Mancini: vorrei giocare il derby. 3° posto? Mi demoralizza

Calcio

Luciano Cremona

L'allenatore dell'Inter sul derby di Milano: "Partita equilibrata aperta a qualsiasi risultato. Sarà emozionante". Non risponde alla polemica della Juve di Agnelli e dice: "Non sono abituato a giocare per il terzo posto"

Inscalfibile e sereno. Che poi sia solo una facciata o sia veramente il suo stato d'animo, questo lo scopriremo solo domani. Roberto Mancini si presenta in tuta, pronto per il campo, nella conferenza stampa che anticipa il derby di Milano. E dice che le sensazioni sono buone, che il derby non sarà una partita semplice ma, soprattutto, un manifesto programmatico della sua esperienza nerazzurra: "Io non sono abituato a lavorare per raggiungere il terzo posto (ride, ndr), questo fatto mi demoralizza un po'. Proveremo a fare più punti possibili, poi tra qualche mese vedremo in che posizione di classifica siamo".

Ma come sta questa Inter, reduce dai primi allenamenti formato Mancini, che ha impostato la difesa a quattro e sta preparando il famoso rombo per il centrocampo: "La squadra è in buona condizione, a parte qualche infortunato e quelli che sono tornati da poco dalle nazionali. Li ho visti e li ho valutati, ma per capire cosa ho tra le mani ho bisogno ancora di un po' di tempo e soprattutto di valutarli in partita". Sull'assetto difensivo, il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro non sarà un trauma: "Tanti sono abituati a questo tipo di assetto, molti han giocato così e giocano così in nazionale. Non conta il modulo ma l'atteggiamento, l'attitudine: faremo bene solo se giocheremo da squadra nei momenti più difficili".

La sfida a Inzaghi ("è passato tanto tempo dal mio debutto da allenatore a Firenze, quando si è giovani si crede di non sbagliare mai: Pippo ha l'appoggio della societò, diventerà un grande allenator), il ritorno proprio in un derby: tante emozioni per un ritorno tanto inaspettato da non aver neanche avuto il tempo di poter nominare un vice: "E' stato tutto così veloce che tra situazioni particolari, mancanza di patentini ed altre questioni ci sarà bisogno di aspettare ancora qualche giorno. Sarà emozionante rientrare a San Siro proprio per il derby? Ovvio, tutti i derby sono belli ed emozionanti, speriamo di poter riuscire a far scoccare la scintilla".

Mancini si sofferma molto sui centrocampisti: è lì che nascerà la sua Inter. Non ha più giocatori polivalenti come Stankovic, ma proverà a forgiare la linea mediana su tre protagonisti: Kovacic agirà da trequartista, "perché ha dribbling e può andare a far gol, ma non mettiamogli pressione; Guarin avrà un ruolo importante, "perché è un gocatore che può fare entrambe le fasi e ha il gol nel suo bagaglio"; Hernanes potrà portare qualità alla manovra, anche se è ancora in dubbio per il derby: del suo impiego si deciderà domenica mattina.

La polemica con la Juve, con Agnelli che ha attaccato lo scudetto assegnato alla sua Inter nel 2006 non lo scalfisce: "Sono cose del passato, l'Inter ha già risposto nei giorni scorsi, penso solo alla partita, comunque noi eravamo qui e sappiamo come ci siamo comportati". Dei dieci derby vissuti da allenatore fa capire che quello vinto 4-3 è il suo preferito, mentre non riesce a scegliere un giocatore del passato che vorrebbe schierare oggi: "Quella squadra ha fatto la storia del calcio, comunque peschi peschi bene perché erano tutti dei campioni assoluti. Noi ora dobbiamo solo pensare a migliorare, a giocare e a mettere i giocatori di adesso nelle migliori condizioni per farlo. Ne conseguiranno entusiasmo, motivazioni e anche un gioco offensivo: perché senza entusiasmo non si riesce a dare il 100%".

Chiusura con una frase da vero Mancini, che ne tratteggia la sua personalità e anche spiega perché l'Inter lo abbia così a cuore: "Cosa vorrei che mi dicesse oggi il mio allenatore se fossi un giocatore dell'Inter? Che domani gioco titolare nel derby".