Torino, andamento lento. Campanello d'allarme?
CalcioB COME BARONE. Nelle ultime dieci gare i granata hanno collezionato solo tre vittorie. La squadra che tutti hanno pronosticato per la promozione in A ha il fiatone. Prossima sfida con il Varese. Ventura sa che quello che gli si para dinanzi è un bivio
STATISTICHE - Calendario, classifiche e cifre della Serie B 2011-12
L'ANALISI - Tutte le puntate di B come Barone
di DANIELE BARONE
Può bastare un pareggio a Cittadella per far suonare la campanella dell’allarme? No, se si guarda la classifica e ti rendi conto che il Torino è ancora e comunque al comando della classifica. Sì, se un po’ si conosce l’ambiente granata lì dove le pressioni sono superpressioni e dove le aspettative sono superaspettative e basta poco o molto poco per far storcere la bocca. Sì anche o soprattutto se si studia l’andamento del Toro da un po’ di tempo a questa parte: un andamento lento. Solo tre vittorie nelle ultime dieci gare, gare nelle quali la squadra di Ventura ha camminato con il passo di una squadra qualunque di centro classifica: appena 13 punti (il Verona contemporaneamente ne ha fatti 22, il Sassuolo 18, il Pescara 17), dilapidando un vantaggio sulla terza che, due mesi e mezzo fa, era di cinque punti e adesso di uno soltanto.
La squadra che tutti, la scorsa estate e poi fino alle soglie dell’inverno, abbiamo pronosticato per la promozione in A adesso ha il fiatone. Dietro continua a rischiare pochissimo, conservando il dato della miglior difesa del campionato (7 gol subiti) ma è davanti che il motore della macchina si è inceppato, nonostante il buon momento di Antenucci (tre gol nelle ultime due partite). Rolando Bianchi non segna da metà ottobre, nessuno degli attaccanti è riuscito ad andare in doppia cifra, sette squadre (compresa la Nocerina ultima in classifica) hanno fatto più gol. Cairo e Petrachi hanno regalato a Ventura un altro attaccante, Meggiorini; lui tenta l’ennesimo rilancio dopo le esperienze così così di Bari, Bologna e Novara, l’allenatore avrà a disposizione una variante in più per spezzare il digiuno (anche se, a questo punto, uno tra Bianchi, Antenucci, Sgrigna ed Ebagua rischia di essere di troppo).
Sabato il Torino gioca a Varese e avrà molti occhi puntati e il fiato di tutta la concorrenza addosso. Maran va fortissimo in trasferta (21 punti) e un po’ meno all’Ossola (13) ma ha appena messo i piedi dentro la zona play off ed è un osso succulento che non ha nessuna intenzione di mollare proprio adesso. Adesso che Ventura sa bene, invece, che quello che gli si para dinanzi è un bivio. Per chi suona la campanella?
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Può bastare un pareggio a Cittadella per far suonare la campanella dell’allarme? No, se si guarda la classifica e ti rendi conto che il Torino è ancora e comunque al comando della classifica. Sì, se un po’ si conosce l’ambiente granata lì dove le pressioni sono superpressioni e dove le aspettative sono superaspettative e basta poco o molto poco per far storcere la bocca. Sì anche o soprattutto se si studia l’andamento del Toro da un po’ di tempo a questa parte: un andamento lento. Solo tre vittorie nelle ultime dieci gare, gare nelle quali la squadra di Ventura ha camminato con il passo di una squadra qualunque di centro classifica: appena 13 punti (il Verona contemporaneamente ne ha fatti 22, il Sassuolo 18, il Pescara 17), dilapidando un vantaggio sulla terza che, due mesi e mezzo fa, era di cinque punti e adesso di uno soltanto.
La squadra che tutti, la scorsa estate e poi fino alle soglie dell’inverno, abbiamo pronosticato per la promozione in A adesso ha il fiatone. Dietro continua a rischiare pochissimo, conservando il dato della miglior difesa del campionato (7 gol subiti) ma è davanti che il motore della macchina si è inceppato, nonostante il buon momento di Antenucci (tre gol nelle ultime due partite). Rolando Bianchi non segna da metà ottobre, nessuno degli attaccanti è riuscito ad andare in doppia cifra, sette squadre (compresa la Nocerina ultima in classifica) hanno fatto più gol. Cairo e Petrachi hanno regalato a Ventura un altro attaccante, Meggiorini; lui tenta l’ennesimo rilancio dopo le esperienze così così di Bari, Bologna e Novara, l’allenatore avrà a disposizione una variante in più per spezzare il digiuno (anche se, a questo punto, uno tra Bianchi, Antenucci, Sgrigna ed Ebagua rischia di essere di troppo).
Sabato il Torino gioca a Varese e avrà molti occhi puntati e il fiato di tutta la concorrenza addosso. Maran va fortissimo in trasferta (21 punti) e un po’ meno all’Ossola (13) ma ha appena messo i piedi dentro la zona play off ed è un osso succulento che non ha nessuna intenzione di mollare proprio adesso. Adesso che Ventura sa bene, invece, che quello che gli si para dinanzi è un bivio. Per chi suona la campanella?
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