VIDEO. Una giornata di calcio che non ci ha risparmiato niente. Il riassunto più efficace è nella definizione del presidente della Federcalcio, Tavecchio, su quanto accaduto a Torino: atti eversivi. E un post-partita a Bergamo tra pugni, minacce, orrori
La Juventus condanna ogni forma di violenza - Nota della società: http://t.co/SW1fSVsaxf pic.twitter.com/IuJJ00RHqR
— JuventusFC (@juventusfc) 26 Aprile 2015
Anche perché ignoti non lo sono più, ora che il ministro Alfano ha confermato che sono stati individuati i delinquenti che hanno dato l'assalto al pullman della Juventus e quelli che dalla curva juventina hanno lanciato un enorme petardo tra i torinisti spedendone una decina in ospedale.
Non si può andare allo stadio come se si fosse in guerra. Continuiamo a preferire la precisione balistica di Andrea Pirlo, le immagini del tiro di punizione che ha fruttato il provvisorio vantaggio juventino va custodito nel museo del calcio, questa ripresa da telefonino va nascosta nel museo degli orrori. E il calcio non può mai essere associato all'orrore: è divertimento, gioia per una vittoria che non arrivava da 20 anni, anche rabbia per una sconfitta forse imprevista per una squadra appena eletta tra le prime quattro d'Europa.
In campo è andato in scena spettacolo puro, all'italiana: ora possiamo anche ripescarla questa definizione, ora che il calcio italiano non deve più nascondersi come un reperto d'antiquariato, pure malmesso. Il bello e il brutto, anzi il bruttissimo, come la cronaca di un post-partita vissuto a Bergamo tra pugni che avrebbero vendicato minacce, luci abbassate per nascondere fughe, versioni confuse e forse esagerate. Il peggiore modo per festeggiare una salvezza che in provincia vale quanto uno scudetto. Altri orrori solo in parte oscurati dalle favole buoniste di Cagliari e Parma. Alzano la testa, nonostante il lieto fine sia impossibile. Per altri orrori che vanno solo dimenticati. Per il bene di tutti.