Novara in difficoltà, quella favola finita nell'angolo
CalcioB COME BARONE. La squadra che cominciò la propria cavalcata in Coppa Italia a San Siro è ora terz’ultima, senza vittorie da quasi un mese, con un cambio di panchina e tutti a chiedersi: “Che succede?”. Sta cominciando un’altra storia e non è una favola
Hanno accartocciato la favola e l’hanno buttata in un angolo. Lì, in fondo alla classifica. La squadra è terz’ultima, senza vittorie da quasi un mese, con un cambio di panchina e tutti a chiedersi: “Novara, che succede?”.
Era ieri, neanche troppo tempo fa, che costruirono la favola. Tutto cominciò quando dodicimila tifosi colorati d’azzurro riempirono un pezzo di San Siro per una gara di Coppa Italia contro il Milan. Il Novara perse quella partita ma i dodicimila tornarono a casa cantando consapevoli che avrebbero cominciato a vincere molto presto anche loro. La promozione dalla Prima Divisione alla B, poi consecutivamente quella in A attesa 55 anni, con i gol di Bertani e Gonzalez. E con Attilio Tesser in panchina, uno che il direttore sportivo Pasquale Sensibile aveva voluto fortemente nonostante si fosse messo alle spalle quattro esoneri di seguito. Una sera, Claudio Onofri, in telecronaca, si lasciò scappare. “Sembra l’Inter di Herrera!”. Giocava meravigliosamente, quel Novara. E poi l’eccellenza di Novarello, il centro sportivo con pochi eguali in Europa, le virtù di una società modello, il salotto del “Piola”. Il Novara in copertina. Fino a quella sera di poco più di un anno fa: 3-1 all’Inter, l’Inter malandata di Gasperini ma comunque l’Inter. Estasi.
Ma anche l’inizio della fine. Perché da quel momento al “Piola” e a Novarello hanno smesso di sorridere: risultati che non arrivavano più, via Tesser, dentro Mondonico, via anche Mondonico, riecco Tesser, retrocessione. Di nuovo in B ripartendo da Tesser (contratto fino al 2014) ma cambiando tutto il resto, forse troppo, una ventina di giocatori nuovi, il problema è stato soprattutto quello e la squadra non è riuscita a trovare un’anima. Nonostante i gol di Gonzalez e qualche sprazzo di quel vecchio Novara.
Ha pagato ancora Tesser, due promozioni, due esoneri e sempre una grande educazione. “Nessun rancore, in una situazione così ci può stare l’esonero, faccio gli auguri al mio successore”. Che poi sono due perché la società ha promosso dalla Primavera Giacomo Gattuso e gli ha affiancato Carlo Perrone. Non hanno cominciato bene neanche loro, sconfitta in casa contro il Cittadella e con una trasferta davanti da avere come minimo qualche altro brutto pensiero: sul campo del Sassuolo. E adesso? E adesso a Novara hanno riposto in un cassetto i progetti per un ritorno in A, c’è da salvare il salvabile, la B. Sta cominciando un’altra storia, non è una favola.
Era ieri, neanche troppo tempo fa, che costruirono la favola. Tutto cominciò quando dodicimila tifosi colorati d’azzurro riempirono un pezzo di San Siro per una gara di Coppa Italia contro il Milan. Il Novara perse quella partita ma i dodicimila tornarono a casa cantando consapevoli che avrebbero cominciato a vincere molto presto anche loro. La promozione dalla Prima Divisione alla B, poi consecutivamente quella in A attesa 55 anni, con i gol di Bertani e Gonzalez. E con Attilio Tesser in panchina, uno che il direttore sportivo Pasquale Sensibile aveva voluto fortemente nonostante si fosse messo alle spalle quattro esoneri di seguito. Una sera, Claudio Onofri, in telecronaca, si lasciò scappare. “Sembra l’Inter di Herrera!”. Giocava meravigliosamente, quel Novara. E poi l’eccellenza di Novarello, il centro sportivo con pochi eguali in Europa, le virtù di una società modello, il salotto del “Piola”. Il Novara in copertina. Fino a quella sera di poco più di un anno fa: 3-1 all’Inter, l’Inter malandata di Gasperini ma comunque l’Inter. Estasi.
Ma anche l’inizio della fine. Perché da quel momento al “Piola” e a Novarello hanno smesso di sorridere: risultati che non arrivavano più, via Tesser, dentro Mondonico, via anche Mondonico, riecco Tesser, retrocessione. Di nuovo in B ripartendo da Tesser (contratto fino al 2014) ma cambiando tutto il resto, forse troppo, una ventina di giocatori nuovi, il problema è stato soprattutto quello e la squadra non è riuscita a trovare un’anima. Nonostante i gol di Gonzalez e qualche sprazzo di quel vecchio Novara.
Ha pagato ancora Tesser, due promozioni, due esoneri e sempre una grande educazione. “Nessun rancore, in una situazione così ci può stare l’esonero, faccio gli auguri al mio successore”. Che poi sono due perché la società ha promosso dalla Primavera Giacomo Gattuso e gli ha affiancato Carlo Perrone. Non hanno cominciato bene neanche loro, sconfitta in casa contro il Cittadella e con una trasferta davanti da avere come minimo qualche altro brutto pensiero: sul campo del Sassuolo. E adesso? E adesso a Novara hanno riposto in un cassetto i progetti per un ritorno in A, c’è da salvare il salvabile, la B. Sta cominciando un’altra storia, non è una favola.