"Tap" player alla riscossa: ecco come si abbassa la Serie A

Calcio
Il piccolo Giovinco si abbassa ulteriormente: le sue magie a pelo d'erba hanno regalato al Parma il successo contro il Chievo
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La "barcellonizzazione" del nostro campionato passa attraverso l'affermazione di tanti piccoli goleador. Giovinco, Miccoli, Maxi Moralez: tutti in vetta alla classifica cannonieri. E anche Juve e Inter hanno tagliato parecchio rispetto a un anno fa

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L'esercito dei mini-bomber: pochi centimetri, tanti gol

di Vanni Spinella

Dopo un'estate a inseguire i "top player", sono spuntati come funghi i "tap". Gente abituata a guardare verso l'alto che adesso, dall'alto della classifica dei marcatori, può affacciarsi e salutare chi sta sotto. Ci sono tutti, con in testa Sebastian Giovinco, già 3 gol in due partite, capocannoniere della Serie A insieme a Cavani.

Un gol ogni 55 centimetri d’altezza: se i giocatori si comprassero al metro, sarebbe un affare. E poi il solito Di Natale (2 gol per un metro e 70), Miccoli (2 gol, 1.68 cm), Moralez dell’Atalanta (Maxi di nome ma non di fatto: con i suoi 159 centimetri è il giocatore più piccolo del campionato). Tutti a guidare la classifica dei marcatori.

Segno che un po' tutta la Serie A sta cambiando. O meglio: si sta abbassando. Non di livello, perché bassa statura e piedi buoni, solitamente, sono geni che viaggiano sugli stessi cromosomi. Si abbassa l'altezza, ma cresce lo spettacolo. A Barcellona la pensano così.

Un anno fa la Juventus si presentava ai nastri di partenza come la squadra più alta del campionato: 185,2 cm di media, con Rinaudo una spanna sopra tutti gli altri (191 cm; una sola presenza in tutto il campionato). Delneri consigliò al piccolo Giovinco di crescere e magari ripassare, e lo spedì al Parma (che era la squadra mediamente più bassa della Serie A). In difesa svettavano Sorensen (1.93), Bonucci (1.90), Grosso (1.90). A gennaio, per restare in media, arrivarono anche i 183 cm di Matri.

Dietro ai bianconeri c’era il Palermo: 183.6 cm l’altezza media della sua rosa. Grazie a colossi come Goian (194 cm oggi al servizio dei Glasgow Rangers) o al “Flaco” (e pure alto) Pastore, anomalo trequartista pennellone.

La “barcellonizzazione” della Serie A si compie nell’arco di due mesi: quelli del mercato estivo. La Juventus prende Giaccherini (1.67) che di fatto scalza Krasic (1.85); affida il centrocampo alla mente di Pirlo (1.77) rinunciando ai muscoli di Felipe Melo (1.83) e Sissoko (1.90). Lichtsteiner rispedisce in panchina la promessa Sorensen, e nello scambio la Juve perde altri 10 cm sulla fascia destra. Insegue folletti come Giuseppe Rossi e Aguero, che risultano imprendibili anche sul mercato. Fa disputare l’intero precampionato al giovanissimo Pasquato (172 cm di belle speranze), che per un pelo non viene confermato: in prestito al Lecce, a farsi le ossa e i muscoli.

Si abbassa anche il Palermo. Zamparini dice che Zahavi è più forte di Pastore: di sicuro è più basso di almeno 10 centimetri. Stesso discorso per Silvestre, che piccolino non è: ma Goian al confronto era un vero gigante.

Tagli su tagli, centimetri sfoltiti qua e là. Altro caso esemplare è quello dell’Inter. Sono lontani i tempi di Mancini e Mourinho, amanti dei giocatori fisici. L’Inter non è più quella armata di corazzieri allestita dal Mancio, che quando aveva un angolo a favore mandava nell’area avversaria Vieira, Materazzi, Ibrahimovic e Grosso (tutti alti 1.90 o più), e qualche complesso agli avversari lo creava.

Oggi l’uomo d’area nerazzurro che va a staccare sui corner viaggia in media sull’1.80. Per il resto, l’Inter che ha pareggiato con la Roma, ad un certo punto aveva in campo contemporaneamente Zarate, Sneijder, Nagatomo e Jonathan (il nuovo Maicon; o meglio, quello che ne uscirebbe se Maicon si potesse aprire come una matrioska).

Certo, nel frattempo qualche piccoletto se n’è anche andato. Due quelli in uscita dal nostro campionato: Sanchez (1.68) e Rafinha (1.72). Sarà un caso, ma se li sono assicurati due “big” d’Europa.