Il numero uno del club di Chiavari è stato arrestato insieme al suo collaboratore Massimo Croci a Bruxelles per corruzione. I due si erano recati in Belgio proprio per dare chiarimenti ai giudici su un caso di presunte tangenti pagate in Congo
Un fulmine a ciel sereno colpisce la Virtus Entella. Il presidente del club di Chiavari (e presidente di Federacciai), Antonio Gozzi, è stato arrestato insieme al suo collaboratore Massimo Croci a Bruxelles per presunte tangenti in Congo. A Darne notizia attraverso un comunicato è stata la Duferco, azienda della quale Gozzi è amministratore delegato. Gozzi e Croci compariranno entro venerdì davanti al giudice della Chambre du Conseil per la convalida dell’arresto. Secondo la versione della Dufercoo i due sono stati convocati dal giudice istruttore di Bruxelles per offrire chiarimenti su un caso di tangenti pagate in Congo ad alcuni ufficiali pubblici per ottenere appalti. Una volta a Bruxelles, i due sono stati arrestati per corruzione.
Il 24 febbraio era finito in carcere il sindaco di Waterloo, Serge Kubla, poi scarcerato due giorni dopo. Stando a quanto pubblicato da alcuni giornali belgi, Gozzi e Kubla sono sospettati di aver escogitato un piano per diversificare le attività della Duferco in Congo nel settore dei giochi d’azzardo e nel sito Metallurgical Maluku.
Nella nota l'azienda Duferco "deplora questa privazione della libertà, tanto più che Gozzi e Croci si sono recati dall’Italia a Bruxelles per rispondere all’invito del giudice istruttore. Questa maniera di procedere non si può che interpretare come un mezzo di pressione inammissibile. Duferco - conclude la nota - rispetta un codice etico restrittivo sin dalla sua fondazione e sottolinea pubblicamente che sia Gozzi sia Croci godono oggi più che mai della totale fiducia del gruppo e dei suoi azionisti".
Il 24 febbraio era finito in carcere il sindaco di Waterloo, Serge Kubla, poi scarcerato due giorni dopo. Stando a quanto pubblicato da alcuni giornali belgi, Gozzi e Kubla sono sospettati di aver escogitato un piano per diversificare le attività della Duferco in Congo nel settore dei giochi d’azzardo e nel sito Metallurgical Maluku.
Nella nota l'azienda Duferco "deplora questa privazione della libertà, tanto più che Gozzi e Croci si sono recati dall’Italia a Bruxelles per rispondere all’invito del giudice istruttore. Questa maniera di procedere non si può che interpretare come un mezzo di pressione inammissibile. Duferco - conclude la nota - rispetta un codice etico restrittivo sin dalla sua fondazione e sottolinea pubblicamente che sia Gozzi sia Croci godono oggi più che mai della totale fiducia del gruppo e dei suoi azionisti".
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