Il filmato girato da un testimone è stato consegnato dai legali della famiglia del giovane tifoso degli azzurri agli inquirenti. Nel corso di due minuti di registrazioni si sentono gli spari e si vedono i primi soccorsi al ragazzo
Spunta un nuovo video che ritrae i momenti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Lo hanno consegnato agli inquirenti i familiari di Ciro Esposito, il tifoso napoletano che ha perso la vita a causa di un colpo di arma da fuoco negli scontri con un gruppo di ultras romanisti. Il video dura due minuti ed è stato girato da un tifoso del Napoli a bordo di un pullman bloccato nei pressi del Ciak Village di via Tor di Quinto. Nel corso delle riprese si sentono due forti colpi, uno dei quali potrebbe essere quello partito dall'arma che ha colpito Ciro Esposito. Qualche secondo dopo i colpi, un capannello di giovani trascina Ciro Esposito, ancora cosciente, al centro della strada.
La situazione appare subito gravissima e i tifosi napoletani lo fanno notare a un poliziotto in borghese che arriva sul posto a bordo di un'auto della polizia, una delle ultime immagini del video. Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani hanno messo in contatto il testimone autore del filmato con i familiari di Ciro Esposito. Secondo Angelo Pisani il breve video "aiuta a fare ulteriore chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto. Si vede – ha aggiunto - che i ragazzi napoletani presenti non erano ultras, non avevano oggetti contundenti e non avevano alcun interesse a entrare in contatto con tifoserie avversarie".
La situazione appare subito gravissima e i tifosi napoletani lo fanno notare a un poliziotto in borghese che arriva sul posto a bordo di un'auto della polizia, una delle ultime immagini del video. Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani hanno messo in contatto il testimone autore del filmato con i familiari di Ciro Esposito. Secondo Angelo Pisani il breve video "aiuta a fare ulteriore chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto. Si vede – ha aggiunto - che i ragazzi napoletani presenti non erano ultras, non avevano oggetti contundenti e non avevano alcun interesse a entrare in contatto con tifoserie avversarie".
