Il magnate indonesiano si presenta in un video. Gli piace il gioco di Mazzarri, segue l'Inter di notte, ha un figlio che tifa Juve e ammira l'ex nerazzurro. Il patron: "Mi hanno chiesto di restare come presidente". E confessa: "Provai a prendere Messi"
"Ciao tifosi Inter, see you soon". Così il magnate indonesiano Erick Thohir, da poco azionista di maggioranza della società nerazzurra, in un video, saluta i tifosi nerazzurri.
Proprio a causa del profilo basso che Thohir ha deciso di tenere in questa fase, nessun giudizio da parte sua sui calciatori che attualmente compongono la rosa ed elogi per il tecnico Walter Mazzarri, a proposito del quale conferma il suo apprezzamento: "Non l'ho ancora incontrato, come non ho visto ancora alcun giocatore dell'Inter. Sono comunque soddisfatto di come sta gestendo la squadra, mi piace molto il gioco di quest'anno".
Il figlio juventino e gli sms con Moratti - Segue l'Inter di notte mentre la sua famiglia dorme e rivela di avere un figlio juventino. Poi esclude la sua presenza a Milano per l'assemblea dei soci e per Inter-Verona, in programma sabato 26 ottobre. "No, non verrò prima di metà novembre. Preferisco stare dietro le quinte e non avere un approccio aggressivo", spiega Thohir. "La cosa più importante per me è creare una buona relazione con Moratti. C'è già, ma voglio continuare a coltivarla. Ci scambiamo messaggi durante le partite: io le seguo quando in Indonesia sono le due di notte, stando attento a non svegliare chi dorme in casa, specialmente i miei figli". "Uno di loro - rivela - è juventino e mi attacca adesivi bianconeri sulla macchina, ma cosa devo dirgli? Sono un uomo aperto".
Ammira l'Olanda e... Ventola - L'amore di Thohir per il calcio risale a tanto tempo fa. "Ho iniziato come tifoso della nazionale olandese, in Indonesia da bambino, quando in tv si vedevano solo i Mondiali. Mi divertivo a scommettere con mio fratello: chi perdeva mangiava peperoncino e niente acqua per 15 minuti", racconta, prima di rivelare una curiosità. "Il giocatore nerazzurro che ho amato di più è Nicola Ventola. Perché proprio lui? Sono tutti bravi a tifare Rummenigge, altra cosa è conoscere bene gli altri".
Le parole di Moratti - "Essendo abituato a un ruolo di responsabilità è difficile assumere altri ruoli però stiamo parlando. Loro, molto gentilmente, mi chiedono di restare come presidente, vedremo". Massimo Moratti, ospite di "Mondo Inter" su Inter Channel, continua a non sbilanciarsi sul suo futuro nel club nerazzurro nonostante la cordata indonesiana guidata da Erick Thohir, che ha rilevato il 70% della società, vorrebbe che rimanesse nelle vesti di presidente. "Vivono molto lontano dall'Italia - sottolinea Moratti a proposito dei nuovi soci indonesiani - e quella è la ragione per cui mi chiedono questa partecipazione. Vedremo se è qualcosa che mi consente di sentirmi abbastanza libero pur rispettando il nuovo assetto societario".
Il primo giorno nerazzurro - Ripensando al giorno in cui acquistò l'Inter "c'è un po' di nostalgia, nel senso che quando vuoi bene a qualcuno, ti piace pensarci. Ma non ho il diritto di dire 'allora continuo io', è giusto non sentirsi protagonisti sempre - racconta ancora Moratti a proposito della decisione di passare la mano - L'anno dopo il Triplete è stato buono, considerando che abbiamo cambiato allenatore e che si era creato un clima un strano perchè chi è arrivato aveva un po' fastidio per il passato, ma Benitez e Leonardo alla fine hanno fatto bene e allora ho cominciato a pensare che, avendo ormai fatto tutte le esperienze, sarebbe stato bene guardarsi in giro. Non è leggerissimo mantenere da solo al 100% una squadra di calcio, c'era l'opportunità dei cinesi che era interessante, volevano costruire lo stadio ma è successo un problema a casa loro e anche se avevamo firmato un contratto non siamo potuti andare avanti. E' però rimasta l'idea di avere un socio internazionale, che portasse un mercato, si sono fatti vivi questi signori e lo hanno fatto con un entusiasmo tale che ci ha preso. Sono entusiasti di questa avventura e hanno un mercato notevole".
E quel tentativo con Messi - "Quando ho visto Messi la prima volta, era ancora un ragazzino, dissi che era fortissimo e lui ancora se lo ricorda, tanto che ogni tanto mi manda la sua maglia firmata. Ma un'operazione come quella con Ronaldo non si poteva fare. Abbiamo tentato con Messi ma è sinceramente legato al Barcellona che lo aveva aiutato quando non era stato tanto bene", ricorda Moratti.
Proprio a causa del profilo basso che Thohir ha deciso di tenere in questa fase, nessun giudizio da parte sua sui calciatori che attualmente compongono la rosa ed elogi per il tecnico Walter Mazzarri, a proposito del quale conferma il suo apprezzamento: "Non l'ho ancora incontrato, come non ho visto ancora alcun giocatore dell'Inter. Sono comunque soddisfatto di come sta gestendo la squadra, mi piace molto il gioco di quest'anno".
Il figlio juventino e gli sms con Moratti - Segue l'Inter di notte mentre la sua famiglia dorme e rivela di avere un figlio juventino. Poi esclude la sua presenza a Milano per l'assemblea dei soci e per Inter-Verona, in programma sabato 26 ottobre. "No, non verrò prima di metà novembre. Preferisco stare dietro le quinte e non avere un approccio aggressivo", spiega Thohir. "La cosa più importante per me è creare una buona relazione con Moratti. C'è già, ma voglio continuare a coltivarla. Ci scambiamo messaggi durante le partite: io le seguo quando in Indonesia sono le due di notte, stando attento a non svegliare chi dorme in casa, specialmente i miei figli". "Uno di loro - rivela - è juventino e mi attacca adesivi bianconeri sulla macchina, ma cosa devo dirgli? Sono un uomo aperto".
Ammira l'Olanda e... Ventola - L'amore di Thohir per il calcio risale a tanto tempo fa. "Ho iniziato come tifoso della nazionale olandese, in Indonesia da bambino, quando in tv si vedevano solo i Mondiali. Mi divertivo a scommettere con mio fratello: chi perdeva mangiava peperoncino e niente acqua per 15 minuti", racconta, prima di rivelare una curiosità. "Il giocatore nerazzurro che ho amato di più è Nicola Ventola. Perché proprio lui? Sono tutti bravi a tifare Rummenigge, altra cosa è conoscere bene gli altri".
Le parole di Moratti - "Essendo abituato a un ruolo di responsabilità è difficile assumere altri ruoli però stiamo parlando. Loro, molto gentilmente, mi chiedono di restare come presidente, vedremo". Massimo Moratti, ospite di "Mondo Inter" su Inter Channel, continua a non sbilanciarsi sul suo futuro nel club nerazzurro nonostante la cordata indonesiana guidata da Erick Thohir, che ha rilevato il 70% della società, vorrebbe che rimanesse nelle vesti di presidente. "Vivono molto lontano dall'Italia - sottolinea Moratti a proposito dei nuovi soci indonesiani - e quella è la ragione per cui mi chiedono questa partecipazione. Vedremo se è qualcosa che mi consente di sentirmi abbastanza libero pur rispettando il nuovo assetto societario".
Il primo giorno nerazzurro - Ripensando al giorno in cui acquistò l'Inter "c'è un po' di nostalgia, nel senso che quando vuoi bene a qualcuno, ti piace pensarci. Ma non ho il diritto di dire 'allora continuo io', è giusto non sentirsi protagonisti sempre - racconta ancora Moratti a proposito della decisione di passare la mano - L'anno dopo il Triplete è stato buono, considerando che abbiamo cambiato allenatore e che si era creato un clima un strano perchè chi è arrivato aveva un po' fastidio per il passato, ma Benitez e Leonardo alla fine hanno fatto bene e allora ho cominciato a pensare che, avendo ormai fatto tutte le esperienze, sarebbe stato bene guardarsi in giro. Non è leggerissimo mantenere da solo al 100% una squadra di calcio, c'era l'opportunità dei cinesi che era interessante, volevano costruire lo stadio ma è successo un problema a casa loro e anche se avevamo firmato un contratto non siamo potuti andare avanti. E' però rimasta l'idea di avere un socio internazionale, che portasse un mercato, si sono fatti vivi questi signori e lo hanno fatto con un entusiasmo tale che ci ha preso. Sono entusiasti di questa avventura e hanno un mercato notevole".
E quel tentativo con Messi - "Quando ho visto Messi la prima volta, era ancora un ragazzino, dissi che era fortissimo e lui ancora se lo ricorda, tanto che ogni tanto mi manda la sua maglia firmata. Ma un'operazione come quella con Ronaldo non si poteva fare. Abbiamo tentato con Messi ma è sinceramente legato al Barcellona che lo aveva aiutato quando non era stato tanto bene", ricorda Moratti.