Juve, che succede? Marzo il mese della flessione: i numeri
CalcioINFOGRAFICA. Il ko con il Napoli rappresenta un campanello d'allarme? Di certo, i numeri indicano come nell'ultimo mese i bianconeri abbiano cambiato atteggiamento: concedono più campo agli avversari e segnano di meno
di Vanni Spinella
Juve, abbiamo un problema? Ad avercene, di problemi così, obietteranno in molti. Eppure, l'appassionato di calcio dal palato fine non può fingere di non notare: la squadra di Conte ci aveva abituato a numeri da record - sicuramente difficili da confermare sul lungo periodo - che nell'ultimo mese sono quasi diventati "normali". La sconfitta con il Napoli non può essere considerata ancora un campanello d'allarme, ma deve far riflettere.
Arretra il baricentro - Il primo dato che balza all'occhio è quello relativo all'arretramento del baricentro della squadra di Conte nell'ultimo mese. Dalla partita con il Torino (25.a giornata) ad oggi è cambiato l'atteggiamento: i bianconeri concedono più metri di campo agli avversari. Tutto il resto (fuorigioco più basso e minor possesso palla), è una logica conseguenza.
Difesa più coperta? - Il 2014 dei bianconeri presenta un tracciato in calo sotto quasi tutte le voci principali: gol segnati, tiri effettuati, cross, passaggi utili. Positivo soltanto l'andamento della curva dei gol subiti: 4 a gennaio (in 4 partite: media 1), 4 a febbraio (in 4 partite: media 1), 3 a marzo (in 6 partite: media 0,5). Si potrebbe pensare che nell'ultimo mese Conte abbia cambiato atteggiamento, rinunciando a qualcosa in avanti per tirare un po' la coperta dalla parte di Buffon. Marzo è stato infatti il mese delle vittorie per 1-0 (contro Fiorentina, Genoa e Catania). I 3 gol subiti, invece, sono giunti nelle ultime 2 partite.
Stop alle goleade - I veri problemi, ultimamente, sembrano venire dall'attacco. Contro il Parma ci ha pensato Tevez con due iniziative personali, contro il Napoli l'Apache non c'era e si è visto. Così, se tra dicembre e gennaio la Juve ha segnato almeno 3 gol per cinque giornate di fila (Juve-Sassuolo 4-0, Atalanta-Juve 1-4, Juve-Roma 3-0, Cagliari-Juve 1-4, Juve-Samp 4-2), tra la fine di febbraio e marzo i gol sono arrivati con il contagocce.
Meno tiri, meno gol - I gol vanno costruiti, specie se si gioca come piace a Conte. Dietro al calo delle reti segnate, dunque, c'è una flessione per quel che riguarda passaggi utili (picco a febbraio, poi il crollo), cross (dai quasi 20 a partita di gennaio a una media di 14,5 in marzo) e tiri (un lento ma costante calo, fino ad arrivare alla media di 5 tiri a partita. Difficile segnare tanto, se si tira così poco).
Possesso palla e iniziative personali - Evidente il calo della percentuale di possesso palla della squadra di Conte. A gennaio i bianconeri lasciarono il pallino del gioco alla Roma di Garcia (40,7% contro 59,3%), ma uscirono vincitori dallo scontro al vertice. La partita con i giallorossi condiziona quindi la media di gennaio (52%). A febbraio la Juventus non concede campo a nessuno: 53% di possesso palla con l'Inter, 69% con il Verona, 64% con il Chievo, 55% con il Torino. Numeri in calo a marzo, con i picchi negativi contro Milan (39,7%) e Napoli (47%). La media scende quindi al 50%.
La conseguenza è che spesso i gol sono arrivati grazie a iniziative personali: la fiammata di Asamoah con la Fiorentina, i lampi di Tevez con il Parma, la punizione di Pirlo contro il Genoa.
Juve, abbiamo un problema? Ad avercene, di problemi così, obietteranno in molti. Eppure, l'appassionato di calcio dal palato fine non può fingere di non notare: la squadra di Conte ci aveva abituato a numeri da record - sicuramente difficili da confermare sul lungo periodo - che nell'ultimo mese sono quasi diventati "normali". La sconfitta con il Napoli non può essere considerata ancora un campanello d'allarme, ma deve far riflettere.
Arretra il baricentro - Il primo dato che balza all'occhio è quello relativo all'arretramento del baricentro della squadra di Conte nell'ultimo mese. Dalla partita con il Torino (25.a giornata) ad oggi è cambiato l'atteggiamento: i bianconeri concedono più metri di campo agli avversari. Tutto il resto (fuorigioco più basso e minor possesso palla), è una logica conseguenza.
Difesa più coperta? - Il 2014 dei bianconeri presenta un tracciato in calo sotto quasi tutte le voci principali: gol segnati, tiri effettuati, cross, passaggi utili. Positivo soltanto l'andamento della curva dei gol subiti: 4 a gennaio (in 4 partite: media 1), 4 a febbraio (in 4 partite: media 1), 3 a marzo (in 6 partite: media 0,5). Si potrebbe pensare che nell'ultimo mese Conte abbia cambiato atteggiamento, rinunciando a qualcosa in avanti per tirare un po' la coperta dalla parte di Buffon. Marzo è stato infatti il mese delle vittorie per 1-0 (contro Fiorentina, Genoa e Catania). I 3 gol subiti, invece, sono giunti nelle ultime 2 partite.
Stop alle goleade - I veri problemi, ultimamente, sembrano venire dall'attacco. Contro il Parma ci ha pensato Tevez con due iniziative personali, contro il Napoli l'Apache non c'era e si è visto. Così, se tra dicembre e gennaio la Juve ha segnato almeno 3 gol per cinque giornate di fila (Juve-Sassuolo 4-0, Atalanta-Juve 1-4, Juve-Roma 3-0, Cagliari-Juve 1-4, Juve-Samp 4-2), tra la fine di febbraio e marzo i gol sono arrivati con il contagocce.
Meno tiri, meno gol - I gol vanno costruiti, specie se si gioca come piace a Conte. Dietro al calo delle reti segnate, dunque, c'è una flessione per quel che riguarda passaggi utili (picco a febbraio, poi il crollo), cross (dai quasi 20 a partita di gennaio a una media di 14,5 in marzo) e tiri (un lento ma costante calo, fino ad arrivare alla media di 5 tiri a partita. Difficile segnare tanto, se si tira così poco).
Possesso palla e iniziative personali - Evidente il calo della percentuale di possesso palla della squadra di Conte. A gennaio i bianconeri lasciarono il pallino del gioco alla Roma di Garcia (40,7% contro 59,3%), ma uscirono vincitori dallo scontro al vertice. La partita con i giallorossi condiziona quindi la media di gennaio (52%). A febbraio la Juventus non concede campo a nessuno: 53% di possesso palla con l'Inter, 69% con il Verona, 64% con il Chievo, 55% con il Torino. Numeri in calo a marzo, con i picchi negativi contro Milan (39,7%) e Napoli (47%). La media scende quindi al 50%.
La conseguenza è che spesso i gol sono arrivati grazie a iniziative personali: la fiammata di Asamoah con la Fiorentina, i lampi di Tevez con il Parma, la punizione di Pirlo contro il Genoa.