Reja scalda il derby: scendiamo in campo sempre per vincere

Calcio
Edy Reja carica l'ambiente biancoceleste alla vigilia del Derby con la Roma (Getty)
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Il tecnico della Lazio, alla vigilia del match con i giallorossi, è carico: battendo la Roma si allontanerebbe un avversario pericoloso per il terzo posto. Potrebbe essere utile anche il pari, però non si può entrare in campo facendo queste considerazioni

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"Potrebbe essere utile anche il pareggio, però non si può entrare in campo facendo queste considerazioni. Noi scendiamo in campo sempre per vincere". Edoardo Reja lancia il guanto di sfida e, alla vigilia del derby con la Roma, non nasconde di voler bissare l'andamento della gara dell'andata che, come ammette, "è stato uno dei momenti più felici di tutta la mia carriera". Il tecnico della Lazio, dimissionario prima della trasferta europea di Madrid ma ora saldamente in sella alla sua panchina, non 'piange' per le tante assenze a cui dovrà sopperire. Non saranno convocati Konko e Radu, fa sapere in conferenza stampa a Formello, ne' ha intenzione di stupire con mosse ad effetto (tra i titolari non ci saranno Alfaro e Kozak): l'unico dubbio riguarda il ballottaggio tra Candreva e Gonzalez, con il secondo forse avvantaggiato per il rapporto non idilliaco che l'ex cesenate vive con il suo pubblico. "Chiunque scenderà in campo - avverte Reja - darà il massimo. E non credo che una più dell'altra ci rimetterà di più per le assenze: partite come queste azzerano tutto".

Almeno in questo, dunque, Roma e Lazio partono alla pari. La classifica, invece, al momento sorride ai biancocelesti, terzi con l'Udinese: "E' importante avere questo vantaggio sui giallorossi e vincere sarebbe fondamentale sia per l'ambiente che per la classifica. Battendo la Roma si allontanerebbe un avversario pericoloso e avremmo delle percentuali in più per raggiungere il nostro obiettivo, e cioè la terza piazza". Reja ha studiato la stracittadina nei minimi particolari: "Al di là delle difficoltà che potremo avere, dobbiamo fare una grande partita, sapendo anche che la Roma parte sempre decisa nei primi minuti. L'intensità deve essere alta e, soprattutto, dobbiamo essere abili nelle ripartenze".

"Bisogna cogliere l'attimo - aggiunge - non si può giocare un derby d'attesa come feci al mio primo anno a Formello. Domani affronteremo la gara intensamente sin dall'avvio". Proprio in quest'ottica Reja non ha problemi nell'identificare in Lulic l'assenza più importante, l'unico in grado "di allungare la squadra e attaccare gli spazi". La Roma non fa paura ma Reja non lesina elogi al suo collega Luis Enrique: "Ha una filosofia di gioco diversa rispetto alle altre squadre italiane, gran parte della squadra è coinvolta nel gioco offensivo. Gioca un calcio frizzante e gradevole, crea occasioni ma ne concede, visto che al primo contropiede possono trovarsi due contro due. Apprezzo e stimo Luis Enrique sia per l'equilibrio nelle dichiarazioni che per il gioco che vorrebbe portare in Italia. Bisogna avere pazienza: la Roma è giovane, è dotatissima sul piano tecnico ed ha un organico di qualità. Domani poi avrà due giocatori determinanti, anche per esperienza e personalità, come Totti e De Rossi. Insomma, è una squadra che può solo crescere:
speriamo non lo faccia domani".

La classifica di assoluto rispetto ha permesso alla Lazio un approccio più sereno del solito al derby, che Reja ovviamente vorrebbe scevro da ogni episodio di violenza. Per il mister friulano, poi, questa potrebbe essere l'ultima stracittadina, visto che a giugno il suo contratto scadrà e che i rapporti con il vertice dirigenziale (Lotito-Tare) non è dei migliori: "Non si può mai dire - conclude Reja - Mi auguro che non sia il mio ultimo derby per quello che stiamo facendo, per la crescita di squadra e società e per i risultati che stiamo ottenendo. A giugno vedremo se le strade si separeranno o se si potrà fare un discorso di continuità del progetto".

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