"Serviva solo un po' di pazienza" dichiara l'ex rossonero, a Firenze per ricevere l'Hall of Fame 2012 come giocatore italiano, "dopo le tante novità a livello di uomini, giocatori e personalità". Chi lo ha stupito di più? Risposta scontata: "El Shaarawy"
Che in vetta a dicembre non ci fosse stato il Milan lo aveva messo in conto, mentre l'esplosione del Faraone, capocannoniere della squadra con 13 gol, ha colto di sorpresa anche lui. Da Palazzo Vecchio torna a parlare Paolo Maldini, premiato a Firenze nella Hall of Fame 2012.
Il Faraone nuova potenza rossonera - "Il Milan non poteva essere quelli di inizio anno. Il cambiamento è stato enorme, a livello di uomini, di giocatori e di personalità", sostiene l'ex capitano, "si doveva solo avere un po' di pazienza". "El Shaarawy? Così non me
l'aspettavo. Ha dimostrato grande classe, di essere un giocatore moderno, visto che fa con grande profitto entrambe le fasi, quella d'attacco e di difesa. Si sta dimostrando un bomber implacabile".
Lo scudetto? Una cosa a tre - I rossoneri restano fuori dai giochi per il tricolore, secondo Paolo Maldini: "Il distacco del Milan dal terzo posto è importante, non credo che le squadre davanti rallenteranno". Spazio alle altre, dunque: "Fiorentina, Roma e Lazio sono assolutamente competitive per quell'obiettivo, non lasceranno spazio al ritorno dei rossoneri. Lo scudetto è una lotta a tre con Juventus, Inter e Napoli in piena bagarre".
Applausi per Totti e Montella - Dal Milan alla Roma, dove c'è un ex collega: "Totti si è dimostrato ancora integro, in grado di giocare tutte le partite ad un grandissimo livello, sono contento per lui. Ormai i calciatori sono in grado di reggere questi ritmi anche a 35-36 anni, grazie alle nuove metodologie di allenamento". A Firenze, invece, c'è un ex rivale seduto in panchina: "So come lavora Montella fin da quando allenava i '96 della Roma, che sfidarono la squadra di mio figlio. Ho parlato con lui più volte. Sono per un calcio tecnico, pulito, come sta facendo lui. Il fatto che si stia imponendo e il modo con cui lo sta facendo, in un campionato difficile come quello della serie A, è stato veramente sorprendente. Grande merito a lui".
Nessuna nostalgia del pallone - "Il calcio non mi manca, quello che ho fatto è testimoniato da manifestazioni come questa, se poi un giorno ci sarà la possibilità di sdebitarmi con questo mondo, lo farò. So quello che non mi piace di questo mondo, ed
questa è già una buona cosa". Insieme al difensore, questi i premiati a Firenze: Marco Van Basten (Giocatore straniero), Giovanni Trapattoni (Allenatore), Giampiero Boniperti (Dirigente italiano), Luigi Agnolin e Paolo Casarin (ex aequo nella categoria Arbitro italiano), Dino Zoff (Veterano italiano), Angelo Schiavio, Concetto Lo Bello, Valentino Mazzola, Nereo Rocco (Premi alla memoria).
Il Faraone nuova potenza rossonera - "Il Milan non poteva essere quelli di inizio anno. Il cambiamento è stato enorme, a livello di uomini, di giocatori e di personalità", sostiene l'ex capitano, "si doveva solo avere un po' di pazienza". "El Shaarawy? Così non me
l'aspettavo. Ha dimostrato grande classe, di essere un giocatore moderno, visto che fa con grande profitto entrambe le fasi, quella d'attacco e di difesa. Si sta dimostrando un bomber implacabile".
Lo scudetto? Una cosa a tre - I rossoneri restano fuori dai giochi per il tricolore, secondo Paolo Maldini: "Il distacco del Milan dal terzo posto è importante, non credo che le squadre davanti rallenteranno". Spazio alle altre, dunque: "Fiorentina, Roma e Lazio sono assolutamente competitive per quell'obiettivo, non lasceranno spazio al ritorno dei rossoneri. Lo scudetto è una lotta a tre con Juventus, Inter e Napoli in piena bagarre".
Applausi per Totti e Montella - Dal Milan alla Roma, dove c'è un ex collega: "Totti si è dimostrato ancora integro, in grado di giocare tutte le partite ad un grandissimo livello, sono contento per lui. Ormai i calciatori sono in grado di reggere questi ritmi anche a 35-36 anni, grazie alle nuove metodologie di allenamento". A Firenze, invece, c'è un ex rivale seduto in panchina: "So come lavora Montella fin da quando allenava i '96 della Roma, che sfidarono la squadra di mio figlio. Ho parlato con lui più volte. Sono per un calcio tecnico, pulito, come sta facendo lui. Il fatto che si stia imponendo e il modo con cui lo sta facendo, in un campionato difficile come quello della serie A, è stato veramente sorprendente. Grande merito a lui".
Nessuna nostalgia del pallone - "Il calcio non mi manca, quello che ho fatto è testimoniato da manifestazioni come questa, se poi un giorno ci sarà la possibilità di sdebitarmi con questo mondo, lo farò. So quello che non mi piace di questo mondo, ed
questa è già una buona cosa". Insieme al difensore, questi i premiati a Firenze: Marco Van Basten (Giocatore straniero), Giovanni Trapattoni (Allenatore), Giampiero Boniperti (Dirigente italiano), Luigi Agnolin e Paolo Casarin (ex aequo nella categoria Arbitro italiano), Dino Zoff (Veterano italiano), Angelo Schiavio, Concetto Lo Bello, Valentino Mazzola, Nereo Rocco (Premi alla memoria).