Scommesse, Signori: "Non sono io il capo dei bolognesi"

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Beppe Signori, coinvolto nell'inchiesta del calcioscommesse, dichiara di non essere lui il capo dei bolognesi (Foto Getty)
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Secondo l'ex bomber l'accusa del gip di Cremona, che dispose il suo arresto, si baserebbe su un'errata interpretazione di un dialogo tra Pirani ed Erodiani. Mercoledì al via il processo sportivo. Intanto, deferimenti per Juve Stabia-Sorrento

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Non sono io il capo dei bolognesi. Basta riascoltare le intercettazioni per capirlo". Il contropiede di Beppe Signori arriva a ridosso del via a Roma del processo sportivo sullo scandalo del calcioscommesse (al quale l'ex bomber non si presenterà). Secondo Signori, l'accusa del gip di Cremona Guido Salvini, che dispose il suo arresto l'1 giugno, si baserebbe su un'errata interpretazione di un dialogo tra Marco Pirani e Massimo Erodiani: per l'investigatore Ugo Vittori della 'Eagle Keeper', che fa parte del pool difensivo di Signori, quel "nome da non nominare" sarebbe invece quello di un altro personaggio coinvolto in passato in inchieste analoghe.

Il dialogo risale al 10 marzo 2011. Pirani e Erodiani parlano dei loro 'affari' e il secondo nomina per la prima volta Signori. Millantando una presunta vicinanza secondo la difesa dell'ex azzurro perchè, ha spiegato Signori incontrando alcuni giornalisti nello studio di Vittori, "io determinate persone le ho conosciute solo il 15 marzo, quindi è impossibile che potessero dire che ero una persona da non nominare". Il passaggio chiave arriva subito dopo quando Erodiani cita un certo 'Evangelista'.

Sarebbe di lui e non di Signori che Pirani dice: "Attento a non nominare quel nome... Anche solo per scherzo al telefono... Poi ti spiegherò perchè". Erodiani chiede quindi a quel punto: "Il primo o il secondo" e Pirani risponde "il primo", dal momento che qualche secondo prima, secondo la ricostruzione della difesa di Signori, Erodiani aveva citato un'altra persona, chiamandola 'Pier'. "Non ero e non sono il capo dei capi", ha rivendicato quindi Signori, stanco di come viene dipinto da settimane sulla stampa e "pronto a far venire fuori la mia verità”. L'ex attaccante ha acquisito tutte le intercettazioni, nonostante, ricorda, "io non ci sia in nessuna".

In questo modo, prosegue ancora, "ho potuto ascoltare tutte le telefonate e si evincono cose molto interessanti che mi serviranno sia nella difesa sportiva e poi in quella penale". Intanto mercoledì Signori non sarà al via del processo sportivo a Roma, ma presenterà una memoria per confutare intercettazioni e verbali dell'accusa. Inoltre la difesa chiederà anche che la sua posizione venga stralciata perchè Signori non sarebbe mai stato tesserato come allenatore negli ultimi 18 mesi.

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