio numero di cellulare da Chivu. A Madrid cominciò a mandarmi dei messaggi, dicendo che conosceva perfettamente la difficoltà della mia situazione lì. Poi cominciammo a parlare. Mi assicurò che per me voleva il meglio, che dovevo lasciare Madrid per diventare uno dei suoi giocatori più importanti. Mi disse anche: 'voglio vincere la Champions. Se vieni, ci possiamo riuscire"'.
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Intervista all'insegna della nostalgia quella concessa da Wesley Sneijder al quotidiano sportivo francese L'Equipe, che titola, appunto, "Quanto eravamo forti!" citando il forte rimpianto dell'olandese per l'anno scorso e i tre titoli vinti dall'Inter con José Mourinho in panchina.
Ricorda, Sneijder, di essere arrivato a Milano da Madrid giovedì e di essere sceso in campo il sabato successivo nel derby contro il Milan: "Al di là del risultato (4-0) - dice - giocammo benissimo. Sentii subito che organizzazione aveva l'Inter in tutti i reparti. Ognuno giocava per gli altri. Quanto eravamo forti! Dopo una settimana, ho detto a mia moglie: 'questa è una squadra'. E alla fine, abbiamo vinto tutto".
Al primo posto, l'olandese mette Mourinho: "Non lo conoscevo per niente - dice - credo che avesse avuto il mio numero di cellulare da Chivu. A Madrid cominciò a mandarmi dei messaggi, dicendo che conosceva perfettamente la difficoltà della mia situazione lì. Poi cominciammo a parlare. Mi assicurò che per me voleva il meglio, che dovevo lasciare Madrid per diventare uno dei suoi giocatori più importanti. Mi disse anche: 'voglio vincere la Champions. Se vieni, ci possiamo riuscire"'.