Mancini: l'Inter è un pezzo di vita, ma ci sarà da soffrire

Calcio
Mancini è tornato sulla panchina nerazzurra il 14 novembre (Getty)

ESCLUSIVA. Il tecnico si confida: "Sono tornato per riprovarci in una situazione non semplice. Mai pensato alla Nazionale". E ammette: "Non abbiamo esterni d'attacco, dobbiamo fare qualcosa". Vincere l'Europa League? "Magari, ma non sarà semplice"

Davanti all'Inter non poteva dire di no, si è rimboccato le maniche per centrare quel terzo posto che vorrebbe dire ritorno in Champions, ma si aspetta anche una mano dal mercato. Roberto Mancini, in questa intervista esclusiva di Massimiliano Nebuloni, parla del suo ritorno, inaspettato, in casa Inter.

Ancora tu.
"Tutti gli allenatori italiani dovrebbero pensare a fare un'esperienza all'estero, è una cosa molto importante e formativa e ti aiuta ad aprire la mente. Dopo tanti anni all'estero -ricorda Mancini- sarei potuto rimanere ancora lontano dall'Italia, non pensavo nemmeno alla Nazionale. Stavo valutando alcune cose, ma poi capita una cosa così: l'Inter è l'Inter, è un pezzo di vita. L'affetto che ho per questi colori, il lavoro che abbiamo fatto tanti anni fa, la grande voglia di riprovarci in una situazione non così semplice mi hanno convinto. E' una sfida un po' diversa e riprovarci può essere una cosa bella. Speriamo di riuscirci".

Ci sarà da soffrire. "Sponsorizzato" da Moratti ("abbiamo fatto quattro anni insieme, c'è un ottimo rapporto") e accolto come il salvatore della patria dal pubblico ("la maggior parte dei tifosi è felice e questo mi da' grande forza"), Mancini avverte che "ci sarà un po' da soffrire, sia per noi che per loro. Il percorso sarà lungo, l'Inter è partita con un obiettivo e siamo lì, non siamo lontani e abbiamo il dovere di provarci, fino all'ultimo. Sono convinto che avremo la chance, poi per il futuro vedremo".

Fair play e mercato. Il tecnico nerazzurro è consapevole che "il fair-play finanziario è un grande problema in questo momento, bisognerà quindi essere bravi a cercare giocatori adatti alla squadra e con una mentalità vincente. Inoltre con un ottimo scouting-  assicura l'allenatore - si possono anticipare i grandi club; bisogna essere bravi in questo e l'Inter da anni è veloce quando c'è da rischiare su un giovane, vedi Kovacic. Poi, a volte, puoi essere costretto a vendere un giocatore importante per prenderne altri 2-3. A gennaio, però, devi essere fortunato e non è semplice. A volte capitano delle occasioni: giocatori che in estate vanno in certe squadre e poi non giocano. Bisogna essere bravi a individuare giocatori così e nelle posizioni in cui siamo deficitari. Non abbiamo esterni d'attacco e qualcosa dobbiamo fare".

Calcio italiano e stadi. "Non mi piace che gli stadi continuino a svuotarsi, ad essere fatiscenti. I campi dove giochiamo stanno peggiorando e invece dovrebbe essere tutto perfetto perchè l'Italia è il Paese del calcio. Se ho mai pensato a una carriera politica nel calcio? Ci sono persone adatte a questo". E se nel suo palmares manca ancora un titolo internazionale ("Vincere l'Europa League? Magari, sarebbe un grande trionfo ma non sarà semplice"), in serie A per la corsa al terzo posto dovrà vedersela con un vecchio amico che alla Samp sta facendo grandi cose. "Non sono sorpreso da Mihajlovic - conclude Mancini - Sinisa è stato un grande calciatore, un uomo solido, tosto, perbene, esperto. Diventerà un ottimo allenatore da grande club".