Sciopero, proteste negli stadi. Incontro Abete-Beretta

Calcio
I tifosi del Parma protestano contro lo sciopero dei calciatori fissato per l'11 e il 12 dicembre (Getty)
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Prima di Samp-Bari e Parma-Udinese alcuni tifosi hanno mostrato degli striscioni contro i calciatori che hanno deciso di non scendere in campo l'11 e il 12 dicembre. Il presidente della Figc: "L'obiettivo è far rientrare questa situazione". IL VIDEO

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"Lo sciopero ai lavoratori, calciatori vergogna": questo lo striscione aperto in gradinata nord dagli ultras della Sampdoria, a pochi minuti dall'inizio della partita Samp-Bari per contestare la serrata annunciata dai giocatori per il prossimo turno di campionato, per il mancato accordo sul contratto collettivo. Prima del fischio d'inizio di Parma-Udinese anche i tifosi emiliani della curva nord hanno contestato la decisione dell'Aic di indire lo sciopero della serie A per la prossima settimana. I supporter gialloblù hanno mostrato uno striscione con la scritta: "Né con i giocatori né con chi ha svenduto il calcio alle televisioni, ma sciopera chi ha 0 diritti, non 1000 agevolazioni!".

Abete fa il punto - "L'incontro di oggi è servito per fare una riflessione sullo stato dell'arte della trattativa e sul parere dell'alta corte di Giustizia presso il Coni. Abbiamo ipotizzato scenari e attività da svolgere già da domani perché l'obiettivo di tutti è quello di riuscire a far rientrare questa situazione che ha portato alla proclamazione dello sciopero". Queste le parole del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, dopo l'incontro in Figc con il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta e quello della Lazio Claudio Lotito. Il vertice durato due ore sarà anche replicato nella giornata di domani poiché i tempi per evitare lo sciopero proclamato dall'Assocalciatori per il prossimo weekend sono ormai agli sgoccioli.

Parla Beretta - "Per adesso sono fasi di lavoro in avanzamento che proseguiranno anche domani con un nuovo incontro a cui parteciperemo solo noi, senza l'Assocalciatori". Così il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, al termine delle due ore di colloquio con il numero uno della Figc, Giancarlo Abete, sul delicato tema relativo al rinnovo del contratto collettivo. Beretta, affiancato in Federcalcio dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, si è limitato ha parlare di "riunione informale. Stiamo ragionando nel complesso, sia nel metodo che nei contenuti, e ancora il lavoro va avanti. Domani ci saranno altri incontri sia tecnici sia più generali".

L’idea di Lotito
- "La conferma dello sciopero non dipende da noi ma dall'Assocalciatori", ha invece ricordato Lotito, che ha anche ribadito come la Lega sia "disponibile al dialogo per trovare una soluzione. Il nostro interesse è di scrivere norme a tutela dei diritti effettivi delle singole componenti".

L'opinione di Albertini -
"Il mio augurio è che si possa trovare un'intesa e che si trovi un accordo innovativo, ma devo anche sottolineare la demagogia e la superficialità di chi dice che calciatori che guadagnano miliardi non possono bloccare il campionato per far valere i propri diritti". Il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, spera che si possa evitare lo sciopero, ma si schiera contro chi vuole inquadrare la protesta dei giocatori con un problema economico. "Non si sta parlando assolutamente di soldi, i due punti sono sui fuori rosa e sui trasferimenti - spiega Albertini -. Bisogna pensare che i contratti si siglano tra due parti e si possono trovare varie modalità per mettersi d'accordo su durata e ingaggio". Secondo Albertini (che è d'accordo con chi sostiene che la "parola sciopero non si addica a questo mondo, anche se pure nell'Nba parlano di fermare il campionato") il punto 7 è quello di fondamentale importanza per i giocatori.

"Ho fatto il calciatore per qualche anno, le rose ampie ci sono sempre state ed è normale che un allenatore non possa allenare 30-40 giocatori come succede in qualche organico di A. Le aperture economiche nei confronti delle società da parte dei giocatori ci sono sempre state, ma quando si parla del punto 7, non si può sentir parlare di gruppi separati che nello sport non esistono. E' importante che il calciatore non si senta fuori da un progetto o dalla parte tecnica, gli deve essere garantito lo stesso livello dei compagni. Poi è chiaro che deve accettare le scelte dell'allenatore, ma gli allenamenti separati non possono essere un mezzo per obbligare qualcuno ad andar via o per altre situazioni". Albertini continua a sperare in un accordo "ma sono passati più di 80 giorni e non è stata ancora trovata una linea comune, qualcosa in questi giorni e' cambiato, sono cambiate le trattative e non va bene".

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