Thohir: "Per lo stadio ci vuole un confronto con il Milan"

Calcio
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Il presidente dell'Inter è intervenuto ad una tavola rotonda sulla "Globalizzazione dello Sport", nell'ambito di "Leaders, The Sport Business Summit": "Non è la stessa cosa avere uno stadio da soli o condividerlo con un altro club"

Nel 2016 la finale di Champions League si terrà a Milano, a San Siro, lo stadio che Inter e Milan condividono, ma per Erick Thohir, presidente dell'Inter, "non è ovviamente la stessa cosa avere uno stadio da soli o condividerlo con un altro club". Il dirigente indonesiano è intervenuto ad una tavola rotonda sulla "Globalizzazione dello Sport", nell'ambito di "Leaders, The Sport Business Summit".

Thohir ha poi aggiunto: "Noi in proposito ci stiamo confrontando in maniera costruttiva con il Milan, è normale cercare di capire cosa entrambe le parti vogliano fare, perché è normale che un club arrivi ad avere l'esigenza di un proprio stadio, per noi e per loro è normale. Lo stadio però va utilizzato tutto l'anno, non solo per le partite: la casa dei tifosi deve essere funzionante 365 giorni e noi stiamo lavorando per capire come creare quotidianamente questo coinvolgimento, giorno dopo giorno. E' importante per il club di per sé ma anche per tutta la Serie A in generale". Dalla scelta di acquisire l'Inter alle sfide che questo ha rappresentato e tuttora rappresenta; dalla sua passione per il calcio e per l'Italia all'organizzazione societaria; dalla sua filosofia di business all'importanza dei media; dalle particolarità del calcio italiano rispetto all'estero fino ad arrivare a questioni legate all'espansione del brand e allo stadio: queste le tematiche toccate dal presidente dell'Inter, Erick Thohir, nell'evento che ha visto coinvolto il numero 1 nerazzurro a Stamford Bridge, Londra, assieme al presidente della Roma James Pallotta, al proprietario dei Philadelphia 76ers Art Wrubel e dei New Jersey Devils Joshua Harris, al presidente del Santos Laguna Alejandro Irarragorri.

"Per dirigere una compagnia bene bisogna starle vicino e io cerco di farlo il più possibile, ma allo stesso tempo è importante avere dei manager che possano quotidianamente occuparsi della società e io ho degli ottimi manager che lo stanno facendo", spiega Thohir, rispondendo a chi gli chiedeva come si possa gestire l'Inter vivendo a Giacarta. "Ci vuole passione, per il calcio e per il business, ci vuole competenza: i miei manager e io ce l'abbiamo - aggiunge Thohir -. Non si può non guardare all'Asia in questo momento se si pensa all'espansione del brand, e noi lo stiamo facendo: abbiamo grandi progetti non solo per l'Italia ma anche per gli Stati Uniti e appunto per l'Asia. Stiamo lanciando attività di vario tipo, alcune sono già funzionanti, ma le stiamo espandendo anche in altri Paesi: penso per esempio alle nostre Academy nel mondo. Partiamo dalla cultura italiana, dalla passione italiana per il calcio, per cercare di renderla conosciuta nel mondo il più possibile, anche con un maggiore sviluppo dei digital media".
Thohir ricorda che l'Inter "ha tantissimi tifosi in tutto il mondo, quasi 90 milioni, ma addirittura 260 milioni sono i fan potenziali che l'Inter può raggiungere. Ci vuole engagement, i tifosi vanno coccolati, vanno fatti sentire parte della nostra famiglia nerazzurra. Abbiamo grandi progetti in proposito". Infine, il presidente nerazzurro sottolinea la differenza tra il mercato americano e quello europeo: "Ci sono differenze tra il modello Usa e quello europeo: in Usa non ci sono retrocessioni ma ci sono grandi e piccoli mercati, i club devono capire fino a dove possono competere. In Europa invece ci sono big club e club medi", conclude.