Scommesse, Paoloni pentito: voglio tornare a giocare

Calcio
Marco Paoloni, protagonista della prima fase dell'inchiesta sul calcio scommesse, spera che la sua squalifica di 5 anni venga ridotta
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Squalificato per 5 anni con proposta di radiazione a causa degli illeciti sportivi commessi quando era portiere della Cremonese, uno dei protagonisti dello scandalo recita in tv il mea culpa: "Famiglia rovinata, mi auguro venga fuori la verità". VIDEO

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"Spero che venga ridotta la mia squalifica: il calcio è stata una passione fin da bambino e dopo è diventato un lavoro, ma ho passato 20 anni a parare un pallone e il mio sogno più grande oggi sarebbe quello di ritornare a giocare a calcio". Lo ha detto Marco Paoloni intervistato dal giornalista Antonello Piroso per la LA7.

Ospite per la prima volta di una trasmissione tv, il giocatore che ha dato il via alle nuove inchieste sul calcioscommesse, squalificato per cinque anni e con proposta di radiazione, guarda avanrti e afferma: "Mi auguro che tutta questa inchiesta finisca nel modo più giusto e che la verità venga fuori".

Una carriera stroncata quella del giovane portiere: "Ho buttato via una famiglia, un lavoro e degli amici solo per
delle scommesse, ma ero in un mondo tutto mio - si difende - un mondo virtuale dove non contava il guadagno, ma l'adrenalina che provavo e mi faceva stare bene quando puntavo e che nessuno può capire se non ci è passato. Mi sento un coglione". 

Accusato di associazione per illeciti e illeciti sportivi all'epoca in cui era portiere della Cremonese, Paoloni a soli 27 anni ripercorre le tappe che lo hanno coinvolto nello nuovo scandalo del calcioscommesse. "Ho preso questo vizio nel 2008: avevo una dipendenza dal gioco delle scommesse e solo oggi che non faccio più parte di questo mondo riesco a vedere cos'è giusto e cos'è sbagliato. Ho cominciato con il poker online - ricorda - poi sono passato a scommettere su Internet sui risultati delle partite, prevalentemente degli sport americani, come l'Nba, poi del campionato italiano, spagnolo e straniero, cinese e giapponese".

Finché non ha incontrato il bookmaker di Ancona Massimo Erodiani: "Avevo delle discussioni con mia moglie perché giustamente vedeva che spendevo tanti soldi al gioco e io, per evitare altri litigi, ho iniziato a giocare con questa persona che avevo contattato tramite il dentista (l'odontoiatra Marco Pirani, ndr) e che aveva un'agenzia legale di scommesse e mi faceva giocare a credito. All'epoca consideravo questa possibilità un favore, ora la reputo un inganno". Quanti soldi ha speso? chiede il giornalista: "In tre anni circa 200 mila euro, prima per conto mio e poi a credito".