Juventus-Sassuolo, due diverse vie allo stadio di proprietà

Calcio
Lo Juventus Stadium di Torino e il Mapei Stadium di Reggio Emilia. Impianti di proprietà: il primo del club, il secondo della Mapei
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Oggi alle 18.30 bianconeri e neroverdi si affronteranno per la prima volta. Storie opposte, ma c'è qualcosa che le unisce: l'avere a disposizione un impianto proprio. Ma mentre lo Juventus Stadium è del club, quello di Reggio è di Squinzi

di Lorenzo Longhi

Difficile, in questo campionato, trovare due club più distanti, per storia e numeri, di Juventus e Sassuolo, che oggi pomeriggio si affronteranno per la prima volta a livello ufficiale. Certo, le due società sono legate da un intenso rapporto di collaborazione sul mercato (i bianconeri controllano Berardi, Marrone, Zaza, Ziegler e, prima, Boakye e Chibsah, tutti con un presente o un passato in neroverde), ma i punti in comune, parlando di economie di scala, terminano qui.

Stadi di proprietà. Tuttavia, da un paio di settimane, c'è anche un altro aspetto che accomuna - e, allo stesso modo, allontana - Juventus e Sassuolo: lo stadio di proprietà. I due club, assieme all'Udinese, in Italia sono i soli che, sinora, si siano mossi in maniera significativa in materia di stadi, aprendosi la strada ad un futuro in cui patrimonializzare anche tutto ciò che deriva dall'impianto di gioco, a suo modo un asset immobiliare di notevole impatto.

Modello Juventus. La Juventus, come noto, nel 2011 ha inaugurato il suo stadio, costruito nell'area in cui sorgeva il Delle Alpi, dopo averne ottenuto dal Comune di Torino la concessione di 99 anni. Lo Stadium, da allora, è giustamente considerato un esempio virtuoso, un modello di business che in poco più di due anni ha già mostrato di essere un esempio di business azzeccato e ha lasciato intuire ancora diverse potenzialità. Il pubblico ha apprezato, abbonamenti e biglietti vengono brciati con rapidità impressionante e l'impianto regala così un colpo d'occhio significativo, essendo quasi sempre pieno. Il modello funziona, tanto che anche l'Udinese ha deciso di replicarlo, ottenendo al Comune di Udine la concessione sull'area in cui sorge lo stadio Friuli, che il club ha già iniziato a ristrutturare e ammodernare.

Modello Sassuolo.
Lo Juventus Stadium, tuttavia, non è stato il primo stadio di proprietà italiano. Il primo fu proprio lo stadio di Reggio Emilia, l'attuale Mapei Stadium (ufficialmente lo stadio si chiama Città del Tricolore, ma Squinzi aveva acquistato i naming rights), inaugurato nel 1995 quando si chiamava Giglio ed era di proprietà della Reggiana, per le cui casse però si rivelò un peso, sino ad entrare fra i beni del fallimento del club granata nel 2005. Lo stadio è rimasto così all'asta fallimentare sino allo scorso 5 dicembre, quando è stato rilevato da Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo, che per acquistarlo ha sborsato 3 milioni e 750 mila euro. Squinzi lo ha acquistato come gruppo Mapei e, pur essendo Mapei proprietaria del 95% del Sassuolo, non si può dire che il club neroverde abbia uno stadio di proprietà. Perché il modello di business è diverso rispetto a quello di Juventus e Udinese: la proprietà è dell'azienda del patron, anche se a tutti gli effetti il Sassuolo vi gioca ora senza sborsare un euro di affitto, dopo averlo pagato per anni a Modena.

Il triangolo di Reggio. Curioso triangolo, quello fra Juventus, Sassuolo e Reggiana. La Juventus, infatti, fu la squadra che nel 1995 inaugurò l'ex Giglio, giocando contro i granata, quindi costruì il proprio impianto di proprietà mentre la Reggiana perdeva il suo. Così, oggi che Squinzi ha acquistato l'impianto, lo ha tolto proprio alla Reggiana (oggi in Lega Pro Prima Divisione), che all'asta del 5 dicembre aveva offerto appena 100 mila euro in meno del presidente di Confindustria. E ha rischiato, così, di diventare la terza squadra italiana ad essere proprietaria dell'impianto. Dopo esserne stata la prima...