Juve-Genoa, un anno dopo. Quando Pirlo "disegnò" lo scudetto
CalcioEra il 16 marzo 2014: prima Buffon parò un rigore, poi una pennellata del centrocampista bianconero decise la partita allo scadere. Quel giorno si capì che la Vecchia Signora aveva il titolo in tasca: a distanza di un anno sono tante le analogie
Ci sono partite che significano “scudetto” anche se la matematica ancora non lo conferma. Vista in questi termini, un anno fa, proprio di questi tempi, la Juventus vinceva il terzo consecutivo. Per l’aritmetica certezza saranno necessarie altre 8 giornate, ma il calcio è fatto anche di sensazioni e dopo quel Genoa-Juve del 16 marzo i tifosi bianconeri respirano ottimismo a pieni polmoni.
Due gli highlights che la partita consegna alla storia, strizzando l’occhio alla Vecchia Signora. Minuto 71: dopo oltre un’ora di tentativi vani, con Pirlo poco ispirato e Osvaldo in avanti triste (due gol annullati per fuorigioco) e solitario, ci si mette pure Vidal, che corona la sua serata no con un fallo di mano in area (su cross di Motta deviato da Bertolacci: dinamica che farà parecchio discutere). Rigore. Calaiò va sul dischetto, Buffon gli ruba la scena balzando dal lato giusto. Per la Juve, essere ancora viva dopo una partita che sembra stregata, è già un buon motivo per gioire. Al minuto 89, però, il copione si completa. Punizione dal limite, stavolta per i bianconeri. Il poco ispirato Pirlo pennella a modo suo e fa 0-1.
Il giorno dopo la Roma batterà l’Udinese mantenendo il distacco di 14 punti (i giallorossi dovevano però recuperare una gara con il Parma), ma ormai è chiaro che strappare il titolo dalle grinfie di Conte sarà impossibile. Se la Juventus fa bottino pieno anche dopo partite come questa, c’è ben poco da fare, è il pensiero più ricorrente nei bar sport, dove caparbietà, cinismo, carattere e fortuna in quattro lettere diventano le C con cui si spiega un trionfo, a seconda delle diverse fedi. La quinta C è quella di campioni: Buffon e Pirlo, a volte ne bastano un paio per raddrizzare una partita.
A un anno di distanza è ancora Juve-Genoa (stavolta a Torino), è ancora +14 in classifica, è ancora sensazione di scudetto ad un passo. Anche perché la squadra di Gasperini si è già presa la sua rivincita all’andata (gol di Antonini al 94’), contribuendo con quel pizzicotto al risveglio della Signora, che da quel giorno non ha più sbagliato un colpo. Curiosità: è la sfida tra le due squadre che hanno subito meno gol da fuori area (Juve 2, Genoa 3); un anno fa fu proprio un tiro da fuori a indirizzare la storia.
Due gli highlights che la partita consegna alla storia, strizzando l’occhio alla Vecchia Signora. Minuto 71: dopo oltre un’ora di tentativi vani, con Pirlo poco ispirato e Osvaldo in avanti triste (due gol annullati per fuorigioco) e solitario, ci si mette pure Vidal, che corona la sua serata no con un fallo di mano in area (su cross di Motta deviato da Bertolacci: dinamica che farà parecchio discutere). Rigore. Calaiò va sul dischetto, Buffon gli ruba la scena balzando dal lato giusto. Per la Juve, essere ancora viva dopo una partita che sembra stregata, è già un buon motivo per gioire. Al minuto 89, però, il copione si completa. Punizione dal limite, stavolta per i bianconeri. Il poco ispirato Pirlo pennella a modo suo e fa 0-1.
Il giorno dopo la Roma batterà l’Udinese mantenendo il distacco di 14 punti (i giallorossi dovevano però recuperare una gara con il Parma), ma ormai è chiaro che strappare il titolo dalle grinfie di Conte sarà impossibile. Se la Juventus fa bottino pieno anche dopo partite come questa, c’è ben poco da fare, è il pensiero più ricorrente nei bar sport, dove caparbietà, cinismo, carattere e fortuna in quattro lettere diventano le C con cui si spiega un trionfo, a seconda delle diverse fedi. La quinta C è quella di campioni: Buffon e Pirlo, a volte ne bastano un paio per raddrizzare una partita.
A un anno di distanza è ancora Juve-Genoa (stavolta a Torino), è ancora +14 in classifica, è ancora sensazione di scudetto ad un passo. Anche perché la squadra di Gasperini si è già presa la sua rivincita all’andata (gol di Antonini al 94’), contribuendo con quel pizzicotto al risveglio della Signora, che da quel giorno non ha più sbagliato un colpo. Curiosità: è la sfida tra le due squadre che hanno subito meno gol da fuori area (Juve 2, Genoa 3); un anno fa fu proprio un tiro da fuori a indirizzare la storia.