Bologna, i giocatori mettono in mora la società

Calcio
Il presidente del Bologna, Sergio Porcedda (Getty Images)
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Porcedda non ha saldato le ultime quattro mensilità e sono già partite le raccomandate dei calciatori nei confronti della società, che avrà venti giorni per pagare il dovuto. Se non accadrà, gli atleti chiederanno lo svincolo al Collegio arbitrale

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Le prime raccomandate sono già partite, per il Bologna è il punto di non ritorno: i giocatori rossoblù, che non prendono lo stipendio dall'inizio della gestione Porcedda, hanno deciso di mettere in mora la società rivendicando il pagamento della quattro mensilità sinora non saldate da Porcedda. La deadline decisa dai calciatori era il giorno successivo il recupero della sfida di campionato contro il Chievo e, dal momento che i bonifici non sono partiti, sono partite invece le raccomandate. Dal ricevimento dell'atto, il club avrà venti giorni di tempo per saldare il dovuto e, se questo non accadrà, i giocatori potranno adire il Collegio arbitrale per chiedere la risoluzione del contratto e, dunque, venire svincolati. Chi ha inviato la lettera potrebbe in linea teorica trovarsi svincolatio a mercato aperto. Va detto anche che, nel caso la crisi della società trovasse la soluzione (magari con una cessione), i giocatori potrebbero revocare la messa in mora.

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