Boateng all'Onu: "Il razzismo è come la malaria"

Calcio
Boateng è intervenuto all'Onu sul problema del razzismo nello sport, qui è con l'High Commissioner for Human Rights, Navanethem Pillay

Il centrocampista è intervenuto alle Nazioni Unite sul tema del razzismo che lo vide sfortunato protagonista nell'amichevole che il Milan disputò a Busto Arsizio con la Pro Patria: "Pensare di sconfiggerlo ignorandolo è un grosso errore"

"Pensare di poter sconfiggere il razzismo ignorandolo è il più grosso errore che possiamo commettere: esso è come una malaria, e non ha antibiotici. Bisogna andare nella palude e combatterlo": è il passaggio principale dell'intervento di Kevin Prince Boateng all'Onu. Il calciatore del Milan, che abbandonà il campo a Busto Arsizio perché oggetto di cori razzisti durante l'amichevole con la Pro Patria, è stato invitato con Patrick Vieira e i dirigenti Uefa e Fifa dall'alto commissario Onu per i diritti umani, la sudafricana Navi Pillay, a parlare nella giornata contro le discriminazioni razziali.

"Lo sport ha una responsabilità sociale, e può fare tanto - ha aggiunto Boateng - Se gli Stati Uniti hanno oggi un presidente di colore, non è solo perché è esistito Martin Luther King, ma anche perché è nato Muhammed Ali".